Autore Topic: Le poesie devono essere grammaticalmente impeccabili?  (Letto 12816 volte)

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Massimiliano Ruggiu

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Le poesie devono essere grammaticalmente impeccabili?
« il: Lunedì 6 Settembre 2010, 12:26:18 »
Buongiorno a tutti!
Vorrei sottoporvi un quesito:
secondo voi, la grammatica dovrebbe rientrare nel criterio di valutazione delle poesie?
Un'autrice ha fatto notare alcuni errori che qualcuno ha compiuto nella sua composizione e mi è venuta in mente questa domanda.
Posso anche essere d'accordo, a patto che chi è preposto alla valutazione abbia una solida conoscenza della grammatica.
Ad esempio, un autore mi ha fatto notare che scrivo "sé stesso" con l'accento mentre, a suo dire, si dovrebbe scrivere senza.
Basta avere in casa un buon dizionario di grammatica, o affidarsi ad un qualsiasi motore di ricerca, per avere la conferma che non esiste nessuna regola grammaticale che supporti l'elisione dell'accento del "sé", in funzione di pronome, quando è seguito dai vocaboli "stesso" o "medesimo". Tempo fa si è divulgato l'uso di eliminare l'accento, perchè se il pronome è seguito dai suddetti vocaboli non c'è possibilità che venga confuso con il "se" congiunzione o particella pronominale. I grammatici, però, si oppongono fortemente a questa forma. E' come dire che si può eliminare l'accento dalla lettera "e", in funzione di verbo, quando è seguita dal vocabolo "stato", e quindi non può essere scambiata per congiunzione.
La divulgazione dell'uso non è una regola.
Ad esempio, molti medici chiamano l'appendice ponendo l'accento sulla prima lettera "e", invece di porlo sulla lettera "i", e sono convinti di pronunciare correttamente il termine.
Scusate se ho divagato.
Mi piacerebbe conoscere la vostra opinione.
« Ultima modifica: Lunedì 6 Settembre 2010, 12:36:06 da Massimiliano Ruggiu »

Offline Angelo Ricotta

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Re: Le poesie devono essere grammaticalmente impeccabili?
« Risposta #1 il: Lunedì 6 Settembre 2010, 13:46:21 »
Mi risulta che entrambe le forme se stesso e sé stesso sono corrette. È vero che la lingua è una convenzione e come tale subisce variazioni nel corso del tempo, sia nel lessico che nelle regole, ma in un determinato momento chi aspira a praticare l'arte della parola, poesia o prosa, deve dimostrare di esserne padrone o di aver desiderio di imparare. La ritengo innanzitutto una forma di rispetto verso gli altri e inoltre una dimostrazione di accuratezza, di riflessività che aumenta la credibilità dell'autore in quanto, almeno a me, fa pensare che la stessa attenzione e studio egli abbia posto e nella forma e nel contenuto. Naturalmente le regole e il lessico  possono essere aggiornati e persino sovvertiti da ciascuno, ma chi pretende di attuare tali operazioni dovrebbe dimostrare di essere cosciente di ciò che fa, insomma che non lo fa per ignoranza, e motivare le sue scelte su una base razionale e non su un capriccio, su una vera necessità linguistica e non per esibizionismo.

Monilèo

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Re: Le poesie devono essere grammaticalmente impeccabili?
« Risposta #2 il: Lunedì 6 Settembre 2010, 14:39:36 »
Non mi dilungo sul "se stesso" col se accentato o meno (io non l'accento) che mi pare davvero una quisquilia davanti a certi orrori ortografici che si leggono, purtroppo, più frequentemente di quel che non si pensi (e, si badi bene, hanno l'aspetto di non essere affatto dei "refusi", che possono capitare a tutti!). E poi, non dimentichiamo la sintassi, la consecutio temporum ed altre cosettine che spesso e volentieri si leggono. Magari in una prosa fanno più effetto, però, anche in poesia... Insomma, anche una poesia, in rima o in ermetico (in quest'ultima l'errore si nasconde meglio") deve tenere conto dell'ortografia, della sintassi, della punteggiatura e via di seguito. Altrimenti la poesia non dovrebbe essere accettata. Però, come si fa. Solo taluni autori passano sotto le forche caudine di attenti e capaci redattori, il resto, sfugge via libero. E con esso passano anche attraverso le maglie di una rete che non esiste, orrori ortografici, sintassi errata, punteggiatura non messa o buttata sulle righe a caso.
Non parliamo dei commenti. Si vede che sono scritti con una furia estrema, per farne il più possibile, parole scritte a mezzo, accenti tralasciati, attaccaticci... Non ho mai visto la redazione che, almeno una volta, si sia preoccupata di dire: “Per il rispetto dei lettori e di quelli che i commenti li fanno con cura, si pregano tutti gli altri, dopo aver scritto il loro pur breve commentino, di andarselo a rileggere almeno una volta...Grazie”.
Ci si preoccupa invece di più di controllare un commento che, per certi autori abituati a averne ogni giorno trenta esaltanti quell'opera tutti allo stesso modo, suona leggermente diverso, anche se non totalmente negativo (per rispetto). Sono schiantato da ridere stamani assieme ad amici che mi hanno telefonato e scritto per farmi notare come un certo...autore avesse lasciato lo spazio ai commenti e tolta la bacheca, proprio sapendo che io, pur inibito, grazie questa volta alla pazienza della redazione e anche alla mia possibilità d'infilarmici, posso scrivere solo nella bacheca!!!
Nemmeno il grande Totò,  che io apprezzo tanto, mi ha mai fatto ridere in quel modo! Esilarante davvero...
« Ultima modifica: Lunedì 6 Settembre 2010, 14:41:15 da Monilèo »

Massimiliano Ruggiu

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Re: Le poesie devono essere grammaticalmente impeccabili?
« Risposta #3 il: Lunedì 6 Settembre 2010, 14:41:47 »
Ti ringrazio dell'intervento, Angelo.
Tralasciando le disquisizioni sull'evoluzione della lingua (ci porterebbero lontano dal topic), secondo voi, la redazione dovrebbe respingere le poesie che presentano troppi errori grammaticali, anche se di notevole contenuto?

Massimiliano Ruggiu

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Re: Le poesie devono essere grammaticalmente impeccabili?
« Risposta #4 il: Lunedì 6 Settembre 2010, 14:49:40 »
Grazie, Monilèo.
Io, per esempio, sarei grato a chiunque mi facesse notare che un mio testo presenta uno o più errori grammaticali, per distrazione o ignoranza.
Sono sempre disponibile ad apprendere e credo che tutti abbiano qualcosa da insegnarmi.

Offline Amara

Re: Le poesie devono essere grammaticalmente impeccabili?
« Risposta #5 il: Lunedì 6 Settembre 2010, 15:01:11 »
..forse qualche piccola intemperanza ortografica non rovina una poesia.. se di poesia si tratta... ma credo sarebbe bello non ci fosse... e forse lo scrivere qui e l'essere corretti nei nostri errori.. è anche un ottima maniera per migliorare la nostra conoscenza.. certamente che una correzione va fatta con cognizione.. soprattutto nelle forme particolari che possono dare adito a dubbi... poi.. un uso della lingua modificato per scelta.. può avere la sua ragione d'essere quando attuato per creare un suono particolare.. e lì sarà valutazione di chi legge, se l'operazione è riuscita o meno... :)

possono esserci poi casi particolari.. ad esempio autori stranieri che scrivono nella nostra lingua.. o diverse problematiche.. qui credo che se lo scritto abbia un qualche valore potrebbe essere accettato...ma sempre nella prospettiva di un impegno a migliorare la conoscenza ortografica..

in ultimo penso dovrebbe comunque essere nostra cura il controllare attentamente ciò che pubblichiamo, ad evitare almeno ciò che è evitabile...
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(J. L. Borges)

Massimiliano Ruggiu

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Re: Le poesie devono essere grammaticalmente impeccabili?
« Risposta #6 il: Lunedì 6 Settembre 2010, 15:13:01 »
Grazie, Amara, copio e incollo il tuo pensiero e lo faccio mio.
Io ammetto di avere difficoltà a leggere le poesie senza punteggiatura, ma questo potrebbe essere soltanto un mio limite.
Mi dicono che l'andare a capo corrisponda alla virgola e lo spazio sostituisca il punto.

Offline Amara

Re: Le poesie devono essere grammaticalmente impeccabili?
« Risposta #7 il: Lunedì 6 Settembre 2010, 15:17:21 »
Grazie, Amara, copio e incollo il tuo pensiero e lo faccio mio.
Io ammetto di avere difficoltà a leggere le poesie senza punteggiatura, ma questo potrebbe essere soltanto un mio limite.
Mi dicono che l'andare a capo corrisponda alla virgola e lo spazio sostituisca il punto.
..sorrido.. è il mo modo di scrivere.. si.. in effetti le pause possono essere definite come hai fatto...
d'altronde non scrivendo in versi estesi.. credo sarebbe inutile una virgola alla fine di ogni verso..
mi spiace crei difficoltà..
Il dubbio è uno dei nomi dell'intelligenza
(J. L. Borges)

Offline Angelo Ricotta

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Re: Le poesie devono essere grammaticalmente impeccabili?
« Risposta #8 il: Lunedì 6 Settembre 2010, 15:32:33 »
Ti ringrazio dell'intervento, Angelo.
Tralasciando le disquisizioni sull'evoluzione della lingua (ci porterebbero lontano dal topic), secondo voi, la redazione dovrebbe respingere le poesie che presentano troppi errori grammaticali, anche se di notevole contenuto?

Penso che la redazione dovrebbe segnalare agli autori gli errori, sia di lingua che di contenuto, e pretendere che vengano corretti, o giustificati nei casi dubbi, prima di accettarne la pubblicazione. D'altronde è una prassi consolidata che tutte le riviste serie adottano. L'articolo inviato viene esaminato da uno o più referees i quali possono, motivandolo accuratamente, respingerlo, pretendere spiegazioni o modifiche. Questo lavoro è fondamentale per mantenere un buon livello qualitativo e per la crescita personale. Questo però non significa che chi erra debba venir messo alla gogna e/o insultato. Infine non sono d'accordo con Monileo quando afferma che si dovrebbe respingere uno scritto per "punteggiatura non messa". Egli sa benissimo che la soppressione della punteggiatura è una scelta stilistica che fu praticata anche da Apollinaire e buona parte degli ermetici e anche da scrittori come James Joyce ed altri che anzi si sono spinti ad intaccare sintassi e consecutio temporum. Bisogna valutare caso per caso.

Massimiliano Ruggiu

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Re: Le poesie devono essere grammaticalmente impeccabili?
« Risposta #9 il: Lunedì 6 Settembre 2010, 15:34:41 »
Tranquilla, Amara, non è niente di insormontabile :)
Wow, ho visto solo ora che ho due stelle, invece di una...
Sono come la Juve!
Chiusa parentesi  :D

Offline Angelo Ricotta

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Re: Le poesie devono essere grammaticalmente impeccabili?
« Risposta #10 il: Lunedì 6 Settembre 2010, 15:48:46 »
Aggiungo, per chiarezza, che non concordo con giudizi di respingimento o di instradamento nel portfolio basati su vaghi criteri del tipo "la poesia non è evocativa" o "è troppo prosastica", soprattutto quando sono inappellabili il che non succede nemmeno con le riviste più quotate del pianeta. Ciò è, a mio parere, scorretto e arbitrario, poiché è ovvio che ciò che non è evocativo per uno lo può essere per un altro. Io userei criteri più 'asettici' nel valutare un'opera e non mi sto inventando nulla. Basta adottare i criteri dei critici più seri, e ce ne sono, ma spesso non sono quelli che siamo abituati a vedere in tv. Sarebbe sufficiente leggersi qualche buon saggio in merito.

Offline Saldan

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Re: Le poesie devono essere grammaticalmente impeccabili?
« Risposta #11 il: Lunedì 6 Settembre 2010, 15:53:07 »
Io penso che la grammatica sia importante, ma può capitare di commettere errori (anche se è meglio controllare prima di pubblicare come dice sempre il nostro buon Luigi) l'importante è che da errori non si tramutino in orrori (lì la cosa sarebbe grave per se stessi e per gli altri che leggono...)
...la mia culla è meraviglia esplosa, non ti dondola ma avvolge e ammanta.
La mia culla è poesia ansiosa di svelarmi quello che ti incanta...      

http://lamalavoglia.forumfree.it

Monilèo

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Re: Le poesie devono essere grammaticalmente impeccabili?
« Risposta #12 il: Lunedì 6 Settembre 2010, 16:17:20 »
Se  mi si porta ad esempio Joyce per decantare la libertà del linguaggio, allora mi cheto. Del resto si pensi che sono riuscito a leggere "l'Ulisse" per ben cinque pagine iniziali. Poi ho dovuto, necessariamente, cedere. Ho fatto abbastanza. Sono molti che, non avendo ragioni editoriali, sono andati oltre le prime tre pagine?
Posso portare ad esempio un romanzo di Giuseppe Berto: "Il male oscuro", dove in tutto ci saranno si e no dieci punti e forse dieci virgole, scritto tutto di seguito, mi lì si trattava di una psicoanalisi dell'atteggiamento, della mente e del vivere.
Al di là di queste eccezioni (diciamo allora che confermano la regola) la prosa deve essere duttile, punteggiata, ortograficamente perfetta...e sintatticamente! Un anacoluto è consentito... se voluto. Non si deve nascondere però l'ignoranza dietro la scusa dello sperimentalismo. Questo vale anche per la poesia.

Offline Webmaster

Re: Le poesie devono essere grammaticalmente impeccabili?
« Risposta #13 il: Lunedì 6 Settembre 2010, 17:04:02 »
Le pagine iniziali sono forse le più normali dell'Ulisse, che avresti fatto se fossi arrivato al monologo di Molly Bloom?

Curiosità a parte, io credo che non solo le poesie, ma tutto quello che si scrive dovrebbe rispettare le regole grammaticali, gli accenti, la punteggiatura, la costruzione, della lingua in cui si scrive, o anche del dialetto. Chi, come Joyce o De Lillo o Sanguineti, non le rispettano non è perché non le conoscono, ma perché le vogliono superare.
Invece la gran parte degli errori fatti tutti i giorni, anche nelle poesie, sono fatti perché non si conosce la grammatica anche di base dell'italiano, oppure non la si considera perché ormai l'esuberanza dell'espressione, l'immediatezza, e soprattutto la fretta l'hanno superata in importanza.
La scorsa settimana ho ricevuto una mail di un (sedicente) avvocato che conteneva almeno quattro errori grammaticali che una qualunque maestra avrebbe segnato con la matita blu.

Purtroppo viviamo al giorno d'oggi e dobbiamo dare per scontato che la cultura generale, ma soprattutto l'attenzione alla cultura, l'attenzione a scrivere bene piuttosto che "distinguersi", è scarsissima. Ci capitano poesie che ci fanno pensare che nemmeno l'autore l'abbia letta, e spesso io l'ho scritto come nota a non convalide. Se nemmeno l'autore legge la propria poesia, come si può aspettare che gli altri lo facciano?
Scrivere bene, correttamente, senza errori, e rileggere bene la propria poesia è un segno di rispetto di se stessi e della propria poesia. Metterci errori come "a visto" o "goccie" ai miei occhi significa che per l'autore è più importante esprimersi che quello che esprime, è più importante pubblicare, apparire, avere letture, piuttosto che dare qualcosa di bello a chi lo legge.
Mi diranno che bisogna sperimentare, che è avvilente ridurre la poesia ad una serie di regole grammaticali. No, io non voglio ridurre la poesia, anzi.
Scrivere è un po' come cucinare. Un cuoco può sperimentare o fare vecchi piatti regionali, ma deve sempre rispettare le regole del cibo, come i tempi di cottura, l'igiene, la preparazione e la presentazione.
Un cibo elaboratissimo, una sperimentazione culinaria raffinata, sarà sempre una schifezza se il piatto ha delle impronte di grasso o un capello del cuoco. Per me leggere una poesia che inizia molto bene, promette di essere una esperienza di buona lettura e che poi presenta un errore di grammatica è come un ottimo risotto al tartufo con un capello dentro. E' un errore banale e sarebbe bastato pochissimo per evitarlo, magari rileggersi una regola sul manuale di Italiano o mettersi il copricapo, sarebbe bastato solo avere rispetto per il proprio lavoro e mostrare rispetto che chi vuole leggerlo/mangiarlo.
« Ultima modifica: Lunedì 6 Settembre 2010, 17:06:45 da Luigi. »

Monilèo

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Re: Le poesie devono essere grammaticalmente impeccabili?
« Risposta #14 il: Lunedì 6 Settembre 2010, 19:18:20 »
Il webmaster Luigi, ancora un volta, mi ha fatto la più grande offesa che mi si potesse fare, quella che davvero riesce a  inquietarmi: sono COSTRETTO ad essere PIENAMENTE d'accordo con lui! Vi sembra giusto ed umano tutto questo?
Ho consumato tre etti di materia cerebrale per trovare un suo errore e poterlo ricoprire, additandolo all'inclito e all'incolta... Non me ne ha dato occasione, ma stia attento. L'infame Lorenzo è sempre dietro l'angolo, pronto a colpire!
Occhio alla penna! Gli farò fare, prima o poi, la fine di padre Zapata, che all'altare predicava bene e nell'orto razzolava male.