Autore Topic: Vi va di fare una critica a questo testo?  (Letto 9336 volte)

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aureliastroz

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Vi va di fare una critica a questo testo?
« il: Domenica 8 Agosto 2010, 16:30:10 »
Ok rientriamo nei ranghi e ritorniamo seri, anche perchè è passata una intera era da quando litigavo con le insegnanti del mio liceo e a distanza di circa 60 anni non mi va di ricominciare.

Ho trovato in giro questo testo che in un certo qual modo mi sembra possa prestarsi ad un commento (sicuramente a delle critiche stilistiche).
Non fornisco informazioni sulle note d'autore perchè è necessario che ognuno la legga con il proprio metro.
Visto che letterariamente "non siamo NESSUNO" proviamo a diventare dei critici cercando di esprimere le impressioni sul testo, dando voce alle sensazioni che emergono; al contrario di quello che qualcuno pensa, non c'è bisogno di essere iscritti ad un ordine dei critici letterari o essere degli accademici per avere accesso al libero pensiero. Io questo accesso me lo sono conquistato ed esprimo sempre il mio pensiero liberamente anche se questo mi attira addosso le ire di molti.
Imparate a fare lo stesso, non lasciatevi condizionare dagli altri siate voi stessi nel bene e nel male, e non mettete mai a tacere la vostra coscenza in nome di un "quieto vivere" che vi lascerà senza identità e vi farà succubi della massa.

Se poi non vi va di esprimere un parere pazienza... ;D


Ritratti urlati

Tu non mi hai vista tra quei figuranti
dai cuori a forma di salvadanaio

io ero lì, in quei ritratti urlati,
tra il filo dei pensieri
e il marciapiede
una spanna sotto la follia

tra riflettori accesi sulla gente
in quei crocicchi di periferia
su sguardi affranti e fissi
nelle parole che annientano il dolore

nel lieve mormorio di telecamere distratte
in quelle inquadrature sul selciato
che soffocano il pianto e la speranza

tra mani insanguinate e
antenne paraboliche sui tetti
con madri disperate a martoriare ventri
per partorire ancora nel dolore
figli da offrire a un dio che s’è distratto




« Ultima modifica: Domenica 8 Agosto 2010, 16:34:40 da Il Conte »

Offline Saldan

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Re: Vi va di fare una critica a questo testo?
« Risposta #1 il: Domenica 8 Agosto 2010, 18:05:28 »
A me veramente è piaciuta molto....a scriverla una poesia così!!  :)
...la mia culla è meraviglia esplosa, non ti dondola ma avvolge e ammanta.
La mia culla è poesia ansiosa di svelarmi quello che ti incanta...      

http://lamalavoglia.forumfree.it

Monilèo

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Re: Vi va di fare una critica a questo testo?
« Risposta #2 il: Domenica 8 Agosto 2010, 19:13:22 »
E' una bellissima poesia, e mi fermo qui senza azzardare un commento, altrimenti finirei domani mattina. Ripeto solo che è bellissima, e se è tratta dal sito, sicuramente lo onora, con tutta quella "spazzatura" (la mia per prima) nella quale ci s'imbatte assai spesso.
Mi viene il sospetto che il Conte abbia giocato. Potrebbe averci immesso una sua poesia, con qualche preciso scopo. Anche se così fosse, riconfermo e ribadisco: quella poesia è bellissima, ed io posso dire, con tutta la mia modestia insuperabile, che un pochino di poesia me ne intendo. Per questo "m'incazzo" quando trovo dei cenci stracci che vengono chiamati poesia. Penso che, in quei casi, la Poesia in persona scappi a gambe levate nel vedersi così oltraggiata. E vada a nascondersi in un posto sicuro...

Offline India

Re: Vi va di fare una critica a questo testo?
« Risposta #3 il: Domenica 8 Agosto 2010, 19:39:59 »
Bella immaginazione e nello stesso tempo senso della realtà.
Disperata, ironica, originale, dura, un tantino grottesca.
Ottima la costruzione
Veramente piaciuta.

Offline Stefano Toschi

Re: Vi va di fare una critica a questo testo?
« Risposta #4 il: Domenica 8 Agosto 2010, 23:22:50 »
Intanto si tratta di una poesia molto bella, come se ne leggono di rado da queste parti, quindi complimenti all'autore.
Poi proviamoci a commentarla...

Le telecamere della televisione arrivano dappertutto, ci fanno vedere ciò che accade nel mondo in tempo reale, come se fosse qui. Gli inviati ci raccontano fatti e antefatti. Il mondo è diventato piccolo: nel villaggio globale anche i lontani sono diventati vicini.
Oppure tutto è diventato una fiction?
Il business televisivo manda in onda il suo spettacolo... e gli spettatori guardano distrattamente.
Il contrasto tra fiction e realtà, tra i numeri asettici e il dramma individuale è la tensione che regge questa poesia.
Lo scenario potrebbe essere quello di una città sotto i bombardamenti, o quello di una catastrofe naturale, piuttosto che quello di una strage terroristica. Ma in fondo il dramma finisce per farsi esistenziale e per riguardare la vita di ogni uomo.
L'emotività, il sentimento del dolore, impregnano e sopraffanno i cenni descrittivi dando alla poesia un'impronta di tipo espressionista. I ritratti urlanti fanno venire in mente Munch, ecco quel senso di grottesco che Gabriella ha colto.
L'autore ha una solida conoscenza della metrica: la misura dei versi, prevalentemente endecasillabi, con settenari e quinari o loro composti (solo un paio di versi non sono riconducibili a questi) ed un sapiente uso di rime, assonanze e consonanze, conferiscono alla poesia ritmo e unità.

Ottima scelta l'aver evitato la pur possibile rima figuranti-urlanti ed aver scelto “urlati” che assuona, ma evita una troppo facile musicalità fin dall'inizio, inoltre associa alla natura visiva dei “ritratti” la sensazione auditiva di “urlati”, aumentando l'efficacia espressiva, con questi volti che sembrano uscire dallo schermo sotto forma di urla laceranti e comporsi in immagini davanti ai nostri occhi.
Efficace anche la ripetizione a distanza di
...annientano il dolore
... telecamere distratte

...ancora nel dolore
...un dio che s'è distratto

con tutte le risonanze, i parallelismi e le contrapposizioni che evoca.

Perplessità:
Il verso: “ nel lieve mormorio di telecamere distratte” non mi suona benissimo; anche se mantiene l'accento in sesta e decima sede, in linea con gli altri versi della strofa, la sua lunghezza è eccessiva, non si finisce mai di pronunciarlo.
Nel verso: “tra mani insanguinate e”, tutto sommato non vedo la differenza rispetto allo spostare la “e” al verso successivo, non mi pare che sia necessaria la grande sospensione che genera, il verso che segue non costituisce uno snodo così cruciale.
"Ogni certezza è nel sogno" (E. Poe)

pattyrose

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Re: Vi va di fare una critica a questo testo?
« Risposta #5 il: Lunedì 9 Agosto 2010, 00:01:49 »
Intanto si tratta di una poesia molto bella, come se ne leggono di rado da queste parti, quindi complimenti all'autore.
Poi proviamoci a commentarla...


Complimenti a Stefano Toschi per il commento a questa poesia, l'ha sviscerata da vero conoscitore della poesia, parlando di metrica, significati ecc. Non sarei assolutamente capace di tanto.
Ho letto e riletto la suddetta considerando l'incipit davvero importante e la struttura armonica, ma ugualmente non riesco ad assaporarla.
Credo che sia anche questione di gusto personale, senza nulla togliere alla bravura dell'autore o autrice.
Pregherei se possibile di non sottolineare sempre che si leggono di rado poesie belle in questo sito. Io non lo penso e non mi sento all'altezza di scriverlo. Primo perchè credo nessuno di noi è in grado di leggere tutto, secondo perchè molti scrivono credendoci e comunque ogni poesia per ogni autore credo sia come una creatura... Appena nata.

Un caro saluto con tutta la sincerità possibile  :angel:

Offline Amara

Re: Vi va di fare una critica a questo testo?
« Risposta #6 il: Lunedì 9 Agosto 2010, 00:58:13 »
..è una poesia che so di aver già letto..pur non ricordandone l'autore...
l'ho riletta molte volte.. notoriamente non ho le conoscenze per una disamina tecnica...
ma mi piace molto... sia nelle immagini che nella forma..
l'unica perplessità che avevo era il secondo verso... ma potrebbe forse essere una citazione..
perciò... pur facendo a modo mio le pulci... mi arrendo... mi piace..
l'ultima strofa.. mi ha particolarmente emozionato...

sarebbe bello che ognuno potesse dire ciò che pensa.. senza essere bacchettato sulle dita per questo...
Il dubbio è uno dei nomi dell'intelligenza
(J. L. Borges)

Offline Anna Elvira Cuomo

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Re: Vi va di fare una critica a questo testo?
« Risposta #7 il: Lunedì 9 Agosto 2010, 07:59:22 »
Non intervengo molto nel forum ma, a l'invito del Conte davvero non si può dire di no essendo esso così garbato e nel contempo deciso; non nascondo che tempo addietro mi rivolsi a lui chiedendogli se gentilmente potesse indicarmi quali fossero le pecche del mio scrivere, questo almeno dal punto di vista metrico etc, mi accontentò, capii cosa intendesse dire, cominciai a rivedere i miei testi sotto il suo punto di vista e "modificarli", ma mi accorgevo che così facendo ne modificavo il significato.
Chiaramente neanche io son nessuno in poesia e mi piace identificarmi come l'amico Pasquino (che dolce) mi ha insegnato ovvero "narratrice"; detto ciò scriverò quello che, di primo acchitto, mi comunica questa, a mio parere, splendida lirica. Innanzi tutto l'esame fatto da Toschi (piacere Anna) rispecchia a pieno quello che anche io ho inteso, parlo dello scenario, in più ho recepito come un senso di disfatta, rassegnazione oserei dire, nel senso che chi narra vuol mettere in risalto il fatto che stiam tutti lì a guardare e scrutare ma nessuno "vede" veramente, nessuno "sente" quelle urla davvero e ne recepisce il messaggio.
Sarà che questo tema mi è molto familiare ricorrendo, lo stesso, molte volte in ciò che scrivo, cioè quel senso di asfissia che si prova quando si cerca di far capire, si cerca di comunicare ciò che si ha dentro ma che, per pudore, non si dice chiaramente, nascondendo più profondi significati tra assonanze, rime a volte ermetiche anzi, più sono ermetiche e più "l'urlo" è forte. Che dire, grazie Conte sarebbe bello  che tu squartassi ancora i miei scritti, non sono una brava discepola ma, come mi hai detto tu, scrivo di pancia.
a presto
Anna
P.S. mi insegnate ad usare bene questo luogo? come mai vedo dei post molto lunghi ed io invece non riesco ad andare più avanti di così?
« Ultima modifica: Lunedì 9 Agosto 2010, 08:01:03 da Anna Elvira Cuomo »
Anna Elvira Cuomo (Anna Sugar)

pattyrose

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Re: Vi va di fare una critica a questo testo?
« Risposta #8 il: Lunedì 9 Agosto 2010, 08:47:56 »
sarebbe bello che ognuno potesse dire ciò che pensa.. senza essere bacchettato sulle dita per questo...

Carissima amica, penso che questo piccolissimo stralcio del tuo post sia rivolto a me, se non lo è poco importa. Ognuno può dire ciò che pensa e nessuno vien bacchettato sulle dita. Ho solo espresso un mio pensiero che si scontra con quello di alcuni che spesso e volentieri scrivono che su questo sito c'è poesia da buttare come fosse immondizia. Non è comunque rispettoso per chi scrive qui a prescindere da ogni altra considerazione, anzi dico una cosa in più leggete più che potete tutti... e tutto... Quando possibile.

Offline paolo corinto tiberio

Re: Vi va di fare una critica a questo testo?
« Risposta #9 il: Lunedì 9 Agosto 2010, 15:58:16 »
l'incipit è notevole... invoglia la continuazione della lettura e inserisce docilmente tra i "figuranti dai cuori a forma di salvadanaio" successivamente chiamati "ritratti urlati" che dà anche il titolo al testo... il soggetto è lì, lo dice, in mezzo ad un evento probabilmente disastroso, ripreso da telecamere "distratte"... tra sangue e attrezzature per registrare la dura e vera realtà (da trasformare in seguito in finzione)... personalmente avrei tagliato un po' di pronomi dimostrati che abbondano (quei, quei, quelle)... la chiusa è decisa ed amara... poesia decente
salvatico è quel che si salva

Offline Marina Como

Re: Vi va di fare una critica a questo testo?
« Risposta #10 il: Lunedì 9 Agosto 2010, 19:14:53 »

Ritratti urlati

Tu non mi hai vista tra quei figuranti
dai cuori a forma di salvadanaio

io ero lì, in quei ritratti urlati,
tra il filo dei pensieri
e il marciapiede
una spanna sotto la follia

tra riflettori accesi sulla gente
in quei crocicchi di periferia
su sguardi affranti e fissi
nelle parole che annientano il dolore

nel lieve mormorio di telecamere distratte
in quelle inquadrature sul selciato
che soffocano il pianto e la speranza

tra mani insanguinate e
antenne paraboliche sui tetti
con madri disperate a martoriare ventri
per partorire ancora nel dolore
figli da offrire a un dio che s’è distratto

Confesso che mi ha molto entusiasmato la lettura dal punto di vista musicale, ma la ho trovata troppo ricca di immagini, quasi ripetitive e confusionarie. Mi spiego meglio.
Alla prima lettura ho faticato a percepire altro che non l'amarezza per il dolore del vivere, e l'intrusione dei mass-media che annientano il dolore.
Ma a me piacciono le poesie che in qualche maniera, specie in questo caso, "riavvolgono" un pochino il nastro del discorso.
L'ottimo inizio, mette in primo piano la nostra persona, che poi sparisce (forse giustamente identificandosi con la folla) ma, non so, mi è venuto da chiedermi: e tu, lì, come ti senti? Cosa fai? Nulla, la risposta è nulla, se non rassegnarsi.
Inoltre, dicevo, ho faticato nel decifrare il significato dei versi (che si richiamano e ripetono il concetto) "nelle parole...dolore" "soffocano...speranza" poichè dalla struttura esse sono legate alla sofferenza, a prima lettura, le parole che soffocano il dolore potrebbero essere quelle amiche, invece no: sono le telecamere che rendendolo mediatico, lo sminuiscono. Ecco, questi versi li avrei legati diversamente, forse in una diversa struttura, o in un variato susseguirsi dei versi.
Sono solo le mie impressioni, ma come se l'autore si sia sforzato di "appesantirne" la comprensione: per me un vero peccato.
Se voglio fare la stronza ci riesco bene.  Talmente bene che quasi quasi ci sono. O forse ci sono.  Si, deciso.

Offline Amara

Re: Vi va di fare una critica a questo testo?
« Risposta #11 il: Lunedì 9 Agosto 2010, 19:26:47 »
Inoltre, dicevo, ho faticato nel decifrare il significato dei versi (che si richiamano e ripetono il concetto) "nelle parole...dolore" "soffocano...speranza" poichè dalla struttura esse sono legate alla sofferenza, a prima lettura, le parole che soffocano il dolore potrebbero essere quelle amiche, invece no: sono le telecamere che rendendolo mediatico, lo sminuiscono.

..io qui lo avevo letto.. magari sbagliando... non tanto nello sminuire.. ma proprio nel soffocare fisicamente.. con la presenza accalcata ed asfissiante...e tutto il testo la fa sentire questa mancanza d'aria e umanità...
Il dubbio è uno dei nomi dell'intelligenza
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Offline Amara

Re: Vi va di fare una critica a questo testo?
« Risposta #12 il: Lunedì 9 Agosto 2010, 19:35:58 »
L'ottimo inizio, mette in primo piano la nostra persona, che poi sparisce (forse giustamente identificandosi con la folla) ma, non so, mi è venuto da chiedermi: e tu, lì, come ti senti? Cosa fai? Nulla, la risposta è nulla, se non rassegnarsi.
... leggendo questa parte dell'intervento di marina.. sono tornata ancora sul testo per vederlo attraverso le sue parole... la sensazione è duplice... lei.. è forse quella che è sul selciato a giustificare il circo.. la vittima... ma nel contempo.. assume quasi connotazioni di un angelo del dolore... che vede con chiarezza i diversi piani di realtà che stridono tra loro: lo spettacolo.. e la disperazione...
« Ultima modifica: Lunedì 9 Agosto 2010, 19:39:14 da Amara »
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Offline Alboraletti Enrica

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  • tra un fiore colto e l'altro donato,,,,,,,,,,,,,,,
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Re: Vi va di fare una critica a questo testo?
« Risposta #13 il: Lunedì 9 Agosto 2010, 19:42:34 »
,,,da prima volta mi attego alle sensazioni che il testo mi ha regalato,,,
,,sai, sapete,io c'ero,ero li.
Tu lui loro, nessuno mi ha visto.
Oh, tutti troppo presi dal tutto che ci viene propinato dalle telecamere,
sempre pronte a cogliere ,pianti dolori ,disperazione sangue.
Io c'ero,urlavo il limite della mia pazzia .
,,,,Ho chiesto aiuto, ma nessuno mi ha sentito.
La grande ,piaga dei nostri giorni ,non saper ascoltare a volte una sola parola ,
un sorriso possono mutare ,la nostra disperazione.

Offline Marina Como

Re: Vi va di fare una critica a questo testo?
« Risposta #14 il: Lunedì 9 Agosto 2010, 19:57:53 »

 mi è venuto da chiedermi: e tu, lì, come ti senti? Cosa fai? Nulla, la risposta è nulla, se non rassegnarsi.
Errata corrige: se non rassegnarsi sino ad impazziere consapevole.
Se voglio fare la stronza ci riesco bene.  Talmente bene che quasi quasi ci sono. O forse ci sono.  Si, deciso.