Ottimo topic.
Non scrivo moltissimo sul forum ,ma quasi sempre leggo quel che viene dibattuto, perchè trovo ottimi spunti, e se vedo che ci sono delle considerazioni da aggiungere o cose su cui,in effetti non sono d'accordo, alloro aggiungo anche il mio contributo. La trovo una condotta corretta.
Penso che per un sito in cui si condividano le emozioni, sia sempre molto interessante (non sempre, ma ogni tanto)un topic diverso dal solito, che dia spunti di carattere sociale.
Quello che ha aperto Venere è davvero molto particolare e noto a tutti, nelle sue problematiche piu' diffuse ed anche molto gravi.
Quoto l'intervento di Stellaerratica, che ha esposto in maniera molto esaustiva, l'argomentazione, con l'aggiunta di una considerazione finale,sul fatto che chi giunga da un altro paese in Italia, non possa pretendere di comandare,comportandosi anche male,ma si debba adeguare ad una condotta piu' assennata.
A prescindere dalla considerazioni personali che possono essere più o meno giuste, più o meno legate al proprio vissuto personale oppure ad una convinzione di carattere morale e sociale, io preferirei appianare ogni considerazione partendo da un presupposto: cosa intendiamo per tolleranza? Perchè è una questione basilare chiarire questo concetto.
Se non sopporto , le differenze, se mi sento al sicuro solo con persone che in qualche maniera la pensano al mio stesso modo, nel contesto delle mia struttura sociale,se discrimino per il colore della pelle, per la classe sociale , per la religione, per il paese di provenienza, per le tradizioni "diverse" ... allora sono un intollerante, e non c'è nulla da dire,non ci sono scuse.La mia chiusura mentale è tale, da indurre anche la controparte, ad attuare gli stessi ragionamenti,discriminando la mia posizione,per difesa.Non vedo oltre al mio modo di ragionare, e quindi ogni altra considerazione è un attentato alle mie convinzioni.
Quindi c'è un problema di base, legato ad una sorta di timori che alimentano un tipo di mentalità,che nel tempo viene radicata da un'intera cultura.
Sradicare questo tipo di struttura, è pressochè impossibile,nel modo in cui intendiamo muoversi, ovvero rimuovere ogni tipo di intolleranza e vivere in un mondo completamente aperto e libero in un breve lasso di tempo.
C'è bisogno di un'educazione di base che alimenti una nuova mentalità.
Rassegnatevi: per molte persone, fra cui mi ci metto volentieri, essere tolleranti è davvero difficile, essendo venuto a contatto molto tardi con questo genere di mentalità.Tutto è semplice quando si ha a che fare con l'argomento fuori dalle mura domenstiche, poi pero' quando tocca a noi esserne partecipi, riprediamo il vecchio vestito dell'intolleranza.
Saranno necessarie molte generazioni, per poter rendere la struttura sociale diversamente tollerante e solo i nostri figli , o i figli dei nostri figli potranno cominciare prendere consapevolezza di questo.Ed osservando le altre nazioni in cui prima di noi, è avvenuta un'immigrazione di massa con relativi sconvolgimenti sociali,non sono cosi ottimista circa le tempistiche di questa complessa operazione.
Come sottolineato, molte volte, neppure tolleriamo il vicino, che proviene dalla nostra stessa nazione, pur spostato di qualche centinaia di chilomentri ...E come diceva Pino Pennisi nel forum, fra le pieghe di questo disagio si inserisce lo sfruttamento, si alimentano disagi sociali, si coltivano tensioni che presto o tardi non tarderanno ad essere un problema notevole.
Noi che scriviamo poesie, per condividere le emozioni. come in ogni epoca è successo, siamo consapevoli delle condizioni che si verificano quotidianamente e fissiamo, a volte senza successo, altre con maggiore enfasi, queste peculiarità che tutti vedono, ma che pochi hanno il coraggio di affrontare per poter dare un piccolo contributo.