Autore Topic: Come scrivere poesia  (Letto 10780 volte)

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Offline Marina Como

Re: Come scrivere poesia
« Risposta #45 il: Lunedì 26 Luglio 2010, 00:14:34 »

Comunque, volevo anche dire che la visione evocativa della poesia è UN MODO di vedere la poesia.
oltre a questo, ce ne sono infiniti altri, che nella storia si sono succeduti.
Quindi l'evocatività non si può prendere come metro di giudizio di un'opera letteraria, ma solo come "gusto personale". che è rispettabilissimo, naturalmente.
Ma la poesia è anche altro, molto altro.
No, non credo di aver detto questo! Se ho detto o lasciato intendere una cosa del genere mi sono proprio spiegata male.
Il mio pensiero è solo che le immagini evocative sono uno dei mezzi della poesia, così come il ritmo, la struttura e le figure retoriche. Non è un MODO di vedere, è per me uno strumento della poesia. E come tutti gli strumenti non esclusivo: vi sono ottimi racconti con immagini evocative, così come con figure retoriche, fra i quali la metafora ne è solo un esempio. Mentre negli esordi la poesia  era tale soltanto perché aveva le rime, a seguito il ritmo e struttura, poi si è articolata con le figure retoriche, il taglio dei versi evocativo ed immagini evocative (che io rintraccio negli ermetici, ma pronta alla smentita, sapendo di essere abbastanza ignorante). Sicuramente i futuristi hanno "liberato" la poesia dagli schemi metrici. Insomma, io dico: non tutte le poesie contengono tutti i mezzi della poesia, ma sicuramente si servono di essi (tecnica poetica), tanto che oggi io mi chiedo:
il solo ausilio di forma dei versi metrici  e rime, può essere ancora oggi considerata poesia? Per me la risposta è sempre si, ma se mi chiedi se uno scritto esente da forma e versi metrici possa essere poesia, la mia risposta è si lo stesso. Altra domandina per i "classicisti": anche il taglio dei versi evocativo esisteva? Dove lo possiamo rintracciare storicamente come una tecnica della poesia? E' uno dei miei preferiti.
« Ultima modifica: Lunedì 26 Luglio 2010, 00:33:45 da Marina Como »
Se voglio fare la stronza ci riesco bene.  Talmente bene che quasi quasi ci sono. O forse ci sono.  Si, deciso.

Offline Amara

Re: Come scrivere poesia
« Risposta #46 il: Lunedì 26 Luglio 2010, 01:41:39 »
E' insomma così che ho deciso di tifare per il classicismo e di farne un esempio di vita e di letteratura..dopo il confronto con la modernità..mai mi sono precluso la lettura degli esempi contemporanei e se dovesse presentarsi un poeta alla pari di quello da me amati sarò ben felice di poterlo ugualmente ammirare..
..non condivido ma ovviamente rispetto il tuo gusto poetico... però.. farne un esempio di vita... mi pare operazione pericolosamente anacronistica... anzi.. sinceramente faccio anche fatica a comprendere cosa tu intenda...
scusa se ho esulato dal discorso poetico.. ma questa tua affermazione mi ha colpito...
Il dubbio è uno dei nomi dell'intelligenza
(J. L. Borges)

Offline Angelo Ricotta

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Re: Come scrivere poesia
« Risposta #47 il: Lunedì 26 Luglio 2010, 02:42:27 »
Ho estremamente apprezzato le dottissime disquisizioni di Pozzato e Ricotta sulla poesia latina, che mi hanno fatto apprendere alcune cose che ignoravo. Vorrei soltanto esprimere il mio parere sulle traduzioni poetiche, caldeggiate, se ho ben compreso, da Ricotta, ed osteggiate da Pozzato. Io tenderei a dare più ragione a quest'ultimo...


Certo, Antonio, mi rendo conto di quanto sia problematica una traduzione, in particolare di un testo poetico. C’è un interessante esempio riportato nell’introduzione di una raccolta di poesie di Tagore da parte di Alessandro Bausani (Tagore, Poesie, traduzione di Girolamo Mancuso, Newton Compton Editori, 1979). Ne riporto più sotto un frammento. Nella Nota alla Traduzione da parte di Girolamo Mancuso si dice infatti traduttore traditore e che Ezra Pound consigliava di <tradurre la poesia, non le parole> (facile a dirsi ma non a farsi!). C’è tutta una letteratura in merito; Mancuso consiglia ad esempio Roman Jakobson “Aspetti linguistici della traduzione” in Saggi di linguistica generale p.64.  ma senz’altro esistono testi più recenti. Tagore scriveva in bengali ma conoscendo abbastanza bene l’inglese tradusse egli stesso molte sue opere modificandole per adattarle, secondo lui, alla sensibilità occidentale. La singolarità di questo esempio è che Tagore tradusse le sue poesie in inglese mettendole in prosa e il traduttore in italiano ha tradotto dall’inglese mettendole in versi! Afferma il traduttore <Una prosa che, anche nella traduzione letterale, si organizza in versi naturalmente e quasi da sola. Io non ho fatto altro che recepire questa tensione…>.
La poesia illustrata dal Bausani è tratta dal Gitanjali (XVIII), ne riporto i primi quattro versi dei venti dell’originale ponendo il bengali sopra e la traduzione letterale italiana sotto.

mégher  pore    mégh   jomeche
di-nube  sopra   nubi    si-sono-ammassate

àndhar   kòre   àshe
tenebra  fatta  viene

àmay  keno     bòshe  rakho
me     perché  seduto tieni

éka    ddàrer         pàshe?
solo   della-porta   presso?

Il bengali possiede un accento ritmico sulla prima sillaba, non so però perché non sia indicato su tutte le parole.
In bengali kh si pronuncia come c di casa e jh come g in genio seguita da aspirazione. Notare che i suffissi –er o –r sono dei genitivi (megh=nuvola; megher=della nuvola) e che –e può essere una specie di locativo. Inoltre esistono verbi composti (tenebra fatta viene=si vien facendo scuro), ecc.

In linguaggio un po’ più corrente suona (secondo me perché nel testo è un po’ diverso)

Nubi su nubi si accumulano
si vien facendo scuro
Perché mi tieni seduto
presso la porta soltanto?

La ritraduzione dall’inglese è:

Nubi su nubi si addensano
e si fa buio
Amore mio, perché mi lasci tutto solo
ad attendere fuori della porta?

Che ne dici, si perde poi tanto secondo te nelle varie forme?

Infine come scrive Bausani <Non va dimenticato che le poesie tagoriane, come del resto molte o tutte le poesie non solo indiane ma asiatiche in genere, sono fatte per essere cantate, non dette, o, peggio ancora, intellettualisticamente pensate. E si tratta di un canto che il mondo attuale, molto più nervoso e agitato del tradizionale, chiama in genere “monotono” e sente come tale, perché è pacificante, tranquillizzante, non agitato>. Tagore stesso ha musicato le sue poesie. Comunque la situazione attuale in Oriente è abbastanza diversa e i nuovi artisti si sono molto occidentalizzati pur rispettando sommamente la loro tradizione.

Offline Antonio Terracciano

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Re: Come scrivere poesia
« Risposta #48 il: Lunedì 26 Luglio 2010, 08:12:18 »
Mi hai quasi convinto, Angelo, rispondendo alla mia osservazione sulle traduzioni, tanto più che hai citato il grande Alessandro Bausani,del quale, quando insegnava a Napoli, ho assistito ad alcune indimenticabili lezioni di glottologia, quando ero giovane. Resta il fatto che fare una buona traduzione poetica è un'impresa lunga e ardua (il De Nardis, per esempio, impiegò ben sette anni per rendere nel migliore dei modi, perdendo, però, naturalmente la musica e la magia delle rime) le poco più di cento poesie delle "Fleurs du mal" di Baudelaire ). I traduttori sono quasi degli eroi!

Offline Francesco Pozzato

Re: Come scrivere poesia
« Risposta #49 il: Lunedì 26 Luglio 2010, 13:42:12 »
Una delle traduzioni più interessanti che abbia incontrato in questo periodo è di P. Beltrami dal Chevalier de la charette di Chretien de Troyes..in questa sua opera, Beltrami ha mantenuto la lunghezza metrica dell'octosyllabes francese (trasposto in novenario) e ha pure mantenuto le rime baciate in distici..è ovvio però che alcuni nessi o perifrasi sono state un pò tirate per i capelli..si può certo mantenere il cuore del compinimento, ma le sfaccettature che lo rendono tale un pò si perdono..
per rispondere ad Amara, diciamo che io mi sento più Machiavelli che Guicciardini, ovvero, per me l'uomo cambia interessi, si esprime in modi diversi, cambia idee, ma la sua sostanza rimane immutata nel corso della storia..quindi non credo nell'anacronismo da te veleggiato..penso invece che i grandi pensatori classici abbiano molto da insegnarci..penso che se l'umanità leggesse più Seneca e meno Moccia ne trarrebbero giovamento..penso che in questo modo si possa giungere all'ideale di humanitas che sottosta al principio di fratellanza cristiana e perché no illuminista..
"Per chi ho studiato tutto questo?"
"Non devi temere di aver perso tempo, Lucilio, se avessi anche soltanto imparato per te stesso!"
proviamo ad osservare il classicismo con occhi diversi, con meno pregiudizi..proviamo ad applicare gli insegnamenti etico-morali ai giorni nostri..proviamoci!non costa nulla!al massimo cancelleremo questo tentativo..per me, tuttavia, Historia et Philosophia magistrae vitae..proviamo
Francesco, scudiero dei classici

Offline Angelo Ricotta

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Re: Come scrivere poesia
« Risposta #50 il: Lunedì 26 Luglio 2010, 15:17:56 »
Altra domandina per i "classicisti": anche il taglio dei versi evocativo esisteva? Dove lo possiamo rintracciare storicamente come una tecnica della poesia? E' uno dei miei preferiti.
Io non sono un "classicista" ma trovo che l'Iliade e l'Odissea siano piene di immagini potentemente evocative e anche di molte figure retoriche.


Offline Francesco Pozzato

Re: Come scrivere poesia
« Risposta #51 il: Giovedì 29 Luglio 2010, 18:33:47 »
Abbiamo tirato qualche somma nel frattempo? Proviamo il giochino fatto già da Pietro Bembo nel '500? Ognuno motivi le sue risposte però..
La domanda da 1 milione di dollari: noi, i manzoniani posteri, consideriamo vincitori della sfida poetica i classici o i moderni? Scatenate l'inferno!
Francesco, scudiero dei classici

Salvatore Ferranti

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Re: Come scrivere poesia
« Risposta #52 il: Giovedì 29 Luglio 2010, 21:01:10 »
Abbiamo tirato qualche somma nel frattempo? Proviamo il giochino fatto già da Pietro Bembo nel '500? Ognuno motivi le sue risposte però..
La domanda da 1 milione di dollari: noi, i manzoniani posteri, consideriamo vincitori della sfida poetica i classici o i moderni? Scatenate l'inferno!

Caro francesco, non è facile dirlo...

Offline Amara

Re: Come scrivere poesia
« Risposta #53 il: Giovedì 29 Luglio 2010, 21:41:10 »
..nessun inferno Franceso... ;D
anzi... il paradiso della parola...

non butto i classici.. anzi.. continuo ad amarli...
ma credo che nulla possa rimanere fermo.. nemmeno la poesia...
e penso che farne fuori dagli schemi.. sia cosa per pochi.. ed una sfida ancora più stimolante... (non parlo ovviamente di me..)..

dopo tutto ciò che ho letto qui.. ho soltanto il rammarico della mia ignoranza... e penso che, comunque la si pensi, sarebbe bello ed opportuno farlo su basi solide...
ma per leggerla ed amarla..(la poesia tutta).. forse basta saperla sentire...
Il dubbio è uno dei nomi dell'intelligenza
(J. L. Borges)

Salvatore Ferranti

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Re: Come scrivere poesia
« Risposta #54 il: Giovedì 29 Luglio 2010, 21:55:05 »
..nessun inferno Franceso... ;D
anzi... il paradiso della parola...

non butto i classici.. anzi.. continuo ad amarli...
ma credo che nulla possa rimanere fermo.. nemmeno la poesia...
e penso che farne fuori dagli schemi.. sia cosa per pochi.. ed una sfida ancora più stimolante... (non parlo ovviamente di me..)..

dopo tutto ciò che ho letto qui.. ho soltanto il rammarico della mia ignoranza... e penso che, comunque la si pensi, sarebbe bello ed opportuno farlo su basi solide...
ma per leggerla ed amarla..(la poesia tutta).. forse basta saperla sentire...


concordo con te, Amara.
oltre alle basi solide, occorre "saperla sentire", la Poesia...

Offline Marina Como

Re: Come scrivere poesia
« Risposta #55 il: Giovedì 29 Luglio 2010, 22:33:02 »
 :D  Tempora sic fugiunt parinter parinterque et nova secuntur sum semper
/Orazio/.  (Ugualmente fuggono i  tempi, ed allo stesso modo ne seguono altri, e sono sempre nuovi)
Se voglio fare la stronza ci riesco bene.  Talmente bene che quasi quasi ci sono. O forse ci sono.  Si, deciso.

Offline Francesco Pozzato

Re: Come scrivere poesia
« Risposta #56 il: Giovedì 29 Luglio 2010, 22:48:31 »
Forse abbiamo perso il filo del discorso..la questione non è: facciamo poesia nel modo sbagliato, dobbiamo tornare a scrivere come 2000 anni fa, o non c'è più nulla da fare..
Capisco bene che i tempi sono cambiati, che bisogna adeguarsi e non perdere il treno..
Sto solo chiedendo a pari capacità e opportunità si è dimostrata migliore la nostra poesia o quella degli antichi?
Il miglior poeta del momento, inserito nel suo tempo e nella sua società, lo possiamo paragonare ad Orazio? E' migliore di costui o peggiore?
Mi pare che la sfumatura della domanda sia leggermente diversa..
Francesco, scudiero dei classici

Offline Francesco Pozzato

Re: Come scrivere poesia
« Risposta #57 il: Giovedì 29 Luglio 2010, 22:53:28 »
Esempio: prendiamo il massimo poeta medievale italiano, caro vecchio padre Dante..
E' superiore o inferiore o pari a Virgilio?
Per me decisamente superiore (per numerosi tratti che non mi pare opportuno elencare o discutere)
Ora visto che la discussione non concerne solamente i classici, vi chiedo: E. Montale, uno dei più grandi, se non il massimo poeta del '900 italiano, per la sua profondità di pensiero sul fine esistenziale dell'uomo è paragonabile ad Orazio, che si pone i medesimi problemi? Se sì, in quali termini?
Sapreste tratteggiare un'analisi comparata di questi due autori? Mi piacerebbe molto sentire le vostre opinioni a riguardo.. scriverò qualcosa anch'io a riguardo..
Francesco, scudiero dei classici

Monilèo

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Re: Come scrivere poesia
« Risposta #58 il: Venerdì 30 Luglio 2010, 09:42:23 »
Piacerebbe anche a me entrare in questa discussione. Però come posso osare ciò? Di fronte alla forbita ed ostentata eleganza di un signor Pozzato, di fronte al suo presuntuoso ma dovuto distacco dagli altri per la sua superiorità, come potrebbe un paria come me avere tanto coraggio? Non so se al signor Pozzato è sufficiente che io mi rivolga a lui con il "lei". O è troppo confidenziale? Lui comprende certamente il mio dire. Gli altri invece si meraviglieranno un po', anche se sanno che dico sempre quel che penso. Pozzato è un signore che sta in cima alla cordata. E gli alltri li guarda tutti con distacco, conscio della sua innegabile e accettata superiosità. Chiudo con questo riconoscimento.

Monilèo

Salvatore Ferranti

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Re: Come scrivere poesia
« Risposta #59 il: Venerdì 30 Luglio 2010, 12:07:51 »
Piacerebbe anche a me entrare in questa discussione. Però come posso osare ciò? Di fronte alla forbita ed ostentata eleganza di un signor Pozzato, di fronte al suo presuntuoso ma dovuto distacco dagli altri per la sua superiorità, come potrebbe un paria come me avere tanto coraggio? Non so se al signor Pozzato è sufficiente che io mi rivolga a lui con il "lei". O è troppo confidenziale? Lui comprende certamente il mio dire. Gli altri invece si meraviglieranno un po', anche se sanno che dico sempre quel che penso. Pozzato è un signore che sta in cima alla cordata. E gli alltri li guarda tutti con distacco, conscio della sua innegabile e accettata superiosità. Chiudo con questo riconoscimento.

Monilèo

Francesco è un ragazzo molto intelligente invece. e per nulla presuntuoso.
sta solo cercando di dare vita ad una discussione interessante...