L'arte è in origine un saper fare, ovvero l'acquisizione delle tecniche necessarie a fare bene qualcosa. Questo tipo di concezione è certamente inadeguato a definire l'arte quale la intendiamo noi, nel XXI secolo. Tuttavia l'arte rimane essenzialmente un fare: “se ci si preoccupa di quel che ho voluto dire in una certa poesia, rispondo che non ho voluto dire, ma voluto fare, e che fu l'intenzione di fare che ha voluto ciò che ho detto” (Paul Valery). Il fare artistico deve essere creativo, originale, ispirato.
Ma che cosa è l'ispirazione? Certamente una forma di conoscenza, un sentire, infatti l'arte, in quanto esperienza estetica, è conoscenza sensibile, intuizione, un sentire immediato (nel senso di non mediato), e a tal riguardo si distingue dalla conoscenza speculativa e concettuale. Al sentire, l'arte fa riferimento sia per l'ispirazione, sia per l'espressione, anche il fruitore dell'opera sente qualcosa tramite l'opera, infatti un' opera d'arte va sentita prima che capita, la peculiarità della conoscenza ispirata che la ha generata è quella di non essere esprimibile in maniera compiuta: l'interpretazione di un'opera d'arte non può mai risolverla completamente, resta sempre inesauribile, l'opera d'arte non è riducibile ad un significato, rimane sempre qualche cosa d'altro.
Fermo questo, l'oggetto dell'ispirazione può essere pensato come si vuole: il mondo delle idee platoniche: l'idea del bello, il mistero ineffabile della natura, le indecifrabili profondità dell'inconscio...
Poiché intende esprimere qualcosa di inesprimibile l'arte deve ogni volta inventarsi un linguaggio nuovo e unico, ecco le categorie della creatività e dell'originalità. Le tecniche di cui l'artista è in possesso sono un mezzo attraverso il quale egli può creare di volta in volta questo linguaggio originale attraverso il quale esprimere e soprattutto far sentire agli altri la conoscenza che ha colto nell'ispirazione.
Ecco allora: Travaglio si risolve nel contenuto del suo articolo, in Wilde il contenuto può essere del tutto accidentale, c'è qualcos'altro di irriducibile che il lettore sente, qualcosa che il fare artistico, misteriosamente ispirato, vi ha concretizzato.