Quoto Amara per la partenza: ottima e semplice.
Vorrei fare degli esempi e li farò, per poterne discutere assieme, tipo...
Oggetto Parigi:
-una descrizione tursistica, ben fatta, della città.
-una poesia su Parigi: ''Paesaggio'' dai ''Quadri Parigini'' di Baudelaire.
Per adesso posterò i due testi e poi prometto che cercherò di discuterli; ci proverò.
-Descrizione di Parigi-
Passeggiare per Parigi è un'esperienza unica nel suo genere.
I grandi viali alberati, i palazzi illuminati, i piccoli bistrot agli angoli delle strade, il profumo delle baguette appena sfornate: tutto odora di storia, arte, e cultura, in una città che grazie a un grande passato si sta costruendo un meraviglioso futuro.
Una città viva, che lungo la poesia della Senna fa innamorare di sé chiunque ci metta piede. Una città giovane, all'insegna della moda e delle ultime tendenze, che attirano qui migliaia di ragazzi d'ogni credo ed età.
Ogni via della città è una scoperta, ogni quartiere un piccolo mondo a sé stante in cui perdersi fra le sue mille anime.
Dalle gioiellerie di Place Vendome ai bistrot del Marais, dalla letteratura di Saint Germain all'arte di Montmartre.
Parigi è luce. Quella chiara dei suoi cieli primaverili, quella tenue dei suoi monumenti, quella brillante dei mesi natalizi, quando la città si veste a festa, e spiega ancor più il suo soprannome di Ville Lumière, la città delle luci.
Girare Parigi è facile, grazie alle sue 18 linee di metrò capaci di condurvi in qualunque zona vogliate andare.
Ma il segreto per capire la città degli innamorati è uno solo: uscire per strada e cominciare a camminare, senza una meta. Arrivando in posti sconosciuti, grazie ai quali sarà possibile rendersi conto ancor di più di quanto questa città sappia regalare ai suoi visitatori. Sicuri, che appena lasceranno la città, in pochi istanti sentiranno di aver perso qualcosa, ritrovabile solo tornando qui.
Perché che sia la prima o la centesima visita, giungere a Parigi è ogni volta qualcosa di speciale.
Un'esperienza capace di lasciare nel cuore emozioni sempre nuove.
di Niccolò Pagani