1. Il disprezzo risulta dal tono che usi, dalle parole che usi.
2. Considerare la festa delle donne solo in base ad un incidente sul lavoro, come anche considerare il 1 maggio, è riduttivo e serve a non comprendere il vero motivo che è alla loro base.
Il motivo per cui c'è la festa delle donne è il cumulo di secoli nei quali l'essere donna voleva dire essere sfruttata (sia economicamente come lavoro a basso prezzo, sia socialmente come allevatrice di figli, cuoca e tuttofare nelle famiglie come madre e accessorio sessuale come moglie), ed il fatto che ancora oggi è così non solo nei paesi del terzo mondo ma ancora anche qui.
Crescere pensando che la festa delle donne sia motivata da un incendio, per quanto grave, vuol dire essere stato cresciuto proprio nella stessa cultura che le ha utilizzate come ho detto sopra, e per di più, una volta cresciuto ed avuto la possibilità di capire come realmente stanno le cose, non averlo voluto fare.
Sarebbe come considerare il Martin Luther King Day come motivato solo dall'uccisione di Martin Luther King, e non dai secoli di schiavitù, violenza e sfruttamento degli afroamericani e dei paesi africani. E parlo non solo di quello che dici tu, ma anche di quante ragazze e donne lo pensano (una specie di San Valentino o di Halloween, ma per sole donne), non comprendendone i veri motivi ed essendo in un certo senso strumentalizzate dalla mentalità per abolire la quale è nata la festa della donna.
3. Lo sfruttamento delle donne (in cui rientra non solo utilizzare il loro lavoro come operaie e segretarie, impiegate, ma anche negare ogni possibilità di crescita professionale) è sia causato da motivi di ordine psicologico-sociale, sia da motivi economici. Non è solo un pregiudizio psicologico (figuriamoci, poi ha le "sue cose" e diventa inaffidabile una settimana al mese!) quello che spinge un amministratore delegato a non nominare un dirigente donna, ma anche considerare un danno economico l'avere ferie o permessi per la maternità (non tanto per il costo vero e proprio che viene risarcito, ma il costo aziendale di avere un quadro o dirigente in meno). Il fatto che la maternità la possano prendere anche gli uomini non vuol dire che la prendano. Tra il fare una legge ed il fatto che sia accettata, fatta propria ed applicata comunemente, c'è un oceano di differenza. Ad esempio la legge sulla parità uomo-donna sul lavoro, buona, ma non vuol dire che crei effettivamente la parità. Ottimo che vi sia parità negli orari e nei compensi alla linea di produzione, ovvio, certo è un passo avanti e risana una ingiustizia, ma la vera parità che conta è quella di chi firma gli assegni o siede in consiglio di amministrazione, non solo di chi avvita bulloni o cuce tomaie.