Mi intrometto, io uomo, io maschio, io altro dalla donna, in questa discussione tipicamente femminile sull’essere donna. E lo faccio per amore della Donna.
Vorrei porre, in via preliminare, alcune domande, per meglio comprendere di cosa si stia parlando. La prima: a cosa fate riferimento quando parlate di “femminismo”? Al movimento storico, politico, culturale e sociale che ha raggiunto il suo apice negli anni Sessanta? Al femminismo liberale, a quello socialista o a quello anarchico? Alle “suffraggette” e alle “red stockings”? O forse al femminismo radicale tradizionale o quello “radicalesbians”? Parliamo di identità, genere o sessualità?
Mi perdonerete le tante domande: sono necessarie. Perché altrimenti, in quanto donne, siete passibili dell’accusa che da sempre vi viene mossa dalla presunta “superiorità maschile”, che è quella di essere generiche, qualunquiste e intellettualmente poco acute. E vorrei darvi l’opportunità di smentire quei bruti maschiacci che traggono conclusioni sbagliate, del tipo: "Le donne non hanno la capacità di condurre una discussione intellettuale senza arrivare a scannarsi"....