Autore Topic: Sul concetto di Poesia  (Letto 11553 volte)

0 Utenti e 1 Visitatore stanno visualizzando questo topic.

Salvatore Ferranti

  • Visitatore
Re: Sul concetto di Poesia
« Risposta #15 il: Martedì 8 Giugno 2010, 12:10:53 »
Io lo ripeto da sempre: non tutti siamo poeti.
ma tutti ci possiamo provare. ed è già importante....

Offline Angelo Michele Cozza

  • Autore CS
  • Autore
  • *
  • Post: 2
  • Sesso: Maschio
  • un uomo qualunque
  • Nel sito Scrivere: Le sue poesie
Re: Sul concetto di Poesia
« Risposta #16 il: Mercoledì 9 Giugno 2010, 02:45:21 »
Perchè scrivo poesie.....
Caro amico e’ naturale e doveroso ringraziarti per la generosità
di giudizio e l’abbondanza di lusinghe per quanto, goffamente, ma sempre
spinto dal cuore più che dalla velleità di far poesia, sono andato
elaborando nel corso di questi anni. Credo che da uno ’scugnizzo’ non si
potesse pretendere di più. Non ho voluto altro che dare sfogo alle ‘voci
di dentro’, quelle che spesso non si ascoltano o si mettono a tacere per
difettiva virilità’ interiore o ancora perché la riflessione e
l’introspezione sono distratti da altre occupazioni. Dai miei sgorbi
letterati traspare spesso un sottofondo di tristezze e io non ho voluto
eludere le pene del mio animo per apparire quello che non sono: un uomo
spesso assalito da crisi esistenziali fin dalla giovinezza. Il mondo in
cui viviamo ha le sue costrizioni scritte e non scritte a cui bisogna
obbedire per non proporre edizioni straordinarie di se stessi o altri
calchi dalla fisionomia inconsueta che mostrino un’autenticità
primitiva. Io non ho voluto controfigure! Ma ciò che in noi è, se non
riceve l’assenso permissivo degli schematismi comportamentali, deve
essere represso? Non si uccide il sé invisibile reprimendo l’essenza
più’ profonda della nostra coscienza, se i pensieri forziamo a
nascondersi ogni qualvolta temiamo che il loro nudo e schiamazzante
apparire possa far sobbalzare i dormienti o i rassegnati secolarizzati
chetati dai loro nirvana? Dispieghiamoci e lasciamo intravedere le
nostre venature e sfumature, gli strozzi che impediscono il fluire
scorrevole del nostro sangue, le estese chiazze di cattivo umore, le
tarmature e le trame che raffigurano con metaforiche rappresentazione le
idealità e i disinganni che ci sostennero o patimmo quando si andava
sviluppando la nostra vita lungo i gradienti del tempo che, ad ogni
tangenza significativa, ci provava e convinceva della nostra mera
apparenza, maschera che banale reclamava una centralità che non aveva,
né può’ avere. Si vive perché ci e’ dato vivere cosi’ come esiste il
sole e nessuna ragione definitiva o specifica può dirci perché esso sia
collocato in un punto privo di coordinate dell’adimensionale universo.
Ma abbiamo tuttavia bisogno, euclidei, di assegnarci uno spazio in cui
affermare la nostra esistenza, di crearci un convincimento che ci
allontani dall’inutilità di sapere di noi e degli altri poiché
incolmabile resterà sempre l’ancestrale ignoranza. Nella fluttuazione
dei sentimenti e nella casuale serpentina degli anni vividi è facile
declamarne le ascese e gli abbrivi ma il raccontare la delusione per il
loro reclinare più tardi è molto difficile, oserei dire ‘doloroso’.
Salvo qualche raro contro esempio nelle cronache del cuore che ho
editato, centrale sempre appariva il trauma doloroso e esistenziale del
distacco da ciò a cui avremmo sempre voluto rimanere attaccati:
l’affetto, l’amore con i suoi scrosci tante volte immaginato quando alto
era il fervore dell’animo, frizzante la giovinezza e i suoi brividi ci
attraversavano per un futuro in divenire, lo straripamento di
un’emozione fantastica improvvisatasi. Quando ’si smette di non sapere’
l’avanzare dello scavo che la vanga del logorio opera silenziosa e
prendiamo appunti sui nostri rinsecchimenti, soli e senza promesse
mantenibile di immortalità, si leva la disperazione contro l’inevitabile
decadenza e scomponimento della propria vita. Opposizione inutile,
disperata fallibile eppure sostenuta con tanta forza spirituale e
commovente! Si necessita di uno sfogo, si inventa una valvola di sfiato
che regoli la pressione delle siderali paure e ci consenta il non
esplodere con una deflagrazione che ci restituirebbe alla polvere da cui
siamo venuti.

Offline Angelo Michele Cozza

  • Autore CS
  • Autore
  • *
  • Post: 2
  • Sesso: Maschio
  • un uomo qualunque
  • Nel sito Scrivere: Le sue poesie
Re: Sul concetto di Poesia
« Risposta #17 il: Mercoledì 9 Giugno 2010, 02:46:45 »
continuazione post precedente
I momenti in cui si fa buio e le stelle vacillano si
immillano e conservare intatta l’abitudine di vivere, senza chiedercene
il perché, diventa sempre più problematico e allora si cede: trionfa e
si afferma il non senso. La maschera più non vuol stare sul volto e se
ci guardiamo allo specchio si mostrano le devastazioni che celammo agli
altri e a noi stessi. Nulla più può accadere per interrompere l’adagio
precipitare sullo scivolo vorticoso del nulla e così ci si illude che
forse, ancora, l’amore sia capace di distrarre la nostra attenzione
puntata sui tornanti discendenti che di volta in volta impegniamo. Non è
forse in Eros il principio della vita? Nelle cose che sono andato
scrivendo, pur se a volte spicca la secchezza di essere. sempre
rintracciabile e divampante, è il desiderio dell’altro: ora visibile,
ora rimpianto, rincorso, prossimo o remoto. Era in questa fantastica
ansia di raggiungere il possesso di un amore indefinito, brama che non
tace e non si assopisce, che si andava disegnando l’ordito
dell’epressione creativa: fili di tinte diverse presi a caso dalla
merceria della memoria e delle esperienze vissute per ottenere qualcosa
che evocasse una forma, un viso, un ricordo, un’emozione ormai
irreperibili nel presente e solo malinconicamente immaginabili. Io ho
scritto senza temi assegnati, senza tecnica o metodi propositivi, ho
messo le parole lì dove potevano stare, così come son venute, a caso in
uno sviluppo quasi selvaggio e indisciplinato e, spesso, in una
immediatezza istintiva ed emotiva più che cerebrale. Poche volte mi son
lasciato tiranneggiare dalla preoccupazione di dover rendere piacevole
ciò che gli altri avrebbero letto. Del mugolare e storcere il naso che
avrei raccolto poco importava: tanto era quello che sentivo e in quel
modo riuscivo ad esprimerlo. Non avrei potuto farlo secondo il ritmo e
gli accenti di quanti altri avrebbero approvato. Sovente si rintraccia
una sfacciata preminenza dell’io: egocentrismo da me non voluto e poi
mal sopportabile dal lettore occasionale che si fosse limitato ad un
testo specifico. Poesie ‘ stinte, intrise di atre cadenze esistenziali’
tratteggianti una psicologia mai arrendevole, pur se inclinata
dall’ineluttabilità di credere inutile ogni palpito di vita. Ma e’
possibile decretare inaccettabile quanto pur se in negativo si pensa?
Estravaganti elucubrazioni non hanno paritario diritto di proporsi
all’uditorio? Non va letta integralmente l’avventura del vivere, senza
omissioni, privata dell’usbergo di un ottimismo smoderato? Non devono
essere ascoltati coloro che cianciano nei lori silenzi disperati per un
vivo guardare analitico sotto la cutanea sostanza delle cose ultime, per
chi oramai la limpida notte è solo un ricordo e ha perso del giorno il
calore del sole? Figura solitaria la mia; ingegnoso intrigo
autobiografico di tristevoli accadimenti la mia antologia domani, ancora
meno leggibile in una stampa sbiadita.

Offline Antonella Borghini Anto Bee

Re: Sul concetto di Poesia
« Risposta #18 il: Giovedì 10 Giugno 2010, 09:30:57 »
ringrazio Amara per il richiamo al post di masman che ho trovato a dir poco interessantissimo.
Mi sento di esprimere una opinione in merito al concetto di poesia.
Nella poesia non c'è maniera. Come non ce n'è in nessuna forma d'arte. Se Picasso non si fosse spinto oltre, non esisterebbe il cubismo. Se Fontana non avesse tagliato le tele, non avremmo scoperto la spazialità oltre ad esse. Ma nemmeno, per citare all'indietro, se Caravaggio non avesse percepito il buio che crea la luce.
Tutto questo per dire che, a mio avviso, scrivere è l'emozione ed il superamento di essa. Scrivere è in primo luogo la tua emozione, esercitata con le mani, con le unghie, con tutto ciò che ti da la possibilità di trasmettere. Ma l'emozione non è solo un cielo blu o un mare verde è anche il  pellicano moribondo sulle coste americane; è la passione violenta di un desiderio carnale tra un uomo e una donna, e non posso descriverlo se non uso i termini appropriati. Senza volgarità, perchè la poesia, quella vera, anche con i termini "forti", non riesce mai e sottolineo mai, ad essere volgare.
Quando leggo le poesie nel sito, e me ne scuso forse apparirò superficiale; generalmente mi limito agli attacchi. Proseguo solo se ciò che ho letto nelle prime righe mi ha regalato aria, idee, pensieri viscerali, che mi nascono da dentro e che mi portano a superare un nuovo livello.
La poesia non è staticità, è movimento, continuo, incessante. E come diceva Sanguineti, il compito di un poeta (parlo di quelli veri), è quello di disegnare il profilo ideologico della sua epoca. A voi poeti il compito di disegnare, il profilo della nostra.
A volte capitano fatti che sono come domande: passano giorni, anni e la vita risponde.

Alessandro Baricco

mp47pasquino

  • Visitatore
Re: Sul concetto di Poesia
« Risposta #19 il: Giovedì 10 Giugno 2010, 10:08:32 »
Mi vedo concorde con molto di quello che ha scritto Antoèqui, direi comunque che il poetare è nemico della banalità, ma si serve anche delle più umili cose per declamarne la paternità del dire, per manifestare il nostro sentire nelle più strane e piacevoli sfaccettature...nel poetare ci facciamo carico di esternare un sentire vestendolo delle proprie esclusive personalità.
Secondo me non c'è clichet preposto, certo abbiamo tutti ben presente ciò che si definisce poesia, tutto potenzialmente è poesia, ma farla rimane abbastanza difficile. Accettare uno scritto anche composto di belle parole elencate con un ovvio puerile a volte disarmante come poesia non lo trovo onesto, trovo che si potrebbe classificare come forma poetica l'insieme, ma non il prodotto in se...forse potremmo e dovremmo rivedere le modalità di accettazione onde poter classificare senza commettere abusi di pensiero cercando di dare la giusta collocazione, cioè tentativo (pensiero poetico o poetizzante) oppure utilizzare il termine poesia.
I canoni dovrebbero essere quelli espressi dalla cultura che viviamo, sappiamo che esistono eccezzioni e rarità e anche tante forme espressive, importante è secondo me, non avere l'arroganza di manifestarsi poeta ma lasciare a chi ha le capacità intellettive di poterlo affermare e a chi legge se ha l'obiettività e le qualità per farlo.
Non si nega a nessuno di pensare o di avere preferenze    
« Ultima modifica: Giovedì 10 Giugno 2010, 10:10:10 da mp47pasquino »

Salvatore Ferranti

  • Visitatore
Re: Sul concetto di Poesia
« Risposta #20 il: Giovedì 10 Giugno 2010, 13:29:24 »
concordo con PASQUINO.
La libertà d'espressione è sempre importante.
ma mai essere arroganti.
I grandi poeti sono sempre stati umili...
« Ultima modifica: Giovedì 10 Giugno 2010, 13:47:23 da Nicomar »

Offline Amara

Re: Sul concetto di Poesia
« Risposta #21 il: Giovedì 10 Giugno 2010, 19:54:47 »
concordo con PASQUINO.
La libertà d'espressione è sempre importante.
ma mai essere arroganti.
I grandi poeti sono sempre stati umili...

...non è proprio così... ma tutti noi... che poeti non siamo... dovremmo...
Il dubbio è uno dei nomi dell'intelligenza
(J. L. Borges)

Salvatore Ferranti

  • Visitatore
Re: Sul concetto di Poesia
« Risposta #22 il: Venerdì 11 Giugno 2010, 11:53:04 »
non siamo poeti.
ma se ci crediamo, se studiamo, se cerchiamo di migliorarci, magari qualcuno di noi lo diventerà...

iezzi

  • Visitatore
Re: Sul concetto di Poesia
« Risposta #23 il: Venerdì 18 Giugno 2010, 02:21:20 »
semplicissimo.... non so da chi ma pare un essere baciati dalla fortuna.
una persona scrive di suo o sotto dettatura.
scrive di suo con concise e compiute parole un ragionamento che da un risultato di pensieri.
chi è più mamma tra una mamma  con un cuore grande  e una  mamma
che taccagna amore ? .. un figlio orfano anche di affetti sceglie la mamma con il cuore grande. tale concetto trasferito nel ns contesto  succede  A ME.... forse ho un cuore grande, però
come scrivo normalmente un brano leggo e rileggo correggo e aggiungo
e........ il brano prodotto cosi concepito non è mai sincero.
invece è POESIA un brano concepito sotto dettatura  ovvero non pensato e scritto TUTTO DI UN FIATO  ancora ripeto SOTTO DETTATURA  di una voce che si esprime una sola volta per un solo
brano. delle mie io so ' quali sono quelle dettate. .... sono.....

Salvatore Ferranti

  • Visitatore
Re: Sul concetto di Poesia
« Risposta #24 il: Venerdì 25 Giugno 2010, 21:05:44 »
Perdonami iezzi, ma non ho ben capito cosa volevi dire nel tuo ultimo post...
puoi essere più chiaro?
grazie

Offline Massimiliano Manocchia

Re: Sul concetto di Poesia
« Risposta #25 il: Lunedì 12 Luglio 2010, 10:19:45 »
Il “masman” che ha scritto il post citato da Amara sono io e vorrei qui riprendere, per dare un ulteriore contributo a una discussione perfettamente inutile dal punto di vista pratico (chi non conosce la lingua, non la imparerà di certo leggendo questo topic), ma innegabilmente divertente.
Non mi soffermerò più di tanto sulla questione parole forti o volgari nella letteratura: perbenisti e bacchettoni stanno all’arte come la cacca al cioccolato. E questo è più o meno tutto ciò che c’è da dire sul tema.
Vi sono alcune affermazione quantomeno curiose, che leggo qui, e che non mi dispiacerebbe indagare. Partendo magari da quel “I grandi poeti sono sempre stati umili…” di Salvatore Ferranti. Ora, non sapendo che significato l’autore dell’affermazione attribuisce al termine “umiltà”, ma deducendo da ciò che ha scritto che essa sia una sorta di contrario dell’arroganza, mi chiedo quanto umile sia stato Baudelaire, quanto lo sia stato D’Annunzio, quanto lo sia stato Wilde (per quanto non strettamente legato alla poesia), quanto lo sia stato Leopardi, solo per citare alcuni nomi conosciuti anche da chi ha sentito parlare di poesia solo a Zelig.
Se al mondo esiste qualcuno in grado di impersonare il ruolo dell’arrogante, ebbene questo qualcuno è proprio il poeta. Meglio ancora, l’artista in generale. Non è forse arrogante Fontana quando taglia tele e pretende dall’osservatore un’attribuzione di significato che può essere talmente arbitraria e onnicomprensiva da risultare vaga fino all’indifferenza? Non è forse arrogante Baudelaire (e volgare) quando ci sbatte in faccia la parte più bestiale del nostro essere “umani”, o quando ci accusa di ipocrisia, o quando con un mezzo sorriso sulle labbra cerca di spiegarci che ci stiamo facendo prendere per il culo (ormai dai millenni) dalle favole false e manipolatorie della Bibbia? Non è forse arrogante l’amatissimo Wilde che, ripeto, pur non avendo nulla a che fare con la poesia in senso stretto (i suoi versi sono di una bruttezza che ha pochi paragoni), e alla stregua di Baudelaire, irride la nostra società e le sue regole (e dico la nostra poiché, per quanto mirati all’epoca in cui visse, quella vittoriana, i suoi strali sono ancora attualissimi)?

Clodia

  • Visitatore
Re: Sul concetto di Poesia
« Risposta #26 il: Lunedì 12 Luglio 2010, 10:48:12 »
Forse si intendeva non arrogante con gli altri poeti e nel contatto con gli altri esseri umani? Non so, ipotizzo; perché tutti gli esempi che hai citato, Massimiliano, erano accomunati dall'amore per l'umanità, come ogni artista in genere, e dal desiderio di parlare agli uomini e alle donne.

Che dici, non è così?  :)

Offline Massimiliano Manocchia

Re: Sul concetto di Poesia
« Risposta #27 il: Lunedì 12 Luglio 2010, 11:12:16 »
Forse sì, Clodia, ma allora parliamo di umiltà in quanto qualità dell’essere umano e NON dell’artista: l’umiltà è una virtù nell’uomo e un vizio nell’artista. Anche se continuo ad avere il sospetto che talvolta sia un vizio anche nell’uomo o una medaglia al valore, vuota di significato e buona soltanto per accattivarsi simpatie…
“[…] amore per l’umanità, come ogni artista in genere, […]”, dici? Non ne sarei così convinto…

Offline India

Re: Sul concetto di Poesia
« Risposta #28 il: Lunedì 12 Luglio 2010, 12:38:34 »
Condivido in pieno il pensiero espresso da Iezzi, anzi ho anche qualcosa da aggiungere.
Quando sono sotto questa dettatura, come ipnotizzata, non so neanche io cosa voglio dire o scrivere.
A prodotto finito do la mia interpretazione. Penso che la poesia mi venga dettata dal cielo, tanto che non cambio una parola. La mia poesia , per me, ovviamente solo per me, è vangelo. E' ultraterrena.
Non voglio dire di essere una brava autrice, voglio dire di essere solo spontanea
A volte non pubblico tutto ciò che di spontaneo mi viene dettato, perchè potrebbe essere contrario ai requisiti che il sito pretende. Lo tengo per me, ma non modifico nulla.
E' difficile da credere quello che ho scritto, ma è la verità.
la poesia è liberatoria in quanto spontanea, se ci facessi uno studio sarebbe un lavoro, una costrizione.
Ovviamente aprrezzo grandi poeti che non si comportano esattamente così, ma devono comunque trasmettermi emozioni.

Clodia

  • Visitatore
Re: Sul concetto di Poesia
« Risposta #29 il: Lunedì 12 Luglio 2010, 13:38:52 »
Forse sì, Clodia, ma allora parliamo di umiltà in quanto qualità dell’essere umano e NON dell’artista: l’umiltà è una virtù nell’uomo e un vizio nell’artista. Anche se continuo ad avere il sospetto che talvolta sia un vizio anche nell’uomo o una medaglia al valore, vuota di significato e buona soltanto per accattivarsi simpatie…
“[…] amore per l’umanità, come ogni artista in genere, […]”, dici? Non ne sarei così convinto…


Eh lo, lo so...In effetti, forse, più l'amore per se stesso. Ma non se ne esce da sto discorso qui...
 :)