Questa è la mia prima poesia inserita nel sito.
Posto questa perchè voglio sentire, finalmente, come scrivevo prima di entrare.
Successivamente posterò qualcosa di più recente, per capire se i cambiamenti di stile e contenuto sono in meglio o in peggio.
Fa parte di una serie di cose scritte tra il 92 ed il 97, precisamente questa è del 95.
Non dico altro, attendo le critiche.
Credevo nel candore trasmesso
dall'occhio al nostro cuore,
eppure se un mostro adesso
colpisse il fiume dov'ella muore,
non sangue, ma ghiaccio diverrebbe
in un istante, un ritorno dove crebbe.
Nido cristallino che conserva
eterno
l'essenza, l'amore, l'odio,
l'inferno.
Mani squartate, bruciate
dal ghiaccio...
mani schermate, scaldate
da un braccio.
Enormi desideri si perdono nel
fiume,
divisi nei suoi pensieri, con ali e
piume.
Trovati, scherniti,
violentati, abbattuti
ad un tratto
diveniamo muti.
E' coscienza dell'etereo
eterno,
che non scherza con noi.
L'inverno.