E' davvero un'ottima lettura la tua Crepax, ci sei entrato dentro quasi del tutto! ( cavolo, detto così sembra un porno...).
Per me una poesia deve (possibilmente) dare tante prospettive, perché sotto certi aspetti, l'animo umano è ancora molto vario!
Grazie per l'attenzione che m'hai dedicato.
Certo, se lo dice l'autore qualcosa di vero ci deve essere ma io la vedo in un modo un po' diverso esercitando l'analisi logica di ciò che è effettivamente scritto.
Nella prima parte
Nel letto della cura
ripiego e lego la noia,
c'è lei su di me,
sono un discreto destriero,
ella mi veste d'illimitata passione
e le endorfine conquistano la vetta,
risa, gemiti, il cuore ammattisce,
i lunghi capelli sfiorano il viso,
i capezzoli si solleticano a vicenda
prima che il volto si perda tra i seni
l'autore cura il suo stato di noia, di insoddisfazione della propria condizione, ripiegandola e legandola e dandosi, con la fantasia com'è chiaro nell'incipit della seconda parte, a un bell'amplesso, anche metaforico, non necessariamente con una donna reale ma con una fantasia bella, dalle forti emozioni. Senonché nella seconda parte
impatto con la bolla d'allucinazione,
mi scindo dalla fantasia,
vengo soppresso dalla nuvola di cemento
ove il subconscio incurante di me,
pennella la morte dei sogni,
il camposanto dell'arcobaleno
a un palmo da me.
la bolla allucinatoria della fantasia d'improvviso esplode, si sgonfia, sparisce,l'autore viene risucchiato nella dura realtà senza sogni, senza bellezza.
Fiori neri sulle tombe delle stelle.
La cappa funerea della realtà uccide i sogni di bellezza, di elevazione, di affrancamento da una condizione brutale.
Una volta lessi uno struggente racconto di fantascienza "Fiori per Algernon". Al di là dei significati più espliciti esso, secondo me, può essere letto come un'allegoria dell'uomo che a volte riesce ad elevarsi, dalla sua condizione di bruto, nelle sfere della bellezza, dell'empireo, ma che inevitabilmente ricade poi nel suo abbrutimento abituale.