Come suggerisce Marina uno pseudonimo è la soluzione per la segretezza. Occorre analizzare il problema del diritto di autore in connessione. Comunque "quaderno" significa che i romanzi sono manoscritti immagino. In tal caso o te li ritrascrivi da te sul pc, che è un lavoro abbastanza impegnativo, oppure assoldi qualcuno che lo faccia ma in tal caso la segretezza va a pallino oltre alla considerazione dei costi. Chiaramente ognuno si può regolare come crede, però a proposito del timore di scoprire i propri sentimenti più intimi tutti sappiamo che tanti autori nei loro scritti hanno messo a nudo le loro esperienze più imbarazzanti proprio con l'intenzione di farsi notare e quindi di vendere. Al di là delle nostre scelte in merito, che però incidono sulle nostre probabilità di emergere o meno, anche se nulla è certo, il problema è la promozione delle opere. Autopubblicarsi a costo zero le proprie opere oggi è facilissimo ma portarle, in modo efficace, all'attenzione dei potenziali acquirenti questo è molto più difficile. Se uno riesce ad avere udienza da qualche importante editore (mission impossible) sarà costui ad assumersi l'onere della promozione. Ne dovrebbero parlare e scrivere critici riconosciuti, avere passaggi radiofonici e massimamente televisivi per poter vendere un numero significativo di copie. Personalmente sono troppo pigro per cercare di innescare un simile elaborato meccanismo perciò io ho scelto di pubblicare solo per la vanità di vedere il mio nome pubblicizzato da qualche parte, inoltre non ho velleità di guadagno.