Ho sempre pensato che pubblicare una poesia al giorno sia eccessivo, specie per chi ribatte sempre sullo stesso argomento. Un perduto amore, ad esempio, viene sempre ripetuto con le stesse sfaccettature e, dai picchia e mena, riesce col diventare noioso. Io, ma nn mi voglio certo portare ad esempio, cerco sempre di variare, un giorno scrivo la poeisia dell'angelo, che mi pare apprezzata, un altro un pensiero triste, un altro una poesia ironica (nei limiti del mio possibile, naturalmente).
Per molti autori lo scrivere una poesia al giorno realizza solo lo scopo di ricevere tanti commenti, che trasbordano alla loro pagina, commenti che, ovviamente, e lo si capisce bene, sono determinati solo dal cosiddetto "fumus amicitiae" per cui si notano in continuazione elogi che si esauriscano nella parola "stupenda" o poco più, della qiale ho abbondantemente già parlato. Certi autori commentano tutti, qualche volta senza neppure avere letto la poesia (e con un po' d'attenzione lo si apisce bene), poi immettono delle autentiche cavolate poetiche le quali rievono una pletora di commenti di riconoscenza che veramente sono inadeguati al valore della poeia.
Capisco che per la redazione appare impossibile frenare i regolamenti della imperante società GAMA (Gruppi Associati Mutua Assistenza), alla quale tantissimi autori sono iscritti. Di questo però ne ho tanto parlato, ed è inutile che ora ripeta le stesse cose.
Il problema è insolubile da qualsiasi parte lo si osservi. Mi scorrono davanti agli occh poesie veramene all'altezza che ricevono poche letture e ancor meno commenti e considerazioni. Sono di autori che si soffermano su poche poesie che loro reputano di valore, e che non vanno certo a scrivere in ordine cronlogico di presentazione, su tutte, "stupenda" "eccelsa" "mervigliosa" "da serbare" "fiocco" "sublime". Al contrario c'è chi le commenta, nella maniera che sappiamo, tutte, con frasi esaltanti spesso messe a caso e che non entrano affatto nel senso della poesia commentata. E a loro volta, anche per una loro cavolatissima poesia, ricevono una tale pletora di messaggio di carattere esaltativo da lasciare stupefatti.
Niente, lo ripeto, può qualsiairedazione contro questo fenomeno dei voti di scambio. Il "fumus amicitiae" domina incontrastato, e i gruppi associati riescono sempre a metere i loro adepti in prima fila, con commenti sempre eguali, noiosi, generici, scritti in velocità e senza rilettura, tanto che sono spesso e volentieri infarciti i errori di battitura. E qualche volta, purtroppo, anche di grammatica, scritti tutti di seguito, senza punti, virgole, interpunzioni. Perchè così si fa più alla svelta, si accontentano più autori e a nostra volta si riceve più commenti. Qualche volta mi sembra che si scriva e si legga solo con l'unico scopo di scalare la classifica dei più attivi. E' un'autentica lotta E questo non dovrebbe essere lo sopo della poesia.
Quousque tandem?
Meno poesie per tutti, con l'applicazione della medesima e giusta par condicio. Forse potrebbero essere lette meglio, e la si potrebbe finire coln il precipuo scopo di guardare solo alla scalata nel novero di più attivi sul sito. Quante cordate mi appaiono davanti!