Non so se ancora una volta, sull'onda della immediatezza del mio dire e anche sul ritmo della superficialità del mio pensiero, io vada fuori... tema. Oramai però ci sono abituato ed ho acquisito, per questo mio modo di procedere e d'interpretare, una faccia che si suole chiamare di bronzo.
Il "veleno del linguaggio" io lo ritrovo quando leggo qualche commento alle poesie. Mi ritorna sempre la cinica impressione che almeno il cinquanta per cento dei commenti siano fatti con l'unico scopo di acquistare merito verso il commentato che, a sua volta ricambierà con un suo commento.
Trovo giudizi veramente che fanno cascare le braccia, come ho già detto, commenti che potrebbero andare bene, tanto sono insulsi, generici, improvvisati per un unico fine, banali oltre ogni dire, per ogni manifestazione, per un epitalamio di nozze, per un funerale con fiori mortuari, per un pranzo di nozze con primo di cacciucco alla viareggina, per ricordini della Cresima, per languenti poesie d'amore o per strimpellate allegre in barba al contrario destino... e chi più ne ha più ne metta.
Funziona nella fattispecie quella che io ho chiamato la società GAMA (Gruppi Associati Mutua Assistenza) dove gli autori s'incensano a vicenda. Vedo poesie di una banalità sconcertante, addirittura con una ventina di commenti, tutti di esaltazione, e dove le parole "stupenda" "da serbare" "incredibilmente bella" "grande poeta...o poetessa" si elevano alte verso il cielo, sicuramente in mezzo alle lacrime di pianto di soddisfazione del commentato/a.
Dovrebbe davvero in qualche caso insorgere la Redazione stessa, attentissima invece se in una poesia vi sia nascosta l'ombra di una dedica per toglierla, ed avere il coraggio invece di cancellare la banalità di certi commenti, magari con una mail indirizzata all'autore che scriva pressappoco così: " Abbiamo tolto il suo commento perché, leggendolo, ci siamo addormentati all'istante, e ciò è contrario alle intenzioni del nostro sito, che esigono che i lettori non si addormentino togliendo loro lo spazio per la lettura delle poesie.”
Sapete che faccio? Mi iscrivo anch'io alla società Gama, preparo anticipatamente una decina di commenti e li ripeto ogni volta per tutte le poesie. Saranno di un tenore tale che, senza tema, li potrò applicare a ciascuna poesia anche senza leggerla, e saranno tipo: "la grandezza di questo poeta si esplica in un sublime dove il sentimento, la classe, lo stile, la fanno da padrone". Frase aulica che va bene per... ogni espressione poetica di qualsiasi argomentazione.
Riceverò, in cambio, una tale caterva di commenti, che mostrerò orgoglioso e soddisfatto a parenti ed amici, e potrò pomposamente dir loro: "Io si che sono un grande poeta! Guardate quanti giudizi positivi ricevo..."
Anche in questo caso dunque, si può forse essere in tema e non fuori, parlando di "veleno del linguaggio". Un veleno che si diffonde nell'aria ed asfissia. E non c'è maschera antigas che possa servire...
Ditemi, come al solito sono stato troppo teatrale ed esagerato?