Quali libri di poesia consigliare a chi vuole scrivere poesie?

[Webmaster]

Molti autori, soprattutto fra i nuovi autori, quando si vedono non convalidare una poesia, ci scrivono chiedendo suggerimenti per scrivere poesie. "Quali errori ho fatto, e come posso fare per scrivere poesie che convaliderete? Che consigli mi date per scrivere poesie?"
Inoltro le mail alla redazione, ma penso che difficilmente un redattore riuscirà a rispondere, a dare consigli ed a seguire l'autore nelle successive poesie. Ma a tutti vorrei rispondere che, secondo me, il miglior modo per imparare a scrivere è leggere.
Si tratti di poesia, di narrativa e semplicemente di sapere esprimersi attraverso la scrittura, l'unico e più importante consiglio che posso dare ed in cui credo è quello di leggere.

L'esperienza che posso portare, però, è per forza di cose limitata e parziale, come è quella di ciascuno di noi. Ma se le mettiamo insieme potrebbe essere più completa ed utile.
Chiedo quindi anche a voi di indicare quali libri consigliereste a chi vuole imparare a scrivere poesie. Attenzione, non si tratta di indicare i libri di poesia più belli, non si tratta di formare una biblioteca poetica ideale. Magari un'altra volta ci metteremo a raccogliere la biblioteca ideale, ma ora si tratta di consigliare libri di poesie a chi vuole imparare a scriverne.
Per rendere la cosa interessante, vi chiedo due sforzi: il primo è di indicare 5 libri, il che costringe a fare una selezione (troppo facile prendere 20 titoli ed elencarli tutti senza scegliere!); il secondo, ma non indispensabile, è di giustificare brevemente la scelta, se possibile.
Non credo che sia uno sforzo disumano da chiedere a chi ama la poesia, anzi credo che sia un piacere.

Inizio io con i miei 5 titoli:

Anna Achmatova
Luna allo Zenith Poesie, 1914-1952
Passigli poesia
La più ricca antologia di questa poetessa russa. Versi delicati, privati, leggeri. La leggerezza ed il sentimento vanno spesso a braccetto con la semplicità, ma sanno entrare nel profondo forse e meglio di una poesia molto elaborata.

Jacques Prévert
Il Prévert di Prévert. Testo francese a fronte
Guanda Le Fenici
Come sopra, ma con una raffinatezza "francese" in più.
Questo libro presenta una scelta delle sue poesie, scelta fatta dallo stesso Prévert.

Cesare Pavese
Poesie
Einaudi poesia
L'ansia, la fatica, ma anche l'entusiamo di vivere, la consapevolezza di essere quella piccola ma preziosa cosa che è l'essere umano. Questo libro raccoglie tutte le sue poesie, edite e inedite.

Edgar Lee Masters
Antologia di Spoon River. Testo inglese a fronte
Einaudi SuperET
Un capolavoro che dimostra come si possa raccontare senza scrivere prosa, come si possa fare poesia senza mai scrivere di se stessi, come nella poesia non sia vero che ci deve essere sempre il poeta al centro, che non si deve sempre per forza scrivere quello che il poeta vede, pensa, prova, soffre, dei suoi amori, delle sue gioie e delle sue pene, e possa così essere poesia anche più bella perché invece di interessarsi al suo proprio privato e singolo, tratta della vita e degli altri.

Haiku
Il fiore della poesia giapponese da Basho all'Ottocento
Oscar Mondadori
Una antologia di bellissimi versi sulla natura e sull'entità fondamentale dell'essere umano: la sua capacità di essere altro che se stesso, di esprimersi attraverso le cose e le forme che lo circondano senza alterarle, di lasciare che siano loro a provocare sentimenti senza spiegarli o insegnarli.

Nota: non è obbligatorio che mettiate i link, quelli li posso inserire io dopo.

[Marina Como]

Che idea! Grazie.

[Webmaster]

Che idea! Grazie.

Tira fuori i libri che consigli! Altrimenti rimane il mio post e basta.

[Marina Como]

ahhaha! ci penserò.

[Amara]

..io non so quali libri possano essere 'didattici'...
posso solo dire quelli da cui sono partita e che hanno consolidato la mia passione per la poesia..
 
C. Baudelaire
Le fleurs du mal

Leopardi
Versi

Ungaretti
L'allegria

..per poi continuare innamorandomi di molti altri poeti e poetesse... e l'elenco sarebbe lungo....

[Angelo Ricotta]

Charles Bukowski
Poesie
Mondadori
Il punto di vista di un personaggio border-line

Westlake
Poems by Wayne Kaumualii Westlake (1947-1984)
Un hawaiano in vena...non me lo sarei mai aspettato
Leggibile in Google Books

Vicente Aleixandre
Dialoghi della conoscenza
Edizioni Accademia, Milano, 1978
L'ultimo Aleixandre, una sintesi della sua poetica sull'uomo

Aimé Césaire
Poesie e negritudine
Edizioni Accademia, Milano, 1969
Lucida consapevolezza della condizione di diverso

Per i primi due non posso darvi riferimenti specifici perché li ho letti in rete e non ricordo i link. Temo comunque che anche gli altri due non siano molto reperibili.

Il quinto non mi viene in mente, ovvero io ne ho tanti di poeti che amo ma credo che le loro opere non siano reperibili e quelli reperibili sono arcinoti. E' gente che non è riuscita ad assurgere alla notorietà. Per fare un esempio, trovai un libretto di Giammario Sgattoni, Poesie (1953-1956), Editrice Quadrivio, Lanciano 1957 sul greto di un torrente quando ero ragazzo. Le sue poesie sono bellissime. Forse dovremmo aprire una sezione per i poeti morti sconosciuti e commentarne le opere.

[Tosco32]

Allargo la bocca in un ampio e sarcastico sorriso nel sentire (così lo interpreto) che si può imparare a scrivere di poesia leggendo gli altri poeti. Sarebe lo stesso che dire che si diventa ottimi maratoneti guardando, magari in TV, gli altri che corrono.
Col sistema indicato succede solo che l'autore che non sa scrivere poesie e che vuole imparare a scriverle, coinvolto (se può) dalla poesia letta, ne scrive una nello stile dell'autore, sicuramente brutta, senza pathos, da cestinarsi anche su un sito che è costretto, per necessità, a passare sopra su molto, come "scrivere".
Ricordo, purtroppo vagamente, che lessi una volta di un grande scrittore in prosa che non leggeva altri romanzi di altri autori per non essere influenzato nel suo stile. perchè tutto si attacca, tutto può contribuire a influenzare in maniera negativa. E se anche un grande poeta ti influenza al punto che tu lo imiti anche bene nello stile, anche in questo caso l'influenza è negativa. L'originalità non ha bisogno di dèi e di miti da seguire. L'originalità si esplica in se stessa.
La poesia è nell'anima, la poesia o la si sente in noi o non c'è niente da fare. E queste cose le dice uno che non è un poeta, e che anche se leggesse tutta l'enciclopedia mondiale della poesia non aggiungerebbe un'acca al proprio esprimersi, anche se ciò gli darebbe gusto e soddisfazione. Io sono soltanto uno strimpellatore, e ho imparato un po' a rimeggiare da solo, senza studio alcuno, perchè la musicalità della rima non si apprende, ma si nasce con quella nell'animo. E continuo a leggere i poeti, ma non scrivo poesie nel loro stile. L'animo poetico si raffina in se stesso, e non ha bisogno di miti da seguire.
Naturalmente, anche questa volta, mi si verrà a dire che sono solo un bastian contrario che si compiace sempre di abbaiare contro tutto e contro tutti. So però di essere invece un cane da pastore che, durante la notte, guarda la luna e dialoga con essa...abbaiando. Abbaiando si, lo confermo, ma alla propria maniera. Senza imitare l'alano elgantissimo del cicino che ulula anch'esso alla luna. Ma il suo è un abbaiare diverso. Io lo posso anche ascoltare. Ma mai imitare.  

[Marina Como]

   C'è un fondo di verità in quello che dici.
Ma credo che dipenda dall'uso che se ne fa: anche io consiglio di leggere autori molto diversi tra loro, per non incorrere in influenze determinanti. Lo dice una che era fissata con Ungaretti, ecco, Ossi di Seppia è uno dei libri da leggere per vedere come è fatto l'ermetismo. Ma poi sono convinta che più si variegano le letture, più sei in grado di  scegliere il "tuo modo" di esprimerti. Più leggi ed usi il vocabolario, tanto maggiore sarà la "tua" capacità espressiva nello scrivere o nel parlare. Credo sia la stessa cosa che succede in poesia.

[Webmaster]

Allargo la bocca in un ampio e sarcastico sorriso nel sentire (così lo interpreto) che si può imparare a scrivere di poesia leggendo gli altri poeti. ...

Quello che dici è vero, ma sarebbe una obiezione valida solamente se in questo post venisse detto che leggere poesie è sufficiente di per sé a scrivere belle poesie. Certo che no. Servono altre cose, come sensibilità, emozioni... e così via.
Lo scopo di questo post non è di esporre cosa serve per essere poeti, ma quello di aiutare chi abbia le capacità e la disposizione a scrivere poesie, a scriverne. E leggere poesie è essenziale, secondo me.
Tu fai l'obiezione che leggendo poesie si finisce solo per imitare lo stile di qualcuno. Beh, se questo accadesse vuol dire che non si ha per nulla la capacità di scriverne, e che aver letto poesie è solo la differenza fra scrivere brutte poesie e scrivere brutte poesie nello stile di qualcuno perché non si è capaci di esprimersi in poesia.
Il destinatario di questi consigli non è qualcuno che abbia già sviluppato uno stile personale, ma qualcuno che si affaccia la mondo della poesia scrivendo senza averne lette se non quelle che normalmente si incontrano nel corso scolastico. Il discorso che fai tu sarebbe valido se si potesse imparare a scrivere senza imparare a leggere, se si potesse imparare a scrivere senza conoscere quali siano le parole.
Una persona come dici tu, con la poesia nell'animo, che fosse nata ed avesse vissuto nella giungla senza aver nessun contatto umano, sarebbe un poeta, secondo te? Si, nell'animo, ma non saprebbe mai come esprimerla se non con suoni che comprende solo lui. Qui invece si tratta di consigliare, a qualcuno che ha la poesia nell'animo, cosa leggere per imparare, od almeno avere un esempio, di come si esprime quello che si ha nell'animo. Perché poi ne possa elaborare uno stile personale.
Tutte le arti sono nell'anima. Ma credi che un artista possa dipingere senza aver mai visto un'opera d'arte, che una ballerina possa ballare senza aver mai visto un balletto, che un violinista possa suonare senza aver mai ascoltato musica...?

[Stefano Toschi]

Chi vuole scrivere poesie deve leggere le poesie altrui con un occhio diverso da quello del comune lettore.
Deve fare una particolare attenzione non solo a che cosa c'è scritto, ma anche a come è scritto.
Se la finalità è quella di migliorare la propria scrittura, consiglierei poeti che si sia in grado di leggere in lingua originale.
Quindi prima di tutto italiani.
Per la poesia contemporanea perché non rivolgersi ad un'antologia?
Ad esempio:

Poeti italiani del secondo novecento
Cucchi, Giovanardi
Mondadori (due volumi)

Poi ognuno in base ai propri gusti potrà approfondire l'opera degli autori che gli risultano più congeniali.
Per il resto punterei sulle pietre miliari:
per gli italiani

Montale
Tutte le poesie
Mondadori (per andare oltre una conoscenza scolastica).

e per gli stranieri (ma io ho poca dimestichezza con l'area anglosassone) il già consigliato

Baudelaire
I fiori del male
Garzanti (o un'altra edizione; in questa la traduzione italiana è in prosa).

Neruda
Poesie
BUR (una bella antologia con testo a fronte)

Infine consiglierei la lettura di un buon manuale di metrica, anche se si vuole scrivere in versi liberi.

[paulans]

Ho letto quello che è stato proposto e richiesto, e scritto al riguardo.

Molto difficile è rispondere al quesito, dare cioè consigli sul come in che modo, quali libri ecc.

Trovo comunque molto sensate le risposte di Lorenzo Crocetti e anche quella iniziale di Luigi, e secondo me, fonderle in una (come poi è forse stato fatto nelle successive risposte di Luigi) è la soluzione migliore.

L'importanza della lettura (qualunque: romanzi scelti possibilmente fra i classici, rubriche culturali anche dei quotidani che stimolano la curiosità e l'interesse, e naturalmente poesie) è secondo me importantissima. Come del resto è giustissimo quello che asserisce e che condivido in pieno Lorenzo C., E' una necessità, un bisogno espressivo che spontaneamente si sente dentro e non si può forzare, ma che matura forse da sè, oppure no. Credo che una predisposizione a quel sentire che accomuna chi scrive in genere, debba anche un poco preesistere. Un bisogno creativo ed espressivo al pari di tanti altri, che a un certo punto della vita, per i motivi più svariati nasce. E credo che da soli ci si cimenti in quello, proprio per un bisogno interiore sia di sfogare, che di dare alla luce, una sensazione un amore una bellezza un sentimento, come scattare una fotografia a una cosa che ci colpisce (bella o brutta).

Credo però che questo bisogno possa essere educato e giustamente credo che la cosa migliore sia leggere come già detto al fine di capire, intuire, assimilare e avvicinarsi, amando la poesia e i vari poeti. Io consiglio per iniziare delle antologie ampie e ben fatte, secondo me possono andare bene anche quelle scolastiche. Poi da cosa nasce cosa....

[Tosco32]

Se io ora mi lanciassi, alla mia esagerata maniera, in una astiosa polemica, com'era un tempo in mio uso, diverrei sicuramente ancora più antipatico del solito. Invece riesco un po' a correggermi e quindi credo di essere capace di un controllo all'irruenza del dire, ed a scrivere qui, all'impronta, un semplice pensiero che spero risulterà agli orecchi di chi ha voglia di leggerlo, come sufficientemente contenuto.
Concludo il mio intervento dicendo che, anche per un poeta che ha voce propria, è utilissimo, se non altro per il piacere che ciò gli comporta, leggere tante poesia di validi autori, senza peraltro esserne influenzato. Di ciò posso affermare di essere un esempio eclatante, una volta cambiata la precedente qualifica di "poeta" con quella di "strimpellatore", a me naturalmente riferita.
Confessa Marina " di quel ramo del lago di Como" di essersi innamorata e fissata sui versi di Montale in "Ossi di seppia". Qualcuno ne ho letto anch'io, ma, come si può ben vedere, pur essendone affascinato, non ho cessato di rivolgermi al mio genere poetico in rima ed endecasillabo, senza lasciarmi travolgere dall'idea (Dio ce ne scampi e liberi!) di scrivere in ermetico. Se qualche volta ho scritto in quel genere la poesia è risultata così brutta, da vergognarsene e da recarsi subito a un confessionale per abrearsi dall'orrendo peccato. Però quella poesia era farina del mio sacco: Se avessi imitato Montale (absit iniuria verbis) la poesia (?) sarebbe apparsa sicuramente ancora più brutta, anzi, orripilante addirittura. Inconfessabile.

Per quanto riguarda l'affermazione di Luigi secondo cui un umano che fosse vissuto sempre in una foresta senza conoscere il linguaggio, anche se intimamente fosse un grande e sensibilissimo poeta, riuscirebe solo ad emettere dei suoni e non altro, rispondo che quei suoni sarebbero pura poesia, e chi ha animo predisposto li gusterebbe come vera ed autentica “vis poetica”.
Forse sto un po' esagerando, perché il paradosso mi piace. Meglio questo, comunque, della mia solita polemica ad ogni costo...   

[Saldan]

Io ho forse la pecca di non avere uno stile preciso...scrivo, e se ciò che scrivo mi piace pubblico altrimenti cestino....c'è da dire però che sono molto critico nei miei confronti e se scrivo qualche bischerata me ne accorgo prima di fare qualche brutta figura... 

Ad ogni modo ho la fortuna di leggere e analizzare varie poesie per "lavoro" visto che studio lettere....