leggendo queste due piccole strofe e ne cerco il soggetto comune.
quale potrà essere se non l'Amore? quel sentimento che porta in sè la conoscenza assoluta dell'altro, la mescolanza, l'unione, il vedere ad occhi chiusi, l'andare Oltre.
nelle parole di Mirella si rintraccia tutto questo, vedo nel suo ultimo scrivere un contatto viscerale alla Madre, terra e generatrice, e proprio per questo si riesce ad entrare sempre perfettamente nelle sue parole, quasi a farsene assorbire. naturalmente ciò vale solo per colui che vuole "sentire" col profondo e si sofferma sui significati, sui suoni, sui sensi intrinseci.
ma voglio raccontare anche a cosa ho pensato immediatamente dopo la prima lettura.
non sono andata molto oltre il significato originale, ma vi ho aggiunto la componente fisica, materica, già presente, ma amplificandola.
ho pensato, dicevo, alla ritualità sacra dell'amore, nel momento in cui l'atto fisico diventa il modo più intenso e profondo di scambiarsi amore, diventa uno scavarsi dentro, un mescolarsi, un mettere le basi "allargando il senso", concependo il nuovo. in pratica diventa la traduzione fisica di un concetto astratto.
è la sensualità di immagini quali "le mani a recitare il corpo/al buio" o "sbavature impigliate sotto pelle, fuori posto/ovunque" nella prima strofa a darmi questa impressione e " voci che salgono/ a nord, dove l'alito è preghiera in cima" nella seconda. quando poi dici "e sotto s'assestano radici piano" ecco, qui succede il vero miracolo! che sia il concepimento di una nuova vita, o che sia il processo di unificazione dello spirito, quello che salda due anime e pone le basi per qualcosa di davvero profondo, a seguito del quale gli ultimi due versi parlano da soli "accade la mancanza" perchè in questo mescolarsi ci si perde un attimo ma subito dopo "il ritorno a casa... dentro" dentro gli occhi dell'altro, come dentro noi stessi.
questa non è, come qualcuno potrebbe obiettare, una peosia ermetica, incomprensibile, poco chiara, ma è una poesia "dei sensi", le immagini sono capaci non solo di farci vedere, ma di trasmettere il calore, di avvolgerci di luci e di ombre, di sentire gli odori, di toccare i corpi e le piante e il muschio. questa poesia consente, attraverso le intense percezioni sensoriali che trasmette, di entrare all'interno di noi stessi.
io la trovo assolutamente magnifica, degna di essere letta e riletta e straletta!