Autore Topic: De criticae obtorto collo.  (Letto 3614 volte)

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masman

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Re: De criticae obtorto collo.
« Risposta #15 il: Mercoledì 27 Gennaio 2010, 08:33:19 »
Chetatevi, compagni di tenzone,
vi cheti il cuore l’affannoso ormone:
a cuor virtual, virtuale ormone arride,
virtuale pure il premio per le sfide;

e tu, Arcadica formosa e dolce,
dalla quieta voce che il cuore molce,
sii più saggia del bel Conte e del Bardo,
tenebroso l’uno, l’altro infingardo;

e volgi a me le tue tigliose stelle,
ch’io possa mostrartele ancor più belle.
Sonetti o, se rifiuti, pastasciutta?
Io t’offro poemi, e fresca frutta.

aureliastroz

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Re: De criticae obtorto collo.
« Risposta #16 il: Mercoledì 27 Gennaio 2010, 11:02:27 »
Ma bene, son contento di notare
che a poco a poco tutti ci si scioglie
ed anche chi se ne stava a guardare
or l’opportunità al volo coglie

mi riferisco alla sora Amara
che afferma d’aver poca padronanza
guarda che a noi rimani sempre cara
dunque sìì benvenuta nella danza

la metrica è importante e pur la rima
usiamo anche le mani per contare
unisci a questo un poco d’autostima
e dopo chi ti riuscirà a fermare ?



Crocetti non ti è chiara la risposta?
Ma è ovvio che l’Arcadica gradisca,
non ti capisco, serve il nullaosta
o che in chiaro te lo ribadisca?

Quindi dissipa tosto il tuo dilemma
e dedicale pure quel sonetto
davanti a tal beltà lei sarà gemma
ed al suo cuore sarai benaccetto

Certo non sarà semplice l’impresa
vista l’intraprendenza del Manocchia
anche perché se ella è principessa
voi due mi ricordate una ranocchia



Offline Zima

Re: De criticae obtorto collo.
« Risposta #17 il: Mercoledì 27 Gennaio 2010, 11:39:10 »
se due donzelle sono poche ancora
per tre infingardi come i nostri amici
allora spero io saran felici
d'avermi accanto almeno per un'ora

però vi prego non mi biasimate
io son fanciulla dalle piume lisce
che cade tra le grinfie delle bisce
se conto mal gli accenti perdonate

Manocchia, Crocetti e Conte belli
potete fare a men di litigare
ci son tre dame veramente rare
già pronte per voi a sciogliersi i capelli


non per altro ma solo per l'età
io vorrei la più giovane metà!  :angel:
"proverò a spaccare
meridiane di silenzio,
come ghiaccio
sui mattoni della piazza
e sotto i nostri piedi"
r.d.

arcadica

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Re: De criticae obtorto collo.
« Risposta #18 il: Mercoledì 27 Gennaio 2010, 16:13:21 »
Arcadica, tu "zonzo" con "Lorenzo
hai voluto per forza far rimare,
ti cambio il verso come io lo penZo
perchè mi sembra proprio da rifare.

Così che le mie labbra andando a giro
rechino con dei baci sulla fronte
la simpatia che provo per il Conte...
ed a Lorenzo un grazie glielo giro!



Hai proprio ben ragione di rifare
la quartina ove sei protagonista
E per me l'occasion di ripassare
la mancanza che provocò la svista
Per ritornare al tema di partenza:
le critiche arricchiscon la sapienza


 :)

Tosco32

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Re: De criticae obtorto collo.
« Risposta #19 il: Mercoledì 27 Gennaio 2010, 18:04:20 »
Si, è vero, le critiche arricchiscono la sapienza, ma quando vanno dritte ed esatte al punto giusto, come la mia.
Non sempre le critiche vanno prese in considerazione, come ad esempio quella che stasera il Conte ha scritto nel messaggio alla mia poesia "Sonetto dello strimpellatore... a se stesso".
La critica, per essere vera critica e da prendersi in considerazione, deve specificare dove sta l'errore, altrimenti resta un vuoto quaqquaqquà.
Non basta dire "questo sonetto mi pare che sia sbagliato nella metrica", si deve invece dire: "...perchè il verso tale non rima, nell'altro l'accentazione è sbagliata, poi si riscrive il sonetto e si fa vedere come andava fatto." E solo allora il criticato potrà dire "hai ragione" o, al contrario, dargli del bischero.
Insomma, invece di mettere un commento a casaccio, tanto per criticare, senza avere supporti logici alla propria critica, sarebbe meglio stare zitti! Ed evitare così di... ricoprirsi!!!

arcadica

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Re: De criticae obtorto collo.
« Risposta #20 il: Mercoledì 27 Gennaio 2010, 18:42:52 »
il Conte ha detto sembra ed io confermo
ché prima dovrei dare un bel ripasso
ma tento di spiegarlo col mio passo
e dove non ricordo poi mi fermo

nelle quartine va tutto molto bene
ABAB ABAB le rime
nei canoni le vedo come dime
ma le terzine sono alquanto aliene

CDC DEE, non torna il conto
la rima non s'incrocia, anzi slitta
CDC DCD era più dritta
CDE, CDE ed il ritmo è pronto

comunque un bel ripasso mi ci vuole
magari farlo insieme meno duole.



http://it.wikipedia.org/wiki/Sonetto


sì la conferma e più d'un ampliamento
ma torno per finire il mio commento

scusa la fretta. a dopo.



aureliastroz

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Re: De criticae obtorto collo.
« Risposta #21 il: Mercoledì 27 Gennaio 2010, 20:54:00 »
L’avevo detto precedentemente
chi raglia forte non ha mai ragione
anzi si corre il rischio immantinente
di fare la figura del coglione

Arcadica tu sei proprio riuscita
a palesare con grande maestria
per mezzo di una rima ben costruita
l’idea che prima avevo fatto mia

Ritorno a dire, e qui la lingua batte
le critiche si accettan volentieri
ma in rima qui desidero sian fatte
che il resto e solo roba da ciarlieri.



arcadica

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Re: De criticae obtorto collo.
« Risposta #22 il: Mercoledì 27 Gennaio 2010, 21:48:00 »
(concludendo sulla seconda terzina del sonetto di Lorenzo)




Ma ancora ripassando il ri/passato
che sia una giusta coda -è ammesso-
come ultima terzina  del caudato
ma non seconda del sonetto stesso

... che perciò resta alquanto mutilato


(come dovesse avere
coda senza sedere)
  :angel:





« Ultima modifica: Mercoledì 27 Gennaio 2010, 21:52:32 da Arcadica »

arcadica

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Re: De criticae obtorto collo.
« Risposta #23 il: Mercoledì 27 Gennaio 2010, 21:51:00 »
sorry!

Tosco32

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Re: De criticae obtorto collo.
« Risposta #24 il: Giovedì 28 Gennaio 2010, 00:40:24 »
Vi posso dire solo gentilmente
con grande stile, affetto e simpatia,
che sul "sonetto" non capite niente,
non sapete nemmen che cosa sia.

Voi non siete dei rimatori veri,
perché sbagliate rima e pure il verso,
a me ben lo insegnò Dante Alighieri
il sonetto, e mai mi ci son perso.

Le due terzine in fondo del sonetto
posson rimar fra loro tutte e tre,
ma anche è consentito, sia ben detto,
altro schema che pur perfetto è!

Perciò le due terzine, mondo bue!
si possono rimare due a due.
Se continuate poi con Wkipedia...
mi farete morire per inedia!

Nota in prosa: visto che siete piuttosto incerti nella metrica, nelle accentazioni, nelle rime e anche in qualche altra cosa, se volete posso esservi Maestro ed insegnarvi. Altrimenti tornate pure a scrivere in ermetico. Basta, in quel caso, ogni tanto andare a capo, non far capire quello che si vuol dire... e il gioco è fatto!

Se poco voi capite dello stile
poetico che viene fatto in rima,
vi posso assicurar che fate prima
ad accendere in mente certe pile

venendo, senza un'altra soluzione
dal sottoscritto a far ripetizione!
E prima di far critiche infondate
a quel che dite molto attenti state.

Altrimenti chi qui non è ignorante
potrà darvi del bischero all'istante.
Io che ve l'ho già dato non ripeto...
perché basta una volta... e sono lieto!

 

Tosco32

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Re: De criticae obtorto collo.
« Risposta #25 il: Giovedì 28 Gennaio 2010, 08:56:33 »
A dimostrazione del mio assunto già esposto, secondo cui per fare una critica bisogna avere piena cognizione e cultura, altrimenti è meglio stare zitti, vi presento qui il sonetto di uno dei più grandi poeti contemporanei, che usa il metro delle due ultime terzine del sonetto nella maniera permessa, come faccio io:

NOTIFICAZIONE DI PRESENZA SUI COLLI EUGANEI.

Se la fede, la calma d'uno sguardo
come un nimbo, se spazi di serene
ore domando, mentre qui m'attardo
sul crinale che i passi miei sostiene,

se deprecando vado le catene
e il sortilegio annoso e il filtro e il dardo
onde per entro le piú occulte vene
in opposti tormenti agghiaccio et ardo,

i vostri intimi fuochi e l'acque folli
di fervori e di geli avviso, o colli
in sí gran parte specchi a me conformi.

Ah, domata qual voi l'agra natura,
pari alla vostra il ciel mi dia ventura
e in armonie pur io possa compormi.

Come si vede le due terzine sono rimate a due a due e non a tre a tre come spesso avveniva nei classici.

"E questo fia suggel ch'ogni omo sganni",
se continuate sol su Wikipedia
senza senza levare il culo dalla sedia
le critiche saranno solo... danni!

Leggete bene, dunque, miei Soloni,
non vi fermate solo al primo rigo,
leggetelo il poeta, siate buoni,
che nacque proprio a Pieve di Solìgo.

Andrea zanzotto, il citato, è infatti proprio di quelle parti.
Mi aspetto pubbliche scuse, ben convenienti da parte di improvvidi allievi verso il maestro.

Inchinatela, arcadica ed il Conte
davanti a me alfine vostra fronte!!!
Il vostro criticare non fu scaltro,
e adesso rivolgiamoci a a ben altro!


arcadica

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Re: De criticae obtorto collo.
« Risposta #26 il: Giovedì 28 Gennaio 2010, 13:06:16 »
L’esempio* che portate ha un buon rigore (CCD, EED)
opposto alle terzine “del  Crocetti”
per questo accetterò d’esse’ in errore
se verrete con uno dei sonetti
di quel citato Dante sommo autore
che abbia i vostri schemi chiari e netti (CDC, DEE)
in cui logica no, non so trovare
tanto  men, quanto più ci sto a guardare

Se no, non resta che di  reputare
la vostra scelta goffa e grossolana,
lecita sì, per poco faticare
a raggiungere su di un fil di lana
il compimento del vostro rimare
Dante ha tutt’altre perle per collana
ed il sonetto vola sì fulgente
quanto per voi rimane a luci spente

Ma lungi a dir che non capite niente
come Signor, di noi, voi dite ormai
pronto a tirarci dietro un accidente
Darvi del bischero, non lo farò mai!!!
Discuto il  vostro metro solamente
Noi camminiamo contro, nel  via vai
e siamo qui a portarne la ragione
e non darci del fesso o del coglione

Pubbliche scuse(?), a voi la prelazione
al sommo Dante sì, per carità
per un peccato d’equiparazione
Se lui ha difetti, son genialità
ma per maestri senza professione
saranno sempre e sol bestialità
Come ostentassi voce di gallina
per riprodur la tempera di Mina



* io conosco l'autore in questione
condividiamo spazi di poesia
(Di Belle Donne, conoscete La Via)
e lo stimo per la sua produzione





Tosco32

  • Visitatore
Re: De criticae obtorto collo.
« Risposta #27 il: Giovedì 28 Gennaio 2010, 15:01:33 »
Del proverbio dimentichi il sapore,
Arcadica che vuoi solo ragione
"che c'entra il culo con le quarant'ore"
e l'insistere pare un'ossessione.

Non è sol Dante, questo se permetti,
il gran poeta vanto ch'è mondiale
a scrivere a suo modo i suoi sonetti,
anche ridotto nel moderno vale!

Se poi ragione vuoi ad ogni costo,
sappilo che io son verace Tosco
e che mandare so proprio in quel posto
chi per bile mi rende iroso e fosco.

Ma a tal poetessa come ti dimostri
io non so dire quel vaffà si' bello,
e allora limo i miei feroci rostri
ed un bacio ti do... che grande orpello!

Offline Stefano Toschi

Re: De criticae obtorto collo.
« Risposta #28 il: Giovedì 28 Gennaio 2010, 16:54:46 »
Suvvia ragazzi non v’accapigliate!
Di schemi in rima ce ne sono a iosa:
forme frequenti o alquanto inusitate,
se sia  inedita questa, chi dir osa?

Ma in fondo non son poi sì tanto strane
le rime scelte per quelle terzine:
han lo schema, comune come il pane,
che è tipico adottar per le sestine.
"Ogni certezza è nel sogno" (E. Poe)

aureliastroz

  • Visitatore
Re: De criticae obtorto collo.
« Risposta #29 il: Giovedì 28 Gennaio 2010, 19:44:48 »
se due donzelle sono poche ancora
per tre infingardi come i nostri amici
allora spero io saran felici
d'avermi accanto almeno per un'ora

però vi prego non mi biasimate
io son fanciulla dalle piume lisce
che cade tra le grinfie delle bisce
se conto mal gli accenti perdonate

Manocchia, Crocetti e Conte belli
potete fare a men di litigare
ci son tre dame veramente rare
già pronte per voi a sciogliersi i capelli


non per altro ma solo per l'età
io vorrei la più giovane metà!  :angel:



Per come ella s’appresta o mia madonna
ben più d’un ora deve starci accanto
voglio spiare sotto la sua gonna
-le piume lisce annunciano l’incanto-

Non conterò per lei neanche gli accenti
non grinfie o bisce, ma solo carezze
e se le troverà non convincenti
posso inondarla, ma di tenerezze

Vorrei però da lei un’informazione
quella metà che dice di volere
posso fornirla solo concessione?
Se gliela do la voglio poi riavere.