Norvegia del Nord- Gennaio 2010
Giorni notti in continuo albeggiare, di rosa antichi tramonti eterni,
apron sguardi a cieli in cieli, strati su strati di glassa compatti.
Cerco invano la notte, come invano, domani cercherò la luce
navigando lo sguardo sull'infinito bianco ed oltre,
mai stanca di inseguire il pensiero che trapassa con una mano l'ignoto
ed in questo giorno senza fine, spendere i sogni che apparterranno
al prossimo buio.
Pensan le nubi d'essere loro, il cielo vetusto a tinteggiare,
e filato o zucchero in grana, colano sul circolo polare,
ma son soltanto pennelli d'autore, messi alle mani d'un gelido sole,
che regna stantìo sui tuoi sogni, e sul mio.
Come elastico in tiro rimbalzan le stelle all'orizzonte in bagliore
ed aurore annunciate, ferme in respiri e notti girate sull'angolo,
armonie di cristallo son parole salate che assetano voglie
e culle in fumosi sospiri.
Aggrappata alla grigia banchisa la baleniera soffia il suo richiamo,
la mano ripiega nella tasca centellinando la pendola dei giorni,
abbatterà l'orologio stanotte la porta della tua cabina.
Fumi d'alcool tra i tetti e la bruma, la tormenta rattrista un falò.
Rovesci in medaglia s'accomunan gli opposti, sia fuoco e sia gelo
le mani tra neve affondate egual brucian, d'estremo cuor gemellato
Per assurdo s'attarda nei miei calcoli l'ora, con i tempi scanditi di paesaggi scartati
e regali di vita. La cabina e l'oblò mi ricordan del tondo, quel percorso a ritroso...
ma ora è tempo d'amici, sento canti di festa di 'sto Capo del Nord,
senza coda m'attende il lor canto ed il bere, con il fuoco e il piacere di restare a vegliare.
In una notte dai cirri impalpabili, deglutisco vino rosso fra reminiscenze di gelo ch' incalzano nelle ossa sconfitte da abbracci che m'avvolgono in calore d'uomo.
Sale una tiepida nebbia nelle vene e nei pensieri ed ogni tormento s'acquieta.
Al freddo sole che ancora non giace
ed al suo non concedermi remissione di spine
penserò domani, che arriverà anche senz'alba.