Io rispetto (ma NON CONDIVIDO) la tua scelta di censurare espressioni forti, ma non raccontiamoci che la legge lo vieta.
In quale Italia vivi? Nella mia esiste un Codice Penale in cui si trova:
Art. 528 Pubblicazioni e spettacoli osceni Chiunque, allo scopo di farne commercio o distribuzione ovvero di esporli pubblicamente, fabbrica, introduce nel territorio dello Stato, acquista, detiene, esporta, ovvero mette in circolazione scritti, disegni, immagini od altri atti osceni di qualsiasi specie, è punito con la reclusione da tre mesi a tre anni e con la multa non inferiore a lire duecentomila. Alla stessa pena soggiace chi fa commercio, anche se clandestino, degli oggetti indicati nella disposizione precedente, ovvero li distribuisce o espone pubblicamente. Tale pena si applica inoltre a chi: 1) adopera qualsiasi mezzo di pubblicità atto a favorire la circolazione o il commercio degli oggetti indicati nella prima parte di questo articolo; 2) da' pubblici spettacoli teatrali o cinematografici, ovvero audizioni o recitazioni pubbliche, che abbiano carattere di oscenità. Nel caso preveduto dal n. 2, la pena è aumentata se il fatto è commesso nonostante il divieto dell'Autorità.
Art. 529 Atti e oggetti osceni: nozione Agli effetti della legge penale, si considerano "osceni" gli atti e gli oggetti, che, secondo il comune sentimento, offendono il pudore. Non si considera oscena l'opera d'arte o l'opera di scienza, salvo, che, per motivo diverso da quello di studio, sia offerta in vendita, venduta o comunque procurata a persona minore degli anni diciotto.
Art. 725 Commercio di scritti, disegni o altri oggetti contrari alla pubblica decenza Chiunque espone alla pubblica vista o, in luogo pubblico o aperto al pubblico, offre in vendita o distribuisce scritti, disegni o qualsiasi altro oggetto figurato, che offende la pubblica decenza, è punito con l'ammenda da lire ventimila a due milioni.Ed una Legge 17 luglio 1975, n. 355, in cui trova:
Articolo unico - Esclusione dei rivenditori professionali della stampa periodica e dei librai dalla responsabilità derivante dagli articoli 528 e 725 del codice penale e dagli articoli 14 e 15 della legge 8 febbraio 1948, n. 47. Non sono punibili per i reati previsti dagli articoli 528 e 725 del codice penale e dagli articoli 14 e 15 della legge 8 febbraio 1948, n. 47, i titolari e gli addetti a rivendita di giornali e di riviste per il solo fatto di detenere, rivendere, o esporre, nell'esercizio normale della loro attività, pubblicazioni ricevute dagli editori e distributori autorizzati ai sensi delle vigenti disposizioni.
La stessa disposizione si applica ai titolari ed agli addetti a negozi di vendita di libri e pubblicazioni non periodiche, salvo il caso che essi operino di concerto con gli editori ovvero con i distributori al fine specifico di diffondere stampa oscena.
Le disposizioni di esonero di responsabilità di cui ai commi precedenti non si applicano quando siano esposte, in modo da renderle immediatamente visibili al pubblico, parti palesemente oscene delle pubblicazioni o quando dette pubblicazioni siano vendute ai minori di anni sedici. In tale caso la pena è della reclusione sino ad un anno. Nei casi in cui il reato previsto dall'articolo 528 del codice penale sia commesso da un editore di libri o stampa periodica si applica la pena della reclusione da uno a tre anni e della multa non inferiore a lire 800.000.I punti che ci riguardano sono due: la pubblica esposizione e la visione per i minori. Le immagini e i testi sul sito sono esposti sia pubblicamente che ai minori, perché tutti possono leggere le poesie del sito e non c'è alcun filtro che blocchi i minori. L'erotismo, come espressione artistica è consentita, ma con le limitazioni dell'oscenità, definita come esposizione o descrizione di azioni o rapporti espliciti.
Quello che dici non è vero. Ci sono pubblicazioni porno nelle edicole, si, ma non possono essere esposte, devono essere cellofanate, quindi chiuse, non possono essere mischiate alle riviste non pornografiche, ed è vietato venderle ai minori. Il giornalaio può andare in galera e vedersi revocata la licenza, se lo fa. Così come vi sono film pornografici nella sale apposite, ma non possono esporre i manifesti del film, solo il titolo, senza immagini e se non è esplicito, e l'ingresso è vietato ai minori. E possono essere proiettate solo nei cinema appositi, con apposite avvertenze al pubblico che dichiarino la loro esplicita natura, non nei normali cinema mischiati a film normali.
Ci sono libri con contenuti espliciti, ma anche in libreria non possono essere esposti in vetrina, devono essere cellofanati, non possono avere titoli o immagini in copertina espliciti e devono essere in un settore della libreria chiaramente contrassegnato e che specifici la natura erotica di quei libri.
Domanda ad Aldo Busi quello che ha dovuto passare, e deve passare, tanto che ha praticamente smesso di scrivere.
Per quel che riguarda, invece, le "parolacce", il limite è il buon gusto. Nessuno ti vieta di scrivere una poesia in cui dominano le espressioni scatologiche, ma noi riteniamo che non siano adatte al sito. Visto che gestiamo un sito, siamo o no liberi di decidere cosa sia opportuno pubblicarvi, in relazione al nostro progetto editoriale e redazionale, ed al tipo di contenuto e di pubblico che abbiamo progettato di avere?
Nessuno di noi ha mai scritto che in questo sito chiunque possa pubblicare di tutto, anzi all'atto dell'iscrizione si deve approvare un regolamento che fa esplicita menzione del contrario, e si viene informati che c'è una convalida redazionale su tutte le poesie pubblicate. Come hai detto precedentemente, quando ci si iscrive si viene a conoscenza e si accetta tutto questo, quindi poi non ci si deve meravigliare o scandalizzare se non accettiamo poesie sulla cacca.