Siccome non esiterà a dare fiato alle trombe fornendo solamente la sua voce, molto parziale, contro di noi, il sito e la redazione, tanto vale mettere le carte in tavola. Almeno coloro ai quali scriverà potranno ascoltare la storia dalle due campane, e non da una sola. Tre giorni fa, infatti, so che ha avuto cura di scrivere ampiamente ad altri autori del sito, che poi hanno scritto a noi, raccontando la storia "a suo modo". Non a caso, dopo aver sentito la storia a nostro modo, ci è stato dato atto di aver agito in modo ragionevole e giusto.
Allora, succede che Santoro pubblica una poesia. Non sto bene a dire di cosa trattasse, ma finché non c'è un reato e finché si tratta di una poesia che non è contro il regolamento, vige la libertà di parola. Le opinioni di Santoro sono fatti suoi, non nostri, ed è padrone di avere quelle che gli pare e di esprimerle entro i limiti del sito.
A questa poesia si sono aggiunti dei commenti, uno dei quali di Manocchia, che esprimeva opinioni forti e forse anche non condivisibili, ma pur sempre opinioni sulla poesia e sul tema della poesia.
A questo punto si è inserito Crocetti, il quale non ha gradito la pubblicazione della poesia e tanto meno del commento di Manocchia. Così ha pubblicato un commento di una certa violenza verbale contro il commento di Manocchia.
Ora, siccome i commenti devono riguardare la poesia, e non l'autore od altri commenti, né tanto meno scatenare una polemica fra commentatori, il commento di Crocetti è stato cancellato dalla redazione.
Non si trattava del suo contenuto, non si è messo in discussione se dicesse cose giuste o meno, o chi l'avesse scritto, ma del fatto che non parlava della poesia e del fatto che esprimeva le sue opinioni in modo intollerante e polemico. Insomma il tipico modo di Crocetti quando si arrabbia ed inizia a pubblicare commenti, poesie ed a scrivere mail a destra e sinistra in modo compulsivo, cercando di fare il massimo della polemica con il massimo delle persone.
Ed in questi tre giorni ha pubblicato "poesie" pesantemente polemiche sulla redazione e sul sito. L'altro ieri abbiamo lasciato correre, ieri abbiamo lasciato correre, ma oggi ha pubblicato una poesia ancora più lunga e polemica, tanto che alcuni autori hanno scritto in bacheca che la polemica gli da la nausea. Siccome ad ogni giorno raddoppiava la dose e la vis polemica, il terzo giorno abbiamo cancellato le sue poesie e sottoposto le sue poesie a convalida. Se ti dimostri incapace di controllarti e di accontentarti di dire la tua, esageri e perseveri nell'esagerare, dobbiamo mettere un freno a tutto ciò per il bene del sito e del clima fra gli autori.
Ora, in questo sito abbiamo bisogno di persone che scrivano poesie in modo pacato, magari appassionato, ma tranquillamente, magari con modestia, ma di certo non di personaggi che vogliono fare crociate contro gli infedeli e vogliono bruciare sul rogo tutte le espressioni di opinioni che non gli piacciono.
Fino a prova contraria c'è la libertà di espressione, anche se questa espressione ci può sembrare sgradevole. C'è anche la libertà di non leggere, c'è anche la libertà di non aprire il sito.
Se la poesia di Santoro od il commento di Manocchia ti appare così impossibile da tollerare, allora non leggerla. Ma non puoi chiedere di cancellarla, anzi non puoi esigere di cancellarla, solo perché tu non sei d'accordo. Non puoi scatenare una guerra a colpi di mail e di propaganda, non puoi pubblicare poesie polemiche e che vogliono solamente creare altra polemica.
Crocetti non è nuovo a questi episodi. Se vi ricordate, mesi fa si espresse in una campagna di commenti, mail e poesie contro chi inseriva la musica nelle poesie. Ora ce l'ha contro chi esprime dei concetti atei. Non oso immaginare quale crociata scatenerà in futuro. Ma sicuramente sarà sempre intollerante.
La sua tesi attuale è che nel momento in cui il regolamento non consente quello che gli pare e piace, il regolamento va cambiato. Il regolamento del sito è una serie di poche regole, semplici e soprattutto "tecniche", il minimo indispensabile per poter mantenere il sito in un modo tale che sia garantito a tutti la massima libertà di espressione in modo equanime e non vi siano intimidazioni, prepotenza e intolleranza. Per consentire a tutti di parlare, ad esempio, il regolamento vieta di fare polemica. Quando si urla, quando si polemizza, quando si inveisce, molto spesso la ragione e la libertà non trovano più spazio.
Viviamo in un mondo contraddittorio, dove in teoria si parla di libertà, tolleranza, fratellanza e democrazia, ma dove in pratica la si nega ad ogni sorgere del sole. A chi chiede di togliere il crocifisso replica chi vuole vietare i minareti. La tolleranza, la ragionevolezza sembra ogni giorno più rara.
Come scrivevo ad uno degli autori a cui Crocetti aveva rivolto le sue lamentele di perseguitato tutore della fede, io non sono né per togliere il crocifisso né per avere solo il crocifisso. Secondo me sulle pareti delle scuole dovrebbero esserci i simboli di tutte le religioni, ed ai ragazzi si dovrebbe spiegare cosa significano tutte le religioni. Forse si avrebbero meno individui intolleranti e rancorosi e più persone aperte e tolleranti, forse ci sarebbe più armonia e meno polemica ed astio.