Autore Topic: Sulla poesia  (Letto 28623 volte)

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masman

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Re: Sulla poesia
« Risposta #135 il: Lunedì 21 Dicembre 2009, 11:02:41 »
Giocassimo a freccette, Stefano sarebbe imbattibile: un tiro, un centro pieno. Qui sta la vexata quaestio. E qui vorrei riportare l’attenzione, nonostante le interessantissime digressioni (ognuna delle quali potrebbe tranquillamente dar vita ad altri topic), che danno colore, sapore e vivezza alla discussione.
Prima di proseguire, vorrei tuttavia “contestare” (d’uopo le virgolette, che addolciscono) l’affermazione di Luigi, o meglio, il contenuto dell’affermazione di Luigi: “[…] pubblichiamo le poesie in cui la forma non abbia più importanza del contenuto. […] si trova sempre una parola che potrebbe essere prima o dopo e non cambia molto per quel che riguarda il contenuto […]”.
Permettetemi di citare ancora dal volume “La poesia” (da me già citato):
“Una poesia, come – per altro – ogni atto verbale, si distende sempre in una durata temporale. E l’ordine sonoro (o un disordine comunque generato attraverso un sistema di differenza e di contrasto, motivato) che si manifesta nel movimento soggetto al tempo delle parole disposte all’interno della linea di verso è il ritmo: la sua importanza decisiva nell’economia complessiva del testo versificato è confermata dall’impossibilità di mutare in alcun modo l’ordine delle parole nel verso (anche mantenendo inalterato il numero di sillabe) senza distruggere l’effetto profondo della poesia. “Mi fu sempre caro quest’ermo colle” è identico solo dal punto di vista delle componenti verbali e da quello metrico all’originario “Sempre caro mi fu quest’ermo colle”. Eppure, è del tutto “impoetico”: semplicemente, non è più l’incipit della poesia L’infinito (1819) di Giacomo Leopardi, a giusto titolo consacrata tra le più luminose di tutta la tradizione lirica europea.”

Offline Amara

Re: Sulla poesia
« Risposta #136 il: Lunedì 21 Dicembre 2009, 15:54:57 »
.. non consco a sufficienza la metrica , e andando ad...orecchio...concordo pienamente... una parola spostata può decidere se un testo ci arriva come ...poesia o no...
Il dubbio è uno dei nomi dell'intelligenza
(J. L. Borges)

Offline Stefano Toschi

Re: Sulla poesia
« Risposta #137 il: Lunedì 21 Dicembre 2009, 17:33:55 »
Concordo con Massimiliano: in poesia cambiando l’ordine delle parole il risultato cambia sempre.
Solo a vantaggio di chi non si intende troppo di metrica vorrei riprendere l’incipit de “L’Infinito”, di cui sopra, per far notare alcune cose.
Nell’esempio citato da Massimiliano, l’assoluta impoeticità del verso proposto in alternativa a quello leopardiano, salta all’orecchio con la massima evidenza.
In realtà, in questo caso, l’autore ha un po’ barato, se così posso dire. Il verso alternativo è bensì un endecasillabo, ma extra-canonico. Non è cioè, un vero endecasillabo, perché ha gli accenti nei posti sbagliati; per questo suona così male, così poco poetico.
Proviamo a scambiare le parole mantenendo la canonicità del verso:
Mi fu quest’ermo colle sempre caro.
Oppure
Quest’ermo colle mi fu sempre caro.
Queste due soluzioni suonano molto meno impoetiche: è una questione di ritmo; dipende da dove cadono gli accenti all’interno del verso.
Tuttavia anche questi endecasillabi canonici non hanno un effetto equivalente al verso originale, ciascuno di essi ha un ritmo differente e questo non li fa soltanto suonare diversamente l’uno dall’altro, ma pone in diverso risalto le parole che lo compongono. Ad esempio, questa è almeno la sensazione che dà a me, l’originale pone l’accento più sul perdurare del sentimento del poeta, gli altri due mettono più in risalto l’oggettività del colle solitario.
Si capisce, allora, che l’ordine delle parole “fa” la poesia (e questo, più ancora che nella poesia in metrica, soprattutto con il verso libero).

"Ogni certezza è nel sogno" (E. Poe)

masman

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Re: Sulla poesia
« Risposta #138 il: Lunedì 21 Dicembre 2009, 18:02:14 »

Si capisce, allora, che l’ordine delle parole “fa” la poesia (e questo, più ancora che nella poesia in metrica, soprattutto con il verso libero).



Altro tiro, altro centro. Si comincia a parlare di ritmo...

corripio

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Re: Sulla poesia
« Risposta #139 il: Lunedì 21 Dicembre 2009, 19:26:22 »
Per aggiungere sempre un pò di colore, parlando meno tecnicamente, vorrei aggiungere qualcosa su questo ''Colle''. Oltre la ritmica piacevole, il ''colle'' è posto come ultima parola, a creare l'attesa.Come prima immagine c'è il ''sempre caro'', che nella preparazione dell'attesa indica già il senso di affetto continuo. Sarebbe iniziata in modo più distaccato se avesse scritto ''mi fu sempre caro'', perchè il ''mi fu'' è un senso passato che crea un altra attesa, più... non so come dire...funerea. Ma la sensibilità comunicativa e la padronanza della tecnica del Maestro, ha creato la formula perfetta. Ho il diploma di geometra, perdonate la scarsa padronanza con le terminologie.
 
« Ultima modifica: Lunedì 21 Dicembre 2009, 19:39:48 da Corripio »

Offline Marina Como

Re: Sulla poesia
« Risposta #140 il: Lunedì 21 Dicembre 2009, 22:05:30 »
Per aggiungere sempre un pò di colore, parlando meno tecnicamente, vorrei aggiungere qualcosa su questo ''Colle''. Oltre la ritmica piacevole, il ''colle'' è posto come ultima parola, a creare l'attesa.Come prima immagine c'è il ''sempre caro'', che nella preparazione dell'attesa indica già il senso di affetto continuo. Sarebbe iniziata in modo più distaccato se avesse scritto ''mi fu sempre caro'', perchè il ''mi fu'' è un senso passato che crea un altra attesa, più... non so come dire...funerea. Ma la sensibilità comunicativa e la padronanza della tecnica del Maestro, ha creato la formula perfetta. Ho il diploma di geometra, perdonate la scarsa padronanza con le terminologie.
 
accenti a parte concordo con corripio. Il verso "mi fu" sarebbe stato idoneo se avessi voluto parlare in seguito di "oggi, invece" , quindi è proprio il significaato che vogliamo dare alle parole, il perseguire o meno una struttura od un'altra nel verso.
« Ultima modifica: Martedì 22 Dicembre 2009, 21:47:38 da Marina Como »
Se voglio fare la stronza ci riesco bene.  Talmente bene che quasi quasi ci sono. O forse ci sono.  Si, deciso.

Offline Stefano Toschi

Re: Sulla poesia
« Risposta #141 il: Martedì 22 Dicembre 2009, 11:19:55 »
Concordo, cambiando l'ordine delle parole si possono avere coloriture diverse, anche a livello di senso.
Le analisi di tipo tecnico, in ogni caso, non fanno altro che rendere ragione di ciò che già si percepisce all'ascolto.
"Ogni certezza è nel sogno" (E. Poe)

Offline Lucia Casamenti

Re: Sulla poesia
« Risposta #142 il: Mercoledì 23 Dicembre 2009, 20:51:32 »
E' interessante questa operazione metacognitiva sulla poesia. Ognuno di noi, anche se in modi diversi, può comprendere e godere di una poesia, di un dipinto, di una melodia. Il fatto che nella nostra mente ci siano le potenzialità creative ci conferma che il poeta non debba scrivere solo per sè o per altri poeti, che il pittore non dipinga solo per sè o per pittori, che il musicista non abbia solo un pubblico di musicisti; ognuno di noi ha in sè la capacità di intendere l'opera di un artista pur non essendolo. Se il DONO allora è parte integrante dell'arte, allora qual è la natura di questo dono... forse è nascosta profondamente nelle pieghe cerebrali e la scienza ce lo spiegherà un giono, intanto la suggestione del mistero ci riporta a tutto quello a cui sono legati i misteri: di cosa è immagine ciò che non conosciamo?  In genere riusciamo a conoscere quando la nostra aspettativa di corrispondenza tra ignoto e conosciuto è rispettata, quando riusciamo ad incasellare in qualcuno dei nostri schemi conoscitivi il non conosciuto... e se invece la definizione di qualcosa di nuovo fosse totalmente altro: il vuoto è la possibilità del pieno; l'infinitamente piccolo è l'immagine dell'infinitamente grande; la differenza è la possibile uguaglianza; il silenzio è la forma della parola.
Non è bene cercare di spiegare i misteri ma se si intuisce che il dono della poesia ha a che fare con la dialettica del vuoto e del pieno, del niente e del tutto, forse coglieremo la vera natura della diade DONO-POESIA dove le parole della poesia si fanno VERBO nella sua accezione di AZIONE, così come permettiamo al dono di rispettare la sua natura che è AZIONE(DONARE).Ne deriva una circolarità che di-spiega l'uno nell'altro:mondo-poesia-lettore-mondo-poesia-lettore... Il poeta non ha il dono di spiegare il mistero ma ci fa il dono della sorpresa di vedere il mondo nel suo mistero e il lettore rimanda al mondo la sua comprensione. Per questo se chiamo poesie quello che a volte scrivo, mi perdoneranno i veri poeti, sto solo cercando di entrare in quella circolarità che è dono. :angel:

corripio

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Re: Sulla poesia
« Risposta #143 il: Mercoledì 23 Dicembre 2009, 22:06:15 »
L'intervento di Lucia mi ha lasciato molto contento, perchè certe cose che lei ha scritto io ci avrei messo un anno a dirle così sinteticamente e miratamente, anzi non ci avrei nemmeno provato a scriverle.
Inoltre certe cose non le avevo nemmeno mai pensate, se non incosciamente percepite.
Il concetto di immaginare il non visto presunto-inesistente, lo estenderei ad ogni attivita celebrale, non solo artistica. Ora divago un pò: in scienza, sia in quella passata che in quella più ''moderna'', le scoperte prima di essere provate ed ancora prima di essere teorie, non sono state forse il frutto di ''visioni''? Leonardo Da vinci, Galileo Galilei, Albert Einstain ed altri ancora, non hanno fatto ed anticipato scoperte fino a poco tempo prima inimmaginabili? Il dono del quale parlava Lucia è il vero mistero della mente umana. Ma non avendo la scienza ancora spiegato questo dono, come già detto prima, lo si può fare in filosofia, rischiando di aprire una discussione molto ampia e complicata. Forse questo dono-talento innato è la Madre Arte. Per chi crede, è la nostra somiglianza con Dio.

Offline Stefano Toschi

Re: Sulla poesia
« Risposta #144 il: Giovedì 24 Dicembre 2009, 00:37:46 »
Dono e poesia: intuizione del mistero nel quale gli opposti si conciliano e si generano l’uno dall’altro…
Suggestivo! E condivisibile. :)
Ma siamo qui a cavillare  ;D e non possiamo arrenderci alle suggestioni.
Già Platone riteneva la poesia dono delle Muse, ispirazione divina, e perciò la distingueva dalle arti, che erano considerate attività umane caratterizzate dalla capacità tecnica di fare qualcosa.
Nel secolo scorso Benedetto Croce concepisce l’arte (che intanto ha mutato di significato, assumendo quello che ha per noi oggi) come unità di intuizione ed espressione: una forma dello spirito già perfettamente compiuta prima di assumere una qualsiasi forma materiale. La tecnica ha il solo scopo di costituire una mediazione tra creatore e fruitore: è inessenziale, non si dà una distinzione delle arti su base tecnica, la varietà delle arti è il riflesso della infinita varietà delle personalità artistiche.
Ma siamo sicuri che il “fare” materialmente l’opera sia inessenziale all’arte (intesa in senso moderno)?
Siamo sicuri che la tecnica attraverso la quale l’intuizione si esprime non sia parte essenziale nella creazione di un opera d’arte?
Siamo sicuri che la forma attraverso la quale il contenuto si comunica dal creatore al fruitore non finisca con il fare parte del contenuto stesso?
Insomma, se l’intuizione artistica si dispiega in una poesia o in un racconto, piuttosto che in un quadro o in una scultura, questo non è indifferente! E dipende dalla tecnica impiegata.
Dirò di più: se l’intuizione artistica è riconosciuta come tale, ciò dipende dalla forma nella quale si manifesta.
E, come ha detto Corripio, qualcosa di simile all’intuizione artistica gioca sicuramente un ruolo in discipline non artistiche. Qualcuno recentemente ha osservato la presenza di tratti mitologici che si possono riconoscere in filigrana dietro la struttura di alcune teorie scientifiche: le antiche immagini cantate dai poeti possono, quindi, riemergere come archetipi capaci di organizzare il moderno pensiero scientifico.
« Ultima modifica: Giovedì 24 Dicembre 2009, 00:39:42 da Stefano Toschi »
"Ogni certezza è nel sogno" (E. Poe)

corripio

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Re: Sulla poesia
« Risposta #145 il: Giovedì 24 Dicembre 2009, 00:58:08 »
Sicuramente dopo tutta l'elaborazione mentale c'è la tecnica per proporla, come la formula matematica nella scienza. C'è la forma quindi la formula. Grazie Stefano, aggiungi nozioni interessanti.

aureliastroz

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Re: Sulla poesia
« Risposta #146 il: Lunedì 28 Dicembre 2009, 00:19:08 »
Guardando il titolo di questo post mi sono detto: ecco un'altra dissertazione sul fare poesia, adesso qualcuno si chiederà cosa vuol dire fare poesia e tutti a rispondere come in una giostra senza fine: "moto dell'anima"  "trasferimento di emozioni" "espressione del proprio  stato d'animo" ecc. insomma le solite cose dette e rilette centinaia di volte. E' per questo che mi ero perso il post. Poi qualcuno me lo ha segnalato e leggendo le prime 5 pagine (di più non ce l'ho fatta) mi sono reso conto che finalmente si parlava di Poesia, finalmente qualcuno riusciva a focalizzare il nocciolo del problema. Ci sono stati dei passi di Manocchia che trovo a dir poco illuminanti (anche se sono cose che vado dicendo da secoli ma che lui con particolare cura e proprietà di linguaggio nonche grande cultura ha esposto in modo assolutamente incontrovertibile).
Una volta ho parlato di tecnica su queste pagine e tutti a darmi addosso perchè sembrava avessi bestemmiato. La poesia sembrava essere appannaggio di colui il quale sapesse  meglio "schiacciare i brufoli dell’anima per vedere cosa ne esce".
Da allora mi sono riproposto di non sollevare più l'argomento lasciando coloro i quali fossero convinti di tale verità a crogiolarsi nella loro beata ignoranza.
Sono davvero felice, oggi, di leggere che finalmente qualcuno su questo sito ha il mio stesso punto di vista di qualche anno fa; per la verità non molti, in fondo anche se sono 10 pagine chi ha partecipato siete in sei o sette ed è un numero così esiguo rispetto a tutti quelli che scrivono sul sito, da vergognarsi che in giro ci sia tanta indifferenza.
E non credo si tratti di timore nello scrivere, perchè se non si ha timore a scrivere certe cose, non se ne dovrebbe avere nemmeno a partecipare a questo genere di discussioni.
Perdonate se sono diretto e  a tratti provocatorio, ma non tutti riescono a scrivere come Massimiliano, con il dovuto distacco ed in maniera pacata, alcuni, come me, riescono ad essere solo sanguigni nell'esprimere i concetti in cui credono fermamente.

Offline Alberto Canfora

Re: Sulla poesia
« Risposta #147 il: Martedì 5 Gennaio 2010, 16:14:28 »
Ho ricevuto l'invito a partecipare al dibattito su COSA E? LA POESIA? Confesso, pur avendo già inviato alcune poesie, di non avere mai preso sul serio il vostro sito che, più che poesie, raccoglie ottimi periodi in prosa "andando a capo" ogni tanto. Ho iniziato nel 1997 dopo avere acquistato, per curiosità, due libri: LA METRICA e Interviste a Goete "COME SI DIVENTA POETI". Da pensionato ho studiato molto e ottenuto tante gratificazioni nei Premi letterari. Ho letto tutti gli interventi pubblicati sul tema e la pazienza dei sigg. Mannocchia e dell'Amministratore per spiegare come anche la poesia, se vogliamo chiamarla tale, ha le sue regole. Spesso, nelle giurie, sono presenti giurati che penalizzano che invia poesia con la metrica perché feriscono la propria non conoscenza. Ora però le cose stanno cambiando: in molti Premi letterari sono istituiti premi "per la poesia strutturata secondo le regole e il formato della metrica classica italiana". Gli amici di SCRIVERE si confrontino nei concorsi e potranno vedere quali parametri, spesso, vengono applicati:1- l'originalità dell'argomento e della narrazione, 2 -la forma metrica con la musicalità e le regole, 3 - il lessico con l'ortografia, 4 - la sintassi e il vocabolario; 5 - l'acutezza  con la profondità dei concetti, la rispondenza la tema e l'emotività.  Chi mi legge, se vuole, può verificare se stesso o altri poeti dando il proprio giudizio. C'è chi si vanta di scrivere anche 10 poesie la mese. E' possibile che abbia tanti momenti di emotività su argomenti non banali e che l'oggetto sua universale e non un diario di famiglia? Sono tecnihe d'arte la poesia, la narrativa, la pittura, la musica. Chi le conosce è un artista il cui valore si vedrà da come ha utilizzato queste tecniche nei momenti di "illuminazione". Poi si confronterà nei concorsi. Scusate se mi sono inserito ma ho accettao l'invito della Redazione a cui auguro di proseguire nella strada intrapresa. Cordiali saluti

Offline Alberto Canfora

Re: Sulla poesia
« Risposta #148 il: Martedì 5 Gennaio 2010, 16:44:20 »
Aggiungo che quando si applica qualsiasi tecnica dell'arte si deve fare per sé, per ciò che si sente e non per ciò che potrebbe piacere a chi giudica come dico nella poesia.

CARO L’ARTISTA …
 
Caro l’artista mio … Ciài mai penzato,
quanno che guardi er celo e l’infinito
o che dipigni er bello der creato
che ce sta uno, sopra a la panchina
morto de freddo. Guardelo, è stecchito!
Nun l’hai letto er giornale stammatina?
Nun sai ch’edè successo ner traforo?
Sai che Ninetto è morto sur lavoro?
E te, poeta, penza pe un pochetto
quanno che scrivi de li monti belli
e vedi er celo co li nuvoloni.
Guarda puro pe terra e penza a quelli
che dormeno de sotto a li cartoni.
Gran cantautore
che scrivi certe cose
su un monno finto, indove c’è l’amore;
perché nun fai canzone coraggiose,
nun canti monni veri
indò sò martrattati li stragneri?

Si uno nun lavora p’er mercato
pò tirà fora tutto er sentimento
che viè dall’occhio, si nun è cecato. 
                                             
          Alberto

272-29/11/2008





2° nel Concorso  “AmaRossella”  di Roma il 14 giugno 2009
Premio della giuria (superiore al 1°) nel concorso “Tempo di Cultura” di Cerveteri  (RM) 11/7/2009
2° nel Concorso “Verso i versi” in Città di Siano (SA) il 29/8/2009


Offline Amara

Re: Sulla poesia
« Risposta #149 il: Martedì 5 Gennaio 2010, 17:02:31 »
..mi complimento con alberto per i riconoscimenti avuti... io non 'mi vanto' di scrivere un certo numero di testi.. li scrivo e basta... e di emozioni direi che.. non me ne mancano... poi se siano originali.. o ben scritte.. questo non so..
io che sono ignorante di metrica.. e la sento come lacuna a cui cercherò di rimediare.. non mi sento di scrivere pensando ai metri di giudizio dei concorsi...
però il confrontarmi qui.. mi ha portato molto... e non tanto per diventare 'poeta vero'.. :).. ma perchè riesco meglio di prima ad esprimermi come desidero..
non credo però.. si debba giudicare qualcuno dalla quantità delle parole che scrive.... poichè spesso si scrive per il bisogno di farlo e non credo che il bisogno possa essere misurabile.. o debba essere represso...
certo è che bisognerebbe avere uno sguardo più autocritico.. per comprendere ciò che è 'scaricare un bisogo' e ciò che è un testo quantomeno pubblicabile.. o ancor meglio.. che abbia almeno un vago sapore di poesia...(e parlo naturalmente per me..)
Il dubbio è uno dei nomi dell'intelligenza
(J. L. Borges)