Autore Topic: Sulla poesia  (Letto 28549 volte)

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Offline Zima

Re: Sulla poesia
« Risposta #105 il: Venerdì 18 Dicembre 2009, 18:11:06 »
stefano... mi hai anticipato di pochi istanti!  :D
ma cmq nel mio post c'è la mia risposta alle tue domande...  ;)
"proverò a spaccare
meridiane di silenzio,
come ghiaccio
sui mattoni della piazza
e sotto i nostri piedi"
r.d.

Offline Webmaster

Re: Sulla poesia
« Risposta #106 il: Venerdì 18 Dicembre 2009, 18:20:34 »
Riporto la definizione di Wikipedia, che è la stessa che si può trovare in qualunque testo sul tema: “Un mezzo di comunicazione di massa o mass medium (termine di derivazione latina e mutuato dall'inglese; il plurale, "mass media", spesso abbreviato in "media", è invece molto diffuso), anche abbreviato in medium, è un mezzo di comunicazione attraverso cui è possibile diffondere un messaggio, secondo le caratteristiche proprie del mezzo, ad una pluralità di indistinti e diffusi destinatari.” Quindi parliamo di “mass media”: televisione, giornali, cinema, radio, telefono, etc.
Ora, come si può affermare che la poesia sia un “mass medium”??? Che sia semplicemente “medium” è fuor di dubbio (lo è qualunque forma di comunicazione), che sia di “massa”, suvvia, non scherziamo, Gianpiero, cerchiamo di essere seri. Apprezzo la tua passione e il tuo ardente desiderio di ricollocare la poesia in un più ampio contesto e con un più ampio significato, ma non andiamo oltre.


E' vero che McLuhan parlava a quell'epoca dei mezzi di comunicazione di massa nel senso che dici, ma è pur vero che la sua teoria (anzi meglio le sue osservazioni) è stata masticata e rielaborata molte e molte volte, semeiotica del contesto, semeiotica sociale, ecc... ma è vero che si trattava di "quell'epoca" (1967 per la precisione, ho la prima ed unica edizione italiana).
Da allora sono passati molti meno anni di quanti ne siano passati da Guttemberg a McLuhan, ma sono stati anni che hanno portato cambiamenti molto più rilevanti e travolgenti per quel che riguarda la comunicazione di massa. Ormai siamo alla comunicazione pervasiva ed è difficile distinguere sia mezzo da mezzo, che mezzo da contenuto, che autore da fruitore, perché oggi il fruitore diventa autore di un contenuto che riceve e ritrasmette. Nei nuovi media i contenuti spesso sono creati dagli stessi fruitori, collettivamente o singolarmente, spesso cambiando di media durante il percorso (telefonata, sms, twitter, televisione, mail, pagina web, telefonata...) come si è visto in modo rilevante nel caso delle manifestazioni in Iran. Le notizie venivano ricevute in modo diffuso e generale e non vi erano autori singoli ma una serie di contributi che si sommavano e rimbalzavano. E non solo notizie, ma anche impressioni e persino poesie (radiotre la ascoltano in troppo pochi).
Avviene anche nelle poesie pubblicate sul sito. Si potrebbe dire che gli autori che pubblicano su Scrivere non sono influenzati dallo scrivere in uno scenario collettivo, ed in "questo" scenario? Che non si influenzano (anche senza volere) l'uno con l'altra? Che una poesia scritta per essere pubblicata in internet sarebbe stata identica se fosse stata scritta prima della diffusione di internet?
Una volta forse si, i cambiamenti e le influenze reciproche erano lente, andavano a passo di anni o decenni, oggi si cambia e ci si influenza di giorno in giorno se non di ora in ora. Oltretutto alcuni medium, che una volta erano solo un medium di comunicazione personale, ad esempio la posta, ora sono diventati comunicazione "di massa". E così la poesia, che prima si scriveva e si faceva leggere ad un amico od alla fidanzata, ed ora si pubblica in modo autonomo in pochi istanti e si fa leggere a decine se non centinaia di persone.
A meno che uno non si ritiri a scrivere poesie in una baita in alta montagna senza tv né computer. Certo si troverebbe davvero di fronte a se stesso, veramente potrebbe entrare nel suo essere umano, ma non credo che nessun autore del sito lo stia facendo.

Offline Webmaster

Re: Sulla poesia
« Risposta #107 il: Venerdì 18 Dicembre 2009, 18:32:44 »
ma la cosa importante, per quello che mi riguarda, è un'altra.
la poesia si sta sdoganando, sta perdendo di importanza proprio perchè tutti credono che scrivere poesie sia una cosa semplice, priva di alcuna tecnica, che non ha bisogno di studio ma che riesce bene non appena si poggia la penna sul foglio. perde di valore quando si pensa che ogni frase contenente le parole cielo, mare, amore e cuore, siano poesia.
Ecco, questo è il punto. La facilità con cui si può trasmettere una poesia agli altri ha trasformato il concetto di poesia che si aveva. O meglio, ha cambiato il contesto di questo concetto e quindi la sua importanza.
Mi spiego. Le poesie "cuore-amore" sono sempre esistite, le poesie stupide e banali, fatte di luoghi comuni e frasi fatte sono sempre esistite oggi come ieri come l'altro ieri. Quello che è cambiato è che l'altro ieri e ieri queste poesie venivano scritte nel privato di una stanzetta sul proprio diario, mentre oggi si danno direttamente "alle stampe" rendendole pubbliche su internet.
Se l'altro ieri l'autrice di queste poesie "cuore-amore" fosse andata alla redazione di una rivista letteraria per proporle, sarebbe stata messa alla porta non sempre civilmente. Oggi la stessa autrice va su internet e le pubblica, magari anche solo sul suo blog personale, ma le "manda" nel mondo invece di farle restare nel confortevole cassetto di casa.
Prima solo la poesia vera veniva pubblicata, da cui discendeva che la poesia pubblicata era poesia vera. Oggi, se la poesia vera è quella pubblicata, ecco che la poesia ha perso dignità, perché chiunque può pubblicare le proprie poesie e considerarle "poesia vera" perché sono pubblicate.
Ultimo, ma da non dimenticare, quello che dicevo prima, cioè la comunicazione pervasiva, cioè la commistione e l'influenza fra media, fra mezzi di scrittura e di comunicazione. SMS e mail hanno "contaminato" e rovinato non solo l'arte della corrispondenza, ma anche quella dello scrivere poesie. Chi è abituato a scrivere e leggere un centinaio di SMS al giorno, difficilmente si potrà distaccare da quel modo di scrivere quando cercherà di scrivere la sua poesia "cuore-amore".
Serve tecnica per scrivere un sms, per scrivere una mail? No, ed allora perché dovrebbe servire tecnica per scrivere una poesia? "Sono tutte espressioni dei miei sentimenti," dice, "e quindi sempre vere ed autentiche, e non si devono sottomettere ad una tecnica arida ed estranea."
« Ultima modifica: Venerdì 18 Dicembre 2009, 18:36:44 da Luigi. »

Offline Stefano Toschi

Re: Sulla poesia
« Risposta #108 il: Venerdì 18 Dicembre 2009, 20:02:15 »
Hai ragione Luigi, internet ha dato a tutti la possibilità di pubblicare facilmente ciò che un tempo sarebbe rimasto privato o ristretto ad una piccola cerchia di conoscenti.
Tuttavia quello che è curioso è il fatto che una quantità enorme di persone sia convinta di scrivere poesie semplicemente perché scrive dei pensieri andando a capo spesso e magari con una sintassi poco ortodossa.
Finché i canoni poetici tradizionali (in realtà sempre in movimento, lo so) hanno retto, un dilettante avrebbe scritto per suo diletto un brutto sonetto, o avrebbe scritto in endecasillabi una banale poesia alla sua innamorata.
Ma nel corso dell’ultimo secolo la riconoscibilità del testo poetico è andata facendosi sempre più problematica, i confini tra poesia e prosa sempre più indistinti.
Certo un esperto sa riconoscere una poesia da ciò che non lo è, ma per il profano tutto si è appiattito a livello stilistico, così che è rimasto riconoscibile solo il sentimento, l’emozione, la stessa che si può provare leggendo una pagina di romanzo, o vedendo la sequenza di un film, o un programma televisivo. La forma poetica è diventata, agli occhi dei più, la più facile: frasi corte, sintassi aleatoria, diritto di licenza. E, per paradosso, proprio mentre la poesia colta si faceva più difficile.
"Ogni certezza è nel sogno" (E. Poe)

fallin

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Re: Sulla poesia
« Risposta #109 il: Venerdì 18 Dicembre 2009, 20:11:42 »
Poesia come comunicazione di massa: credo si debba guardare gli intenti, la poesia non è come un tg, non vuole propriamente comunicare al maggior numero possibile di utenti, come può essere la tv, creedo sia più come un voler fermare, un rendere chiaro (forse a se stessi prima che algi altri) un qualcosa di interessante, e quindi direi che l'aspetto comunicativo non è esattamente alla radice della poesia ma viene dopo alla necessità di scrivere versi, un istinto che prescinde dalla comunicazione successiva. Forse per questo non può essere di concepita come comunicazione di massa.

Per l'altro versante di questa discussione
come dice Zima quando dice che si sta sdoganando la poesia,
il rischio è la perdita di giudizio o meglio il relativismo che si estende a tutte le arti, questa convizione che qualsiasi cosa sia arte a secondo del punto di vista dell'artista: non c'è niente di più sbagliato perchè la bellezza non è relativa come vogliono modernamente farci credere. La merda in vasetto con è BELLA come la cappella sistina.
Ma se uno guarda nella propria esperienza umana non lo può negare. Invece se uno parte da un'idea allora tutto diventa discutibile. Così nella vita, così nella poesia, così dovunque.
« Ultima modifica: Venerdì 18 Dicembre 2009, 20:13:55 da Fallin »

Offline Paolo Ursaia

Re: Sulla poesia
« Risposta #110 il: Venerdì 18 Dicembre 2009, 21:08:00 »
...nel corso dell’ultimo secolo la riconoscibilità del testo poetico è andata facendosi sempre più problematica, i confini tra poesia e prosa sempre più indistinti.
Certo un esperto sa riconoscere una poesia da ciò che non lo è, ma per il profano tutto si è appiattito a livello stilistico, così che è rimasto riconoscibile solo il sentimento, l’emozione, la stessa che si può provare leggendo una pagina di romanzo, o vedendo la sequenza di un film, o un programma televisivo. La forma poetica è diventata, agli occhi dei più, la più facile: frasi corte, sintassi aleatoria, diritto di licenza. E, per paradosso, proprio mentre la poesia colta si faceva più difficile.

   Integralmente d'accordo. I confini estremi della poesia si allontanano progressivamente; tanto che sarebbe da chiedersi cosa abbiano in comune gli estremi: da un lato quella colta, dall'altro quella, oserei dire, "di tutti i giorni". Non mi fascerei la testa, per la cosa...
Cunctando restituit

Offline Stefano Toschi

Re: Sulla poesia
« Risposta #111 il: Venerdì 18 Dicembre 2009, 21:09:03 »
La merda in vasetto con è BELLA come la cappella sistina.

Eppure è nei musei d'arte contemporanea. :-[
http://www.griseldaonline.it/percorsi/6allegro_foto25.htm
"Ogni certezza è nel sogno" (E. Poe)

Offline Stefano Toschi

Re: Sulla poesia
« Risposta #112 il: Venerdì 18 Dicembre 2009, 21:11:13 »
   Integralmente d'accordo. I confini estremi della poesia si allontanano progressivamente; tanto che sarebbe da chiedersi cosa abbiano in comune gli estremi: da un lato quella colta, dall'altro quella, oserei dire, "di tutti i giorni". Non mi fascerei la testa, per la cosa...

Il sospetto è che in comune possano avere il fatto di non essere più poesia.
"Ogni certezza è nel sogno" (E. Poe)

Offline DarioC 85

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Re: Sulla poesia
« Risposta #113 il: Venerdì 18 Dicembre 2009, 22:40:17 »
Vorrei ricollegarmi a quanto detto per una mia personale e modesta riflessione in relazione al rapporto tra poesia,massmedia,tecnica,separazione tra poesia elitaria e poesia comune e influenza del "mezzo di comunicazione utilizzato".
Anzitutto credo che non debba essere confuso il "mezzo" (cioè il mass media utilizzato,cioè quello strumento che,appunto, fa da intermediario tra autore e fruitore),e quanto con esso "divulgato" (che puo' essere poesia,romanzo,immagine...),come per altro esposto sopra.
Riguardo poi agli altri argomenti di discussione,credo che l'evoluzione dei mezzi di informazione ed il loro utilizzo influiscano non poco sull' evoluzione anche di ciò che con essi viene trasmesso:infatti,mentre,come esposto da Luigi,nel passatosi ricorreva alle case editrici per la pubblicazione,con l'avvento,il perfezionamento e la diffusione di nuovi mezzi di informazione,di pari passo si è accompagnata anche l' evoluzione dei contenuti e delle tecniche con cui questi vengono trasmessi.
Se un tempo l' unico mezzo di diffusione era la carta stampata,il che comportava un tempo relativamente lungo tra creazione del messaggio,pubblicazione,diffusione e fruizione,ora tale tempo è stato di molto ridotto (ad eccezione,eventualmente del tempo di creazione,che ovviamente dipende dall' autore)...leggere un libro richiede tempo e riflessione,il che porta anche ad apprezzare tecniche particolarmente curate;una poesia pubblicata in internet non consente la stessa riflessione.

Offline DarioC 85

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Re: Sulla poesia
« Risposta #114 il: Venerdì 18 Dicembre 2009, 22:44:25 »
Velocità di diffusione comporta la necesità di creare un messaggio immediatamente comprensibile,anche a discapito della forma,che anche se curata rischia inevitabilmente di passare in secondo piano.
Quindi il mezzo influenza il messaggio e le tecniche usate per esporlo.
Da qui anche la separazione tra poesia elitaria,che appunto richiede tempo di riflessione ed approfondimento,e poesia "comune" che punta sulla rapidità di diffusione del messaggio,e quindi sulla rapidità della sua comprensione...
« Ultima modifica: Venerdì 18 Dicembre 2009, 22:46:15 da DarioC 85 »

Offline DarioC 85

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Re: Sulla poesia
« Risposta #115 il: Venerdì 18 Dicembre 2009, 23:10:22 »
Probabilmente uno dei nodi della discussione sta nel mutamento di rapporto autore-fruitore:mentre un tempo la difficoltà di pubblicazione e la scarsità di diffusione dei media comportava che fosse il fruitore a ricercare l' autore,con la velocizzazione dei mass media e la loro diffusione il rapporto si è invertito,quindi l' autore si trova nella necessità di coinvolgere immediatamente il fruitore(che altrimenti potrebbe essere "distratto" da altri),ed ecco quindi la poesia "comune".

Offline Zima

Re: Sulla poesia
« Risposta #116 il: Venerdì 18 Dicembre 2009, 23:14:54 »
pur essendo nata e cresciuta nell'epoca della diffusione di internet, mi sento veramente tanto antica!

quello che dici, Dario, è giustissimo, purtroppo è maledettamente vero. le informazioni si trasmettono ad impulsi, flash visivi che ci restano incollati alla memoria. tutto funziona così e in tutto ci si adegua, ma io credo che quando parliamo di poesia, di letteratura o di arte in genere, ciò non sia possibile.
una poesia, un romanzo, un quadro, vanno compresi ed assimilati e c'è bisogno di tempo per farlo.
cosa significa, allora, che la poesia "comune" punta sulla rapidità del messaggio?

è forse un'ansa? un sms che ci avvisa di un ritardo su un appuntamento, è forse un messaggio pubblicitario? NO! la poesia è un'altra cosa e non ha bisogno di fretta, anzi, la fretta è la sua rovina!
una poesia scritta di fretta, tanto per pubblicare un'emozione urgente, sarà approssimativa, e non riuscirà a riempirsi di tutto il significato che volevamo darle, una poesia letta di fretta non potrà essere metabolizzata. quante sfaccettature ci perderemmo, quante finezze, quanti significati nascosti, se leggessimo di fretta e via... subito altri versi, senza sapere cosa nascondevano quelli precedenti.

una poesia non deve essere "rapidamente" comprensibile, no... una poesia deve lasciarti lì a pensare, deve farsi rileggere e scrutare fino al suo nocciolo più profondo.

non voglio credere ad una distinzione tra poesia comune e poesia colta, perchè dal mio punto di vista esiste semplicemente la poesia (colta, dotta, semplice, anticheggiante, ermetica, sperimentale, ecc...) e la non poesia, in un periodo in cui, purtroppo, prevale la non poesia appropriandosi di un appellativo che non le appartiene.
« Ultima modifica: Venerdì 18 Dicembre 2009, 23:25:41 da Zima »
"proverò a spaccare
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Offline Stefano Toschi

Re: Sulla poesia
« Risposta #117 il: Venerdì 18 Dicembre 2009, 23:26:24 »
una poesia non deve essere "rapidamente" comprensibile, no... una poesia deve lasciarti lì a pensare, deve farsi rileggere e scrutare fino al suo nocciolo più profondo.

Sì. Com'è vero!
In fondo ci si può fermare a riflettere anche davanti allo schermo di un computer.
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Offline DarioC 85

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Re: Sulla poesia
« Risposta #118 il: Venerdì 18 Dicembre 2009, 23:30:12 »
Mi spiego meglio con un esempi pittorico già utilizzato altrove:gli impressionisti,quando cominciarono la loro attività,vennero tacciati per degli incompetenti presuntuosi...eppure ebbero poi un enorme successo.Loro puntavano ad una realizzazione veloce,che cogliesse l' attimo in tocchi rapidi,non perfettamente dettagliati,ma con una tecnica molto precisa...il risultato era da una parte cogliere un momento ben preciso del giorno,coi suoi dettagli di luce,e dall' altro "catturare" l' attenzione del fruitore,rendendogli subito l'idea di quanto rapresentato.In questo modo,attirato il fruitore,questo avrebbe poi analizzato ("metabolizzato") l' opera autonomamente...La tecnica c'è,la possibilità di introspezione ed analisi pure...d'altra parte,in questo modo era possibile "catturare" anche chi colto e capace di analisi non era,ma che comunque percepiva ciò che l'autore voleva esprimere.
Forse anche la poesia sta virando verso una prospettiva simile...
« Ultima modifica: Venerdì 18 Dicembre 2009, 23:31:46 da DarioC 85 »

Offline DarioC 85

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Re: Sulla poesia
« Risposta #119 il: Venerdì 18 Dicembre 2009, 23:36:08 »
se tutti possono leggere,puo' esserci l' interesse a che quanti più possibile leggano...poi ci sarà chi si sofferma e chi passa oltre.ciò non sminuisce la qualità di una "bella" poesia,ne' rende "bella" una poesia che non lo è...bisogna comunque saper scrivere così come per un quadro impressionista bisogna comunque saper dipingere!