Autore Topic: Sulla poesia  (Letto 28567 volte)

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masman

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Re: Sulla poesia
« Risposta #45 il: Lunedì 14 Dicembre 2009, 11:05:58 »
Ringrazio di cuore tutti gli autori che stanno partecipando alla discussione e mi scuso se ancora non rispondo, ma desidererei prima finire il mio lungo post.

Sono quasi alla conclusione, non abbiate paura. Una volta posta la parola fine a questo lungo topic, smetterò per sempre di tediarvi con un tema noioso come la poesia. Come dite? La poesia NON è noiosa?
Cito un altro commento: “Contano le emozioni… le frasi semplici e dirette che arrivano al cuore” (Danielaingranata).
Questo commento, semplice (fin troppo) e diretto, mi suscita una girandola di domande. Innanzi tutto l’autrice usa il verbo “contare” in modo colloquiale, attribuendogli un significato tipico dell’italiano parlato. Rileggiamo: “Contano le emozioni…”. Nulla da dire sulla forma, è ineccepibile. È semplice. È diretta. Arriva. Se assumiamo per vera l’affermazione che Daniela fa nel suo commento, e la rivolgiamo alla frase stessa, dobbiamo inevitabilmente concludere che il suo commento è una poesia. Di certo, anche chi, con mia somma invidia, non ha mai letto nient’altro che la Gazzetta dello Sport, rimarrebbe nella migliore delle ipotesi perplesso se qualcuno, sottoponendogli quella frase, gli dicesse che è una poesia. Se voglio esprimere un’emozione, che so, la rabbia, e scrivo “Sono arrabbiato”, be’, ho usato una frase semplice e diretta e in quella frase tutto ciò che conta è l’emozione espressa (anche perché non c’è altro). Ma ho fatto poesia? Il poeta è colui che deve farvi pensare al colore rosso senza scrivere né la parola colore, né la parola rosso. Deve suscitare in voi l’emozione, la sensazione del rosso. E quella sensazione dovete mettercela voi che leggete. In altre parole, dovete COMPLETARE col vostro sentire quello che l’artista appena vi suggerisce. Se vi descrivesse banalmente come egli sente o cosa ha voglia di fare, con “frasi semplici e dirette”, al vostro cuore non arriverebbe proprio nulla. Prendereste semplicemente atto, forse anche un po’ irritati per l’arroganza di questo tipo che vuole per forza dirvi come si sente, di ciò che avete letto. E dimentichereste quella pagina prima ancora di averla voltata.
Ma – obietterete – Leopardi usa proprio questo tipo di linguaggio semplice e diretto quando scrive “L’infinito”. E qui consentitemi una sonora risata e una viscida domanda: ne siete proprio sicuri? Per un attimo lasciamo perdere la dissertazione sulla poesia e, se ne avete voglia, provate a rispondere a questa domanda: cosa significa linguaggio semplice e diretto?

Offline Zima

Re: Sulla poesia
« Risposta #46 il: Lunedì 14 Dicembre 2009, 11:23:02 »
ahahaah!!!
sei viscidissimo!  :P e io non rispondo!!!  :P :P :P ;D
"proverò a spaccare
meridiane di silenzio,
come ghiaccio
sui mattoni della piazza
e sotto i nostri piedi"
r.d.

Offline Paolo Ursaia

Re: Sulla poesia
« Risposta #47 il: Lunedì 14 Dicembre 2009, 11:35:00 »
 Caro Massimiliano...io ti risponderò in maniera semplice e diretta ;D ;D
  Tutti i tuoi post, così lineari, forbiti, diretti, danno l'impressione discreta che il motore primo del tuo pensiero sia solo incidentalmente la poesia. Non dubito che essa ti interessi, certo. Ma il continuo citare frasi di altri Autori...vorrei dire il continuo metterli alla berlina, dà l'impressione che il tuo intento sia primariamente polemico. In ciò non trovo niente di sbagliato; soprattutto se la finalità fosse quella di una discussione costruttiva sulla poesia. Cosa tra l'altro avvenuta.
  Ecco...questa è una comunicazione "semplice e diretta"  :angel: :angel:
Cunctando restituit

Offline Amara

Re: Sulla poesia
« Risposta #48 il: Lunedì 14 Dicembre 2009, 12:03:42 »
..è una forma..indossabile...comunque...di cui si può apprezzare ciò che si vede... ma che può nascondere molte setose sottogonne... e chi vuole perdersi in esse.. potrebbe trovare molte sorprese...
perdonami.. non sono stata per niente chiara e diretta......:)
Il dubbio è uno dei nomi dell'intelligenza
(J. L. Borges)

Offline Paolo Ursaia

Re: Sulla poesia
« Risposta #49 il: Lunedì 14 Dicembre 2009, 12:08:36 »
Data la risposta scherzosa (...ma non troppo), mi caccio profondamente nei guai  :laugh: e rispondo in maniera più...seria. Cosa è il linguaggio semplice e diretto...
     "Per caso mentre tu dormi
      per un involontario movimento delle dita
      ti faccio il solletico e tu ridi
      ridi senza svegliarti
      così soddisfatta del tuo corpo ridi
      approvi la vita anche nel sonno
      come quel giorno che mi hai detto:
      lasciami dormire: devo finire un sogno"
  Questa lirica di Antonio Porta "Per caso mentre tu dormi", scritta nel 1981 è l'esempio di ciò che io, personalmente, intendo come linguaggio semplice e diretto; un discorso intimo, chiaro, facilmente comprensibile; ma non vuoto, nè fine a se stesso, bensì capace di comunicare un'emozione, uno stato dell'anima. Mi piace, personalmente, l'atmosfera che riesce a creare questo fluire continuo ed armonioso di versi che sembrano tratti da un brano di narrativa e, alla fine, creano un'atmosfera di complicità, dove ognuno si può ritrovare; e da qui nasce la poesia.
   Bene...adesso vi ho "confessato" dove cerco di andare...
Cunctando restituit

masman

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Re: Sulla poesia
« Risposta #50 il: Lunedì 14 Dicembre 2009, 12:13:18 »
Caro Paolo,
permettimi con altrettanta semplicità di replicare. Il motore primo del pensiero non può essere la poesia; essa è soltanto UNO dei livelli di pensiero. Ciò che muove il pensiero, il suo motore primo, è la RIFLESSIONE LOGICA. In questo senso, e solo in questo senso hai ragione. Il motore primo del mio pensiero, scrivendo questo post, è la riflessione logica sulla poesia, quindi. Che l’intento abbia avuto origine dai commenti degli autori (questo il motivo per cui li cito, non per “metterli alla berlina”) è del tutto incidentale, e pertanto non polemico. Polemico è forse, a tratti, il linguaggio da me usato; consentimi tuttavia di dire che preferisco il termine “ironico” e, per chi sa leggere oltre il linguaggio semplice e diretto, “auto-ironico”. È ovvio fino alla banalità che il fine che mi sono preposto è quello di dar vita ad una discussione costruttiva sulla poesia. E, mi piace pensare, anche un po’ più  elevata e matura.
Con stima.
Massimiliano.

Offline Paolo Ursaia

Re: Sulla poesia
« Risposta #51 il: Lunedì 14 Dicembre 2009, 12:22:22 »
  Scavando un pochino di più...Massimiliano, forse in seguito ad eventi recenti che hanno provocato un certo...moto ondoso nel sito, mette il dito su un problema vecchio come il...Sito...cioè, quello dei commenti. Se ben mi ricordo, periodicamente nasce il problema dei commenti e del commentare. In passato tale problema ha portato addirittura il sito sull'orlo dell'implosione. Bene, trattasi di problema reale, ma senza soluzione. Imparare a commentare è difficile almeno quanto imparare a scrivere. Commentare non deve essere una sviolinata all'Autore, nella speranza di essere a nostra volta commentati. Ma non deve nemmeno essere una stroncatura senza motivazione reale. Esempio...se io ad una poesia leggo un commento del tipo: " la poesia non mi è piaciuta, per questo e questo motivo", circostanziandone dal punto di vista stilistico, tecnico, emozionale...le motivazioni...beh, potrà dispiacermi, ma sarà interessante, costruttivo, confrontarmi con una critica vera. Poi, magari, rimarrò della mia opinione, ma non avrò alcun diritto di risentirmi. Se, invece, la critica sarà solo e semplicemente "questa non è una poesia, contrariamente a quanto pensi tu ed i tuoi amici"...spiegami perchè! Altrimenti mi sentirò in diritto di non ascoltarti, anzi, di sentirmi offesa/o. Insomma...io non sono un buon commentatore. Se una poesia non mi piace, non riesco nemmeno a commentarla. E' un mio limite, sicuramente. Ma ancora devo ringraziare alcuni Autori, tra i quali una ancora presente nel Sito, che con le loro critiche circostanziate e costruttive mi hanno aiutato a migliorare (spero)...
   Stroncature mute e commenti benevoli sempre e comunque...non aiutano.
« Ultima modifica: Lunedì 14 Dicembre 2009, 12:32:11 da Paolo Ursaia »
Cunctando restituit

Offline Paolo Ursaia

Re: Sulla poesia
« Risposta #52 il: Lunedì 14 Dicembre 2009, 12:26:57 »
Caro Massimiliano...ogni tanto la mia cultura essenzialmente classica ha la meglio...non intendevo dare al termine "polemico" un connotato negativo. Anzi; l'ironia di cui tu parli è ciò che intendo. Non Polemos, il dio della guerra; bensì polemica come arte della discussione. O, come dici tu, ironia e maieutica socratica, che tira fuori, tramite lo stimolo del singolo, ciò che ognuno ha dentro.
   Mi dispiace di essermi fatto fraintendere. Trovo i tuoi post positivi e propositivi, appunto perchè...smuovono la palude.
          Con stima, Paolo
Cunctando restituit

masman

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Re: Sulla poesia
« Risposta #53 il: Lunedì 14 Dicembre 2009, 12:32:28 »
Grazie per il chiarimento Paolo, ti chiedo scusa io ma avevo frainteso. Ora, però, che hai usato un linguaggio semplice e diretto, ho capito perfettamente cosa intendevi dire.  ;D

fallin

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Re: Sulla poesia
« Risposta #54 il: Lunedì 14 Dicembre 2009, 14:07:19 »
Finalmente quacosa di interessante!!! Ora non ho tempo ma torno sicuramente. Questo è un argomento che mi è molto caro.

masman

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Re: Sulla poesia
« Risposta #55 il: Lunedì 14 Dicembre 2009, 14:07:48 »
Amo contraddirmi e prima di ultimare il post, ringrazio Pozzato per aver definito “eccezionale” la mia analisi, ma è una cosa che sapevo già. Quello che invece ignoravo di aver scritto era il sottinteso che egli ne ha tratto, e cioè che Dante, Petrarca e classici vari non siano arte. Senza voler entrare nel merito delle sue capacità interpretative, il buon Pozzato dimostra qui di non aver compreso affatto la cornice della mia affermazione, né, forse, di aver compreso Dante, Petrarca e classici vari. Mi sorge anche l’orrido dubbio ch’egli non abbia nemmeno chiaro il senso della parola “classico”. Credo addirittura che, da tutto ciò che ho scritto finora, si evinca esattamente il contrario. A maggior ragione se prendiamo in considerazione l’inopinabile fatto che Dante, Petrarca e buona parte dei classici assurti al rango di artisti assoluti, sono stati dei grandissimi innovatori. Non è forse un’innovazione immane, per i suoi tempi, la “Divina Commedia”? Non è forse il “Canzoniere” pietra di paragone e novità per chi si è cimentato con la poesia nei secoli successivi? Non è forse D’Annunzio il più geniale innovatore che mai la lingua italiana abbia avuto? L’uso o meno delle regole metriche e sintattiche è una scelta, come ho lasciato intendere poco sopra. Ma deve essere una scelta consapevole. Esistono fior di artisti, tantissimi e immensi, che fanno uso del verso libero, o creano essi stessi nuove strutture. Non ho mai affermato che un’opera d’arte, per esser tale, debba necessariamente sottostare a precise regole; ho detto, al contrario, che l’originalità deriva spesso dalla rottura delle regole e che, per romperle, si debba prima conoscerle. Ogni epoca ha le proprie, mutuate dalle precedenti, e le assimila reinterpretandole in un continuo processo di evoluzione che, al pari dell’umana evoluzione, non si arresterà mai. Paragonare Dante e Milo De Angelis è una sorta di accanimento terapeutico sul già moribondo corpo della poesia. Di eccezionale, in questo mio scritto, c’è solamente il coraggio, il coraggio della mia passione per l’Arte. E l’Arte porta il nome sia di Dante che di Andy Warhol.
« Ultima modifica: Lunedì 14 Dicembre 2009, 14:11:04 da Massimiliano Manocchia »

masman

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Sulla poesia (ho perso il conto).
« Risposta #56 il: Lunedì 14 Dicembre 2009, 17:22:02 »
Nel primo capitolo del suo bellissimo e fin troppo dottamente compiaciuto “La poesia”, Alberto Bertoni cita una delle tante incarnazioni di Pessoa – Alvaro de Campos – che parla a proposito delle “personalità poetiche”: “Il poeta superiore dice ciò che effettivamente sente. Il poeta medio dice ciò che decide di sentire. Il poeta inferiore dice ciò che ritiene sia suo dovere sentire”; e prosegue, dando, in senso lato, alcune “posizioni” che “NON consentono di dirsi poeti”. Cito, tra le tante, “[…] non attribuire nuovo impulso e nuova energia alla lingua nella quale si scrive; […]”.
La verità qui descritta, che non lascia scampo, è spietata, lucida e rasenta l’assoluto: il farsi artista del poeta trova il suo compimento, la sua liceità nell’operare sulla struttura del linguaggio, sui suoi suoni, sulle sue ritmiche, sulla sua fonetica, sulla sua metrica; contestualmente al contenuto, l’Arte si autostruttura, si dà una forma: diventa consapevole d’essere Arte nel suo ammirarsi mentre si fa bella. Questo intendeva Wilde quando diceva: “Rivelare l’Arte senza rivelare l’artista è il fine dell’Arte”.
È stato sfiorato, in alcune risposte, il tema dell’elitarietà della poesia; tema assai periglioso che mi ero proposto di affrontare nel prosieguo di questa mia inutile missiva. Qualcuno mi ha teso una mano e mi ha soccorso: a tal proposito, infatti, credo che Zima abbia splendidamente disinnescato ogni mina anti-poeta sparsa sul cammino e vi abbia messo il suggello definitivo: “…la poesia può essere considerata elitaria perché non tutti sono capaci di scriverla come combinazione di intuizione e conoscenza”. Quella di Zima è una mappa per orientarsi in un campo minato: c’è assai più in questa frase che in molte delle poesie che mi capita di leggere sul sito.

Offline Marina Como

Re: Sulla poesia
« Risposta #57 il: Lunedì 14 Dicembre 2009, 19:50:36 »
 ;D Si, mi piace la piega di questo post, e visto che c'è voglio lanciare un sasso, che poi raccoglierò (sono matta è cosa risaputa, l'importante è che non vada in testa a qualcuno).
A volte c'è del genio che esula la conoscenza: un bambino che parla ancor prima di sapere cosa è un'analisi grammaticale... eppure la usa! Mozart che suonava a... quanto? Due anni? A cinque compose la sua prima, ma prima di comporre e conoscere,  lui suonava!  Ma (raccolgo) Mozart è Mozart!
Dico questo perchè nei miei primi scritti, o comunque nelle frasi che mi vengono in mente da sole, ho notato che c'è quasi sempre un ritmo determinato (e che si chiama metrica lo ho scoperto dopo -riscoperto per l'esattezza, che ancora ricordo l'  "et iam prima novo spargebat lumine terra..." del liceo!- mi piace la musica e non sapevo che andava a braccetto con la poesia del mio essere). Ma grazie ai commenti che guarda caso ricalcavano esattamente il verso che per me era peggio riuscito (e non me lo spiegavo il perchè) ho potuto appurare che esiste un ritmo! E quando mi "stona" un verso ora sò metterne a fuoco uno dei motivi. Quindi è solo con la tecnica e l'esercizio che ci si chiariscono le idee.
Se voglio fare la stronza ci riesco bene.  Talmente bene che quasi quasi ci sono. O forse ci sono.  Si, deciso.

Offline Paolo Ursaia

Re: Sulla poesia
« Risposta #58 il: Lunedì 14 Dicembre 2009, 20:30:07 »
;D Si, mi piace la piega di questo post, e visto che c'è voglio lanciare un sasso, che poi raccoglierò (sono matta è cosa risaputa, l'importante è che non vada in testa a qualcuno).
A volte c'è del genio che esula la conoscenza: un bambino che parla ancor prima di sapere cosa è un'analisi grammaticale... eppure la usa! Mozart che suonava a... quanto? Due anni? A cinque compose la sua prima, ma prima di comporre e conoscere,  lui suonava!  Ma (raccolgo) Mozart è Mozart!
Dico questo perchè nei miei primi scritti, o comunque nelle frasi che mi vengono in mente da sole, ho notato che c'è quasi sempre un ritmo determinato (e che si chiama metrica lo ho scoperto dopo -riscoperto per l'esattezza, che ancora ricordo l'  "et iam prima novo spargebat lumine terra..." del liceo!- mi piace la musica e non sapevo che andava a braccetto con la poesia del mio essere). Ma grazie ai commenti che guarda caso ricalcavano esattamente il verso che per me era peggio riuscito (e non me lo spiegavo il perchè) ho potuto appurare che esiste un ritmo! E quando mi "stona" un verso ora sò metterne a fuoco uno dei motivi. Quindi è solo con la tecnica e l'esercizio che ci si chiariscono le idee.

  Questo intervento è di estremo interesse. Il talento può esulare dalla tecnica; un Mozart, un Ligabue...la tecnica l'hanno nel sangue. Ed il talento, al contrario della tecnica, non si impara...Penso che questo sia uno dei due estremi tra cui oscilla qualsiasi manifestazione artistica, l'altro è la tecnica pura...Certo è che se un Mozart bambino diviene poi anche un grande...tecnico...ecco che abbiamo...MOZART....
Cunctando restituit

Offline Marina Como

Re: Sulla poesia
« Risposta #59 il: Lunedì 14 Dicembre 2009, 20:49:14 »
 :D Paolo! Ma è dall'inizio del post che avevo in mente Ligabue! Grandi esempi.
Se voglio fare la stronza ci riesco bene.  Talmente bene che quasi quasi ci sono. O forse ci sono.  Si, deciso.