a leggervi sembra che siamo tutti perfettamente d'accordo!
l'importanza della tecnica, intesa come l'insieme dei vari strumenti della poesia, è messa in evidenza da tutti voi. meglio ancora l'importanza della conoscenza della tecnica a servizio e strumento per la composizione consapevole dei nostri pensieri in poesia. tutti siamo d'accordo che una poesia, per essere tale deve arrivare alla gente, piena, perchè altrimenti non può definirsi tale. eppure non tutto quello che tocca il cuore della gente è poesia intesa come componimento poetico, per individuare il quale c'è bisogno necessariamente di stabilire dei canoni. altrimenti sarebbe poesia il tema di un bambino, un racconto, la musica, la neve a natale. e se nella nostra anima tutte queste cose possono emozionarci, scriverne per come ci viene non significa fare poesia.
chi pensa che la poesia sia elitaria fa parte di quel gruppo sempre più ampio di persone che crede che vomitare su un foglio quattro parole senza un minimo di consapevolezza tecnica sia già fare poesia.
la poesia può essere considerata elitaria perchè non tutti sono capaci di scriverla come combinazione di intuizione e conoscenza, come non tutti sono capaci di dipingere o di scolpire o di suonare o di lavorare il legno in maniera geniale come solo un artista sa fare, mentre tutti sanno allacciarsi le scarpe, cucire un bottone, disegnare una casa, scrivere quello che sentono. il poeta è un artista e non tutti possono essere degli artisti.
ma la poesia non può essere definita elitaria proprio per quello che avete detto tutti voi: la poesia parte dal volgo e deve arrivare al cuore. tanto è vero che le più belle poesie sembrano "semplici" ma non lo sono mai, come avete detto sotto, analizzando le tre poesie proposte.
e ora per fare contento Stefano, voglio proporvi una poesia di Sanguineti che mi viene da chiamare "sangue de' vineti" dopo aver letto questa sua!
Questo è il cuore dei monti
questo è il cuore dei monti, che è il tuo cuore,
vinosa vena di fresco sapore:
vedi, un corno di luna è un paio di ali,
nodo è di nidi, in luci vendemmiali:
questo è un vecchio castello di tarocchi:
questo è il cuore del mondo, nei tuoi occhi:
bevendo bianca pace settembrina,
saltami in cerchio, bella furlanina:
(Edoardo Sanguineti)
ma perchè allora rinunciamo così spesso al piacere della poesia riconosciuta e leggiamo così poco? perchè ci fossilizziamo su quello che scriviamo senza mai metterlo in discussione? anche se non siamo artisti, perchè non cerchiamo sempre e comunque di migliorarci?