Mi piacerebbe che qualcuno portasse un esempio, come sostiene il Toschi, di poesia che non è possibile mettere in prosa.
Sospendo per un'ora e poi ritorno online.
Vi sono diversi modi di utilizzare le tecniche poetiche che non possono appartenere alla prosa. Riposto alcune mie per interpretarle meglio
.
Ad esempio si usano i versi come pause per sottolineare una immagine e dividerla dal resto: in peccatore ad es macroscopico è il verso diviso "nelle vostre" (non è la -mia. chiesa) ed in tutti gli altri.
In "E ti affacci nel giorno" invece è il ritmo delle assonanze che è usato per far "precipitare" le situazioni sino al tentato suicidio. E nella chiusa ritroviamo la divisione in versi fatta per permettere al lettore una sua visione personale a seconda della pausa più o meno lunga che esso stesso mette tra i versi. In prosa suonerebbe: E' solo l'alba, che muore. E' solo... l'alba che muore. In prosa avrei bisogno della ripetizione del verso per dire quello che se fosse scritto in prosa suonerebbe come: per questa volta il suicidio non porta alla morte, e domani è un'altro giorno. Non preoccuparti, è solo la tua giovinezza... ormai sei una donna. Capita a tutti un inciampo nel crescere, è solo un normale inciampo che hanno tutti gli adolescenti.
In "Festa" è la struttura (i versi sarebbero dovuti essere nidificati, ma non riuscendovi ho dovuto usare i caratteri maiuscoli per differenziare i versi) che determina una doppia lettura. Una poesia breve nidificata nella poesia stessa.
Peccatore
Brevi
-Dio vede i tuoi peccati-.
Li vedo anch'io.
E voi, rinchiusi
nelle vostre
ricche chiese.
li vedete?
Mangiate pane,
bevete sangue.
[
...................................
E ti affacci nel giorno
Sociale
Assediata
da sbarre d'amore
rinchiusa
oro fuso che brucia
ingarbugli la mente
ti mostri incoerente
rabbiosa
strappi veli da sposa
smarrita
ripudi la vita.
Stupita
rammenti, rammendi
raccogli frammenti
un passo in avanti
macigni pesanti
fra strati d'essere
disparso d'intorno
farina di pane
incolli l'amore
e lievita il giorno
è solo
l'alba
che muore
,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,
Festa (estate)
Corpi liberati
da vesti opprimenti
si mostrano agli sguardi
incuranti.
Le ossa inondando
il sole accresce e lenisce
l'anziana mestizia
SOTTO UN CIELO CELESTE.
Sguinzagliati i bimbi
per le vie del centro
spruzzi di allegria
in città dormienti,
sguazzando nell'acqua
e nelle fontane
riscopron piacere
nel naturale:
ELASTICI E GESSETTI
FESTANTI CAMPANE.
L'afa negli uffici
e negli ospedali
ingigantir sembra
i tormenti
ma il male primario
succedanea lenisce
ne espia il peccato,
e il sereno del fuori
nel dopo ti mostra.
Così come bimbo
allegro giocando
IL MONDO VIEN FUORI
SALTELLANDO.
Marina Como