Autore Topic: Secondo voi tutti possono essere poeti?  (Letto 18894 volte)

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mariass

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Re: Secondo voi tutti possono essere poeti?
« Risposta #60 il: Martedì 2 Marzo 2010, 19:29:17 »


Scrivo qui per la prima volta. Non sono giovane e cerco di districarmi come posso con il mondo dell’informatica. Spero di riuscire a dire la mia sull’argomento senza combinare pasticci.

Non credo che chiunque possa essere poeta. “Poeta”  inteso non soltanto come colui che scrive poesie ma come colui che lo fa con una certa perizia.. E anche su questo si può disquisire all’infinito perché così come è molto soggettiva la bellezza di una poesia, altrettanto lo è la bravura o meno di un poeta. Eugenio Montale è definito uno dei maggiori poeti mai esistiti, eppure non è il mio preferito, così come autori ritenuti da me eccezionali  non lo sono per altri.
A volte poeti bravi rimangono nell’ombra, vuoi per mancanza di carisma e per mille motivi che non è il caso di analizzare. Secondo i miei parametri, in questo sito ci sono tanti autori, me esclusa, che si possono definire poeti nel senso più eccelso del termine.
E non importa se usano un linguaggio semplice e comprensibile da tutti o un linguaggio forbito, se hanno o no dimestichezza con similitudini e metafore. L’importante è che le parole, nel loro ritmico fluire, sappiano creare bellezza e armonia e siano in grado di penetrare l’anima del lettore come una calda musica. Non è di fondamentale importanza che il verso, talvolta, assuma i contorni della prosa; quello che davvero conta è che un poeta riesca a farsi leggere con piacere, a comunicare le proprie emozioni e stati d’animo fino al coinvolgimento emotivo di chi legge. E chi legge deve farlo con umiltà e la mente scevra da ogni tipo di pregiudizio. Chi scrive poesie deve sempre, secondo il mio modestissimo parere, avvicinarsi alla lettura di quelle degli altri con rispetto e capire che nella diversità c’è ricchezza.

Offline Vannucchi Lorenzo

Re: Secondo voi tutti possono essere poeti?
« Risposta #61 il: Martedì 2 Marzo 2010, 20:05:18 »
è una domanda troppo difficile per dare una risposta:
dovrebbero essere presi in considerazione troppi aspetti.
Innanzi tutto cosa vuol dire poesia?Forse dopo l'avvento
del romanticismo la nostra idea di poesia si è offuscata:
non è soltanto esaltazione del sentimento ma è anche
"tecne" cioè puro esercizio di raffinamento.
in questo senso dovrebbe essere preso in considerazione
il concetto di potenziale,e cioè se potenzialmente tutti noi
possimo essere poeti.
a questo punto si tratterebbe di stabilire se ognuno di noi
ha l'agente o il mezzo a disposizione per attutare le proprie
potenzialità,come stimoli verso la letteratura o altro ancora.
Ma se tutti avessero queste possibilità e di conseguenza
tutti fossero poeti,allora nessuno lo sarebbe.A questo punto
si pone la domanda:cos'è un poeta?cos'è la poesia? Con questi
presupppsti la domanda "se tutti possono essere poeti" ne nasconde
un'altra:cos'è la poesia? propongo di aprire un ulteriore questione
sull'argomento.

Offline Amara

Re: Secondo voi tutti possono essere poeti?
« Risposta #62 il: Martedì 2 Marzo 2010, 21:24:28 »
Con questi
presupppsti la domanda "se tutti possono essere poeti" ne nasconde
un'altra:cos'è la poesia? propongo di aprire un ulteriore questione
sull'argomento.


è già stato fatto.....

http://www.scrivere.info/community/forum/index.php?topic=2715.0
Il dubbio è uno dei nomi dell'intelligenza
(J. L. Borges)

Offline Vannucchi Lorenzo

Re: Secondo voi tutti possono essere poeti?
« Risposta #63 il: Martedì 2 Marzo 2010, 23:17:07 »
ah..bene ..a questo punto in relazione alla discussione (http://www.scrivere.info/community/forum/index.php?topic=2715.0)
se ne potrebbe dare una conclusione a questa,anche se la discussione linkata non mi dà una risposta soddisfacente e per questo,non rispondo ancora alla domanda :se tutti possono essere poeti.


Offline Angelo Ricotta

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Re: Secondo voi tutti possono essere poeti?
« Risposta #64 il: Mercoledì 3 Marzo 2010, 09:07:49 »
Riprendo qui proprio un'affermazione di Stefano Toschi, fatta in quell'altro filone di discussione, a proposito di prosa e poesia. Rispondendo ad un autore che chiedeva lumi, Toschi ha messo in prosa una poesia dell'autore concludendo la sua analisi con "Ora, leggere la versione in prosa o quella in poesia è, praticamente, la stessa cosa." significando con ciò che il componimento non era riuscito come poesia. Siccome io sono uno sperimentale come San Tommaso ho fatto la stessa prova con la celebratissima L'Infinito di Leopardi. Ho quindi eliminato la sua struttura di endecasillabi sciolti scrivendola per esteso fino al limite di un normale foglio A4 verticale, andando a capo come capitava. Il risultato è stato un perfetto brano di prosa, stavolta senza errori sintattici o grammaticali magari, conseguenziale, esattamente logico, senza salti, nessun aggiustamento necessario. Provateci anche voi e poi ditemi. Pertanto ritengo che il test consigliato da Toschi per discriminare tra prosa e poesia non sia significativo. Sto continuando a provare con altre famose poesie di varie epoche e se trovo qualche eccezione riferirò. Secondo me il Poeta con la P maiuscola è un fenomeno "a posteriori" nel senso che diventi tale nel momento in cui la comunità degli addetti ai lavori ti considera tale. A leggere le biografie dei Poeti con la P maiuscola era tutta gente sicuramente molto colta nel settore, però anche specialisti che hanno dedicato la vita alla letteratura, che si sono guadagnata la loro credibiltà in quella comunità puntando proprio a quello. Quindi temo che tutti i dilettanti poeti, anche se occasionalmente riescono a scrivere delle poesie che nulla hanno da invidiare alle più celebrate, non verranno mai presi in considerazione da quelli che contano nel settore. Come per tante altre attività umane, per poter far "carriera", per acquistare credibilità agli occhi degli esperti, ti ci devi almeno dedicare a tempo pieno, ci devi puntare, interagire intensamente con la comunità del settore. Anche nella scienza, ad esempio nella matematica, come accennava Toschi, che pure è molto meno soggetta ad interpretazioni soggettive, se un perfetto sconosciuto manda un articolo ad una rivista specialistica è facile che ti facciano enormi difficoltà per la pubblicazione e che quindi te lo rifiutino, anche se hai scritto delle cose sensate. Invece se uno studioso ben noto scrive una cavolata qualsiasi, non sbagliata ovviamente, ma mediocre, che chiunque poteva scrivere, allora questa viene pubblicata immediatamente con tutti gli onori. Andate a verificare, io l'ho fatto, anzi ho avuto delle esperienze personali in merito, e vedrete che è così. Perciò lasciate ogni speranza di gloria o voi che poetate per diletto...  :angel:

Offline Stefano Toschi

Re: Secondo voi tutti possono essere poeti?
« Risposta #65 il: Mercoledì 3 Marzo 2010, 12:02:06 »
Angelo, non so cosa tu intenda per versione in prosa.
Non certo eliminare semplicemente i capoversi, se così facendo si ottenesse direttamente un testo in prosa, beh... secondo la mia "teoria", si potrebbe dire che anche il testo originale era in prosa.
Per versione in prosa io intendo ristabilire l'ordine sintattico (soggetto-verbo-complemento), sostituire parole di uso manifestamente poetico con sinonimi più comuni, risolvere strutture particolarmente elaborate in una forma più piana mantenendone il significato. Eliminare, insomma, quegli artifici retorici di cui, certamente, anche chi scrive in prosa può servirsi, ma che darebbero vita ad una prosa elaborata. Noi, invece, vogliamo ottenere una prosa semplice e lineare.
Allora "L'infinito" potrebbe suonare più o meno così:

Questo colle solitario e questa siepe, che impedisce gran parte della vista sull’ultimo orizzonte, mi furono sempre cari. Ma quando mi siedo e guardo, io mi immagino nel pensiero, al di là da quella siepe, spazzi senza fine, silenzi sovrumani e una quiete profondissima; dove, per poco, il cuore non è preso dalla paura. E quel silenzio infinito, io lo paragono alla voce del vento che sento stormire tra queste piante: e mi ritornano in mente l’eternità, le stagioni passate, quella presente e viva, il suo suono. Così il mio pensiero si annega in questa immensità: e mi è dolce naufragare in questo mare.

E la si sarebbe potuta rendere anche più prosastica, ad esempio esplicitando ulteriormente alcune immagini. Ma così già basta per rendersi conto che non è affatto la stessa cosa che leggere "L'infinito" di Leopardi.
Naturalmente non pretendo affatto che il metodo del confronto tra un "aspirante" testo poetico e la sua versione in prosa sia infallibile per determinare se si tratti effettivamente di poesia; tanto più che per certe poesie contemporanee sarebbe assai arduo, se non impossibile, farne una versione in prosa.
Ma almeno da Dante fino a Pascoli, credo proprio che tra testo poetico e sua versione in prosa ci sia una bella differenza.
"Ogni certezza è nel sogno" (E. Poe)

Offline Vannucchi Lorenzo

Re: Secondo voi tutti possono essere poeti?
« Risposta #66 il: Mercoledì 3 Marzo 2010, 13:49:06 »
Non capisco cosa c'entri una discussione sulla prosa e la poesia ,con la domanda se tutti possono essere poeti...

Offline Angelo Ricotta

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Re: Secondo voi tutti possono essere poeti?
« Risposta #67 il: Mercoledì 3 Marzo 2010, 15:17:19 »
Non capisco cosa c'entri una discussione sulla prosa e la poesia ,con la domanda se tutti possono essere poeti...
Secondo me c'entra in quanto se uno non riesce a distinguere con una certa chiarezza tra prosa e poesia come può pretendere di fare il poeta?

Offline Vannucchi Lorenzo

Re: Secondo voi tutti possono essere poeti?
« Risposta #68 il: Mercoledì 3 Marzo 2010, 17:20:07 »
e come puoi fare distinguere due cose senza sapere cosa è l'una e cosa è l'altra?

Offline Angelo Ricotta

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Re: Secondo voi tutti possono essere poeti?
« Risposta #69 il: Mercoledì 3 Marzo 2010, 17:54:30 »
Angelo, non so cosa tu intenda per versione in prosa.
[omissis]
Ma almeno da Dante fino a Pascoli, credo proprio che tra testo poetico e sua versione in prosa ci sia una bella differenza.

Quello che tu hai fatto è una parafrasi della poesia, come mi insegnavano i miei ottimi professori al liceo scientifico. E' chiaro che una tale operazione si può fare a diversi livelli. Ma qual è il livello giusto al quale fermarsi per stabilire la distinzione tra prosa e poesia? La difficoltà che io ravviserei per certe poesie è di comprensione di ciò che l'autore ha voluto dire. Se non si capisce non si può parafrasare.

Offline Angelo Ricotta

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Re: Secondo voi tutti possono essere poeti?
« Risposta #70 il: Mercoledì 3 Marzo 2010, 17:56:05 »
e come puoi fare distinguere due cose senza sapere cosa è l'una e cosa è l'altra?
E' proprio quello di cui stiamo discutendo!

Offline Vannucchi Lorenzo

Re: Secondo voi tutti possono essere poeti?
« Risposta #71 il: Mercoledì 3 Marzo 2010, 17:57:37 »
Non capisco neanch'ora cosa c'entri la prosa adesso. Cioè io volevo una risposta alla domanda della discussione
« Ultima modifica: Mercoledì 3 Marzo 2010, 17:59:59 da Vannucchi Lorenzo »

Offline Angelo Ricotta

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Re: Secondo voi tutti possono essere poeti?
« Risposta #72 il: Mercoledì 3 Marzo 2010, 18:24:48 »
Non capisco neanch'ora cosa c'entri la prosa adesso. Cioè io volevo una risposta alla domanda della discussione
La risposta diretta alla domanda è stata data già precedentemente da Toschi, Manocchia e altri, che io riassumo come: tutti possono essere poeti ma pochi lo sono veramente. Da questa affermazione è nata l'altra domanda: cosa distingue una vera poesia da una non-poesia? Toschi ha una teoria, ovvero un test: se la presunta poesia messa in prosa (nello speciale senso da egli successivamente illustrato) suona uguale non è poesia e quindi se ne deduce che chi l'ha scritta non è un poeta o almeno non gli è riuscito di esserlo in quella circostanza. Io ho dei dubbi sulla reale applicabilità di questa pur interessante ipotesi e perciò la discussione è continuata.

Offline Vannucchi Lorenzo

Re: Secondo voi tutti possono essere poeti?
« Risposta #73 il: Mercoledì 3 Marzo 2010, 18:33:26 »
ah ok ora ho capito..cmq Angelo,sono pienamente d'accordo con te sul tuo dubbio riguardo all'ipotesi di Toschi.

Offline Angelo Ricotta

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Re: Secondo voi tutti possono essere poeti?
« Risposta #74 il: Mercoledì 3 Marzo 2010, 19:17:49 »
Io insisto con L'Infinito. Per chiarire la mia posizione la riporto qui eliminando solo la struttura endecasillabica:
"Sempre caro mi fu quest'ermo colle, e questa siepe, che da tanta parte dell'ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati spazi di là da quella, e sovrumani silenzi, e profondissima quiete io nel pensier mi fingo; ove per poco il cor non si spaura. E come il vento odo stormir tra queste piante, io quello infinito silenzio a questa voce vo comparando: e mi sovvien l'eterno, e le morte stagioni, e la presente e viva, e il suon di lei. Così tra questa immensità s'annega il pensier mio e il naufragar m'è dolce in questo mare."
Secondo me questa è validissima come parafrasi. Del tutto comprensibile. Non serve modificarla per renderla più accessibile anche se ovviamente si può. Naturalmente i vocaboli suonano un po' desueti alle nostre moderne e più rozze orecchie, si tratta dell'italiano dei primi dell'ottocento!