L’autrice riflette sul passato, sui ricordi e sulla valenza che spesso diamo loro. Li rivestiamo d’oro (difatti spesso un ricordo, più è lontano nel passato e più è distorto a seconda di ciò che la nostra mente vuole ricordare, a seconda di quello che le serve per essere tranquilli, per giustificare certe scelte nostre o degli altri), li manipoliamo, li fondiamo in medaglie d’oro, come riconoscimenti al valore. Ci si accorge però, alla distanza, che quel valore che gli abbiamo riconosciuto non è che apparenza, che non vale più, ora, se non è rafforzato da azioni e circostanze reali, presenti, tangibili. Ci ritroviamo questa medaglia tra le mani e ci accorgiamo, guardando attentamente, che non è altro che un disco metallico mangiato dalla ruggine, è solo un ricordo senza importanza, che prima ci pareva brillare e che oggi ha perso lucentezza e si consuma.
L’autrice quindi contrappone alle apparenze luccicanti dei ricordi, la realtà opaca che si ritrova tra le mani e nella quale addirittura si personifica: “io, macchia e corrosione, buco, lembo di uno sbaglio” tuonando come una sentenza cruda “ti dico”.
Si spande a coprire l’oro, lo corrode da ogni lato… BUCO che immagino partire dal centro, LEMBO dai bordi.
Mi fa impressione la parola BUCO scritta in maiuscolo, urlata, che sembra davvero aprire una voragine, lasciare questo vuoto immenso, il senso insignificante che hanno le apparenze.
E poi ci sarebbe ancora da riflettere su quello “sbaglio”, di cui l’autrice è solo “lembo” quindi marginale.
La chiusa lascia costernati: senza le carezze, le guance non esistono… quasi una richiesta di tenerezza, un po’ occultata dal tono sentenzioso.
Quello che fa di questo testo una Poesia è proprio il paragone tra il valore dei ricordi dell’autrice e le medaglie al valore agli ignoti (così come dal titolo).
Spesso lo stato riconosce medaglie al valore a persone ignote, queste persone vengono celebrate, ad esse viene dedicato un giorno e poi… finisce lì. Persone senza nome di cui presto ci si dimenticherà.
È bella questa poesia, tanto bella quanto vera e all’autrice voglio fare i complimenti per la profondità perforante delle sue parole o quanto meno ringraziarla per l’emozione che ha donato a me e a Mirella.