Languidi scrosci
cadon giù iridescenti
a rigar di vezzi spumanti
due schegge fumanti
come sigilli contorti
di dolore inesperto
schiudono lingue
all’infinito superbo
Sfuggenti e tonanti
drappeggiano carmi
di rossi vessilli
tinti di assilli
e non sarà il domani
a cucir notte di pelle
memoria per sbarre
appendice scavata in vertigine..