Altre cose interessantissime avete scritto, tutti! <3
Bene ha fatto Marina a porre l'accento sulle paure e sul mondo del sogno, toccando un altro punto importante.
Zima, anche a me la stragrande maggioranza delle volte capita così, che le parole arrivino come dal cielo e io stessa devo mettermi a trovare un senso, un filo rosso che le leghi, una spiegazione...
Maurizio mi ha fatto riflettere molto su un punto: quello di uscire da sè attribuendo ad un io lirico sentimenti e pensieri che forse sono intimamente nostri...volutamente (perchè non vogliamo svelarci del tutto) o inconsciamente (e questo secondo me è più interessante) Ed è a questo proposito, Zima, che a mio parere potrebbe prendere forma quell'incubo (perchè è un incubo!
) che paventi...
Secondo me però non è possibile rimanere incastrati in questa maschera, se non per il tempo che si scrive. Un attore deve entrare in un ruolo per molto tempo, prima studiando il personaggio, poi interpretandolo durante le tante prove e messe in scena (tutto questo detto in soldoni, senza scendere nei vari particolari e nelle varie tecniche recitative, ad esempio c'è chi pensa si debba recitare come se io fossi il personaggio, altri facendo il personaggio) . Un poeta invece scrive la sua poesia e poi passa anche a scrivere altro, no?
Oppure può diventare un meccanismo per cui non guardiamo più in noi stessi ma diventiamo tutti tesi soltanto a porre in atto una messinscena...che probabilmente è quello che intendevi. Però secondo me è raro che accada! Oddio, se si ricorda sempre di guardare in se stessi, serbando questa volontà e aspirazione, questo rischio dovrebbe essere scongiurato...!
Ritornando più indietro, chi scrive con intenti loschi che non partano da un sentimento, da una sincera spinta interiore, semplicemente non è un poeta -nè grande nè "amatoriale"- ma un millantatore, ridicolo e indegno (e sento ancora d'avergli fatto un complimento
) Il ventaglio di motivi per cui uno può farlo -dalla solitudine alla cattiveria, all'egoismo e aggiungerei alla stupidità- l'hai già illustrato e in ogni caso, sì, è sempre qualcosa di ingiusto.
"meno conosco della vita di un autore ma più so del suo percorso poetico e meglio riesco a leggerlo!" interessante questo punto! Ma siamo anche umani quindi può capitare di sentire di più ad esempio la poesia di un amico che parla di un qualcosa che l'ha toccato, essendo a conoscenza dei retroscena. Ma è vero, si dovrebbe sempre scindere il lato emotivo da quello "oggettivo" se si vuole fare una buona critica e andare davvero a fondo della Poesia. Lo dicevamo prima, si può avere tutto l'apprezzamento per la spinta emotiva quando è sincera ma tuttavia conservare delle riserve su come questa è espressa, su quanto questa spinta ha generato. Ed evviva chi sa fare questo, e rendertene partecipe, direi!
(segue)