Autore Topic: Che amarezza.  (Letto 5524 volte)

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Offline Stefano Toschi

Re: Che amarezza.
« Risposta #15 il: Venerdì 3 Aprile 2009, 22:57:53 »
Sono piuttosto d'accordo con Vega sulla concezione della poesia anche come tecnica e non solo come ispirazione, o di ispirazione che si avvale di una tecnica, sebbene non si possano mettere limiti al genio...  8)
Tuttavia non è il caso di prendersela troppo, siamo nel campo del giudizio estetico in cui regna il gusto e come si dice "de gustibus non est disputandum".  :o
Al contrario è proprio di queste cose che si è sempre discusso e sempre si discuterà senza mai arrivare ad un accordo, ma il bello sta proprio nel confrontarsi.

Riguardo alla polemica, di per sé non è un male e può benissimo innescarsi in una discussione in cui le parti sostengono convintamente opinioni contrastanti.
L'importante è che la polemica verta sull'oggetto della discussione, sia portata avanti con argomentazioni circostanziate e non scada invece nel personale.
Allora anche la polemica può risultare costruttiva ed istruttiva.
Purtroppo non sempre questo avviene, ma cerchiamo di non essere troppo suscettibili...  :)
"Ogni certezza è nel sogno" (E. Poe)

Offline AnnamariaMilazzo lightdark

Re: Che amarezza.
« Risposta #16 il: Sabato 4 Aprile 2009, 02:04:00 »
sono entrata solo a modificare la mia firma, con le parole di un mio amico carissimo ed estimatore assoluto.

nel frattempo saluto Vega


 :)

Bella, ;D la tua nuova firma!
E' una frase famosa che per esteso dice:
"Solo due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana e non sono sicuro della prima" (Einstein)

Essendo circondata da questa "bella" infinità di nomi il mio genio grafico ha dato luce alla creatività e di conseguenza ho deciso, essendo sensibile ai problemi delle grandi metropoli, di modificare la mia firma e anticiparvene il senso che le ho dato quindi d'ora in avanti leggerete sotto al mio nome la personalizzazione del nome di questa città dove però...


 NON E' oro tutto quel che luccica...

...lA(s) VEGA(s)...


 ;D >:( :D :o ;) ??? ::) :P :-X :laugh: :angel: :police:


« Ultima modifica: Sabato 4 Aprile 2009, 02:32:30 da Annamaria Milazzo »

assenzio

  • Visitatore
Re: Che amarezza.
« Risposta #17 il: Sabato 4 Aprile 2009, 07:57:17 »
No gentilissima Annamaria, quella che citi è la mia firma precedente.

L'attuale è di Rulliano, mio carissimo Maestro e compagno di rime:

Che "gutta cavat lapidem" si sa.
Ma la zuccaccia tua resisterà.



Non è difficile conoscere il suo calibro, né immaginare a chi questi versi siano dedicati, solo digitando il testo su google. E rendersi anche conto di come lui sappia trattare i tarli che lo perseguitano con insistente cattivo gusto. Ed esaltare invece l'oro che luccica davvero. Proprio come allieva lo saprei fare anch'io, ma nello specifico caso, desisto per sufficienza.

Inoltre non correrò più il rischio di essere ripresa da un moderatore (che consiglio vivamente invece, di controllare i testi delle poesie che lascia passare con errori cubitali, e non quelli dei commenti),  per i miei errori di ortografia.

Con questo concludo definitivamente. Tengo solo a dire un'ultima cosa. Che non parto perché ho ricevuto offese da chicchesia, ma solo perché qui restando verrei meno a uno dei miei principi fondamentali, quello di comunicare e scambiare ciò che ho dentro in maniera seria e serena, visto che parlando di poesia in questa sede, mi sono resa conto di farlo esclusivamente per me stessa. Mi parrebbe tempo perso, nonché una scorrettezza nei confronti del Forum.


Ti/vi saluto cordialmente. Passo e chiudo.


 :-* a tutti.

« Ultima modifica: Sabato 4 Aprile 2009, 08:03:34 da Assenzio »

arostàzazzà

  • Visitatore
Re: Che amarezza.
« Risposta #18 il: Sabato 4 Aprile 2009, 09:49:06 »

Bella, ;D la tua nuova firma!
E' una frase famosa che per esteso dice:
"Solo due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana e non sono sicuro della prima" (Einstein)

Essendo circondata da questa "bella" infinità di nomi il mio genio grafico ha dato luce alla creatività e di conseguenza ho deciso, essendo sensibile ai problemi delle grandi metropoli, di modificare la mia firma e anticiparvene il senso che le ho dato quindi d'ora in avanti leggerete sotto al mio nome la personalizzazione del nome di questa città dove però...


 NON E' oro tutto quel che luccica...

...lA(s) VEGA(s)...


 ;D >:( :D :o ;) ??? ::) :P :-X :laugh: :angel: :police:





Che cantonata Annamaria... che cantonata...

Comunque essere accostati ad una penna come assenzio non può che fare piacere... esageratamente molto di più che essere accostati ad una come la tua....

(mi ci tiri per i capelli nella polemica...)

Offline Elisabetta Randazzo

Re: Che amarezza.
« Risposta #19 il: Sabato 4 Aprile 2009, 10:47:14 »
Sono molto delusa perché vedete sempre del marcio,  se leggete bene il topic poteva essere una nuova discussione interessante, invece come sempre si finisce fuori dal tema  facendo la gara chi è più acculturato o farsi ripicche a vicenda. Ma veramente amate la poesia? Io ne dubito, la poesia è umiltà, saper apprendere e far partecipe l’anima, farla crescere poeticamente, ma in questi giorni, signori miei, non vedo tutto ciò.

Assenzio, io speravo che tu riprendessi il discorso del topic di vega…ma invece hai girato l’angolo riprendendo il topic passato dove il moderatore , tra l’altro, aveva chiesto scusa pubblicamente, perché riattaccarlo?

Io vi chiedo, che, se avete problemi personali fra  voi, cercate di  chiarirvi in pvt , perché  non voglio che in ogni topic ci siano frecciatine infantili.
Il sito lo chiamo il mio “Paradiso” tale voglio che rimanga, non rovinatemelo per cose banali.
Sto facendo  molti sacrifici per farlo crescere  sia per me che per voi.
Annamaria, cortesemente non aizzare il fuoco perché posso perdere la pazienza e non amo essere maleducata. 

Elisabetta

« Ultima modifica: Sabato 4 Aprile 2009, 11:05:22 da Elisabetta Randazzo »
"La poesia non è un modo di esprimere un'opinione. E' un canto che sale da una ferita sanguinante o da labbra sorridenti."
Kahlil Gibran

Alessio J

  • Visitatore
Re: Che amarezza.
« Risposta #20 il: Sabato 4 Aprile 2009, 12:52:04 »


Con questo concludo definitivamente. Tengo solo a dire un'ultima cosa. Che non parto perché ho ricevuto offese da chicchesia, ma solo perché qui restando verrei meno a uno dei miei principi fondamentali, quello di comunicare e scambiare ciò che ho dentro in maniera seria e serena, visto che parlando di poesia in questa sede, mi sono resa conto di farlo esclusivamente per me stessa. Mi parrebbe tempo perso, nonché una scorrettezza nei confronti del Forum.


Ti/vi saluto cordialmente. Passo e chiudo.


 :-* a tutti.




Che Assenzio se ne vada dal Forum o dal Sito, personalmente me ne importa il giusto. Apprezzo i suoi testi ed è un peccato non leggerli più. Ma non mi strapperò di certo i capelli, così come non me li sono strappati quando se ne sono andati autori di Poesia meno bravi di lei, bravi quanto Lei o molto più bravi di Lei.

Per quanto mi riguarda, chi decide di stare in un sito come questo e vuole parlare e scrivere di Poesia, deve anche avere lo "spirito" del Poeta. Oltre ad essere un/una professorino/a - saputello/a - presuntuosetto/a (ben vengano!!) deve anche sapersi mettere in discussione, aprirsi al dialogo e al confronto, ANCHE SE DURO.
Deve accettare le regole imposte dal vivere in comunità, con gli umori altalenanti di chi si scambia impressioni. E non deve nascondersi dietro ai "successi amatoriali" costruiti a tavolino dando per scontato che questi siano il biglietto da visita del "vero sapere". 
Dedicare del tempo agli altri, dall'alto del nostro sapere, altri non è che un gesto per ripagare l'arte, la Poesia, del dono che c'ha fatto.
Perchè il vero Poeta è colui che non solo sa scrivere bene e sa muoversi bene tra le "regole" poetiche, ma è chi riesce ad unire tutto questo condividendo l'Anima Emozionale e la tecnica con il prossimo. Includendolo in quel processo di scambio e crescita non sempre facile, non sempre possibile, non sempre accessibile, ma...DOVEROSO.


Detto questo, che altri non è che un pensiero personale, saluto con affetto tutti quanti

Buon sabato.

Offline Elisabetta Randazzo

Re: Che amarezza.
« Risposta #21 il: Sabato 4 Aprile 2009, 13:11:36 »
Probabilmente non devo essermi spiegata bene: non ho più intenzione di leggere offese nei riguardi di nessuno, nè tanto meno il dilagarsi infinito di polemiche che, a questo punto, dovrebbero essere morte e sepolte.

Questo è un sito di poesia in cui sono ben accette discussioni costruttive, fintantochè si resta nel pacifico confronto, dove ciascuno è libero di esprimere le proprie idee e lascia agli altri la possibilità di esprimere e difendere le proprie, ma determinati atteggiamenti e frasi denigratorie non sono assolutamente ammissibili!

Elisabetta
"La poesia non è un modo di esprimere un'opinione. E' un canto che sale da una ferita sanguinante o da labbra sorridenti."
Kahlil Gibran

Offline Phersu

Re: Che amarezza.
« Risposta #22 il: Sabato 4 Aprile 2009, 13:35:35 »
Probabilmente non devo essermi spiegata bene: non ho più intenzione di leggere offese nei riguardi di nessuno, nè tanto meno il dilagarsi infinito di polemiche che, a questo punto, dovrebbero essere morte e sepolte.

Questo è un sito di poesia in cui sono ben accette discussioni costruttive, fintantochè si resta nel pacifico confronto, dove ciascuno è libero di esprimere le proprie idee e lascia agli altri la possibilità di esprimere e difendere le proprie, ma determinati atteggiamenti e frasi denigratorie non sono assolutamente ammissibili!

Elisabetta
Ciao ely, perdonami l'ardire, oggi ho bevuto un Syrah di Sicilia semplicemente "favoloso", colore rosso carico, profumi pronunciati, sapori unici di Trinacria. L'abbinamento con un paio di cannoli, molto ardito, ma per nulla fuori luogo, mi ha attirato. Mescolare il dolce col secco, passionalità e forza, bianco e rosso, credo che la poesia possa ripartire di qua, no? Usando un termine della Magna Grecia moderna, sono un po' "testa di minchia", ma credo che la poesia abbia varie sfumature: dai livelli stratosferici di Leopardi o Hesse, alla semplicità di Mikele Sperduto, che delusissimo di non vedere le sue poesie pubblicate (semaforo rosso) , frutto di quella sua semplice anima da adolescente, si è rivolto a me, che l'ho indirizzato su di un altro sito. Ora ti chiedo: ma cosa è la poesia? Una domanda che ti avranno fatto due o tre milioni di volte, scritta da molti poeti anche di qui, che ogni tanto amano tirarsela credendosi geni, ma veramente, che differenza c'è (tecnica a parte) tra "Il pensiero dominante" di Leopardi e le poesie di Mikele?
Con Stima.

Alessio J

  • Visitatore
Re: Che amarezza.
« Risposta #23 il: Sabato 4 Aprile 2009, 14:07:47 »
Probabilmente non devo essermi spiegata bene: non ho più intenzione di leggere offese nei riguardi di nessuno, nè tanto meno il dilagarsi infinito di polemiche che, a questo punto, dovrebbero essere morte e sepolte.

Questo è un sito di poesia in cui sono ben accette discussioni costruttive, fintantochè si resta nel pacifico confronto, dove ciascuno è libero di esprimere le proprie idee e lascia agli altri la possibilità di esprimere e difendere le proprie, ma determinati atteggiamenti e frasi denigratorie non sono assolutamente ammissibili!

Elisabetta


Il post di Elisabetta dopo il mio mi fa pensare che fosse riferito a me. Se mi sbaglio, ok.
Ma se ho letto bene chiedo alla Sig.ra Randazzo chi e dove ho OFFESO e quali frasi sono denigratorie.

L'unica ad essere offesa è la Poesia e l'intelligenza!
E il modo civile d'esprimere la libertà di pensiero, a questo punto...

Ma forse quel post non era rivolto al mio intervento...

Nikita

  • Visitatore
Re: Che amarezza.
« Risposta #24 il: Sabato 4 Aprile 2009, 15:05:37 »
Grazie Stellina. :angel:
Non capisco la piega che ha preso questo topic: stavamo parlando di poesia... ::) Vaaaaaaaaaaaaaaaaaabbè.

Un sorriso.
Nicole


p.s. :o :o :o Assenzio, ma intendi QUEL Rulliano? Accidenti, ho la (s)fortuna di conoscerlo... me lo saluti caramente? ;D


Offline Elisabetta Randazzo

Re: Che amarezza.
« Risposta #25 il: Sabato 4 Aprile 2009, 16:27:07 »
Ciao ely, perdonami l'ardire, oggi ho bevuto un Syrah di Sicilia semplicemente "favoloso", colore rosso carico, profumi pronunciati, sapori unici di Trinacria. L'abbinamento con un paio di cannoli, molto ardito, ma per nulla fuori luogo, mi ha attirato. Mescolare il dolce col secco, passionalità e forza, bianco e rosso, credo che la poesia possa ripartire di qua, no? Usando un termine della Magna Grecia moderna, sono un po' "testa di minchia", ma credo che la poesia abbia varie sfumature: dai livelli stratosferici di Leopardi o Hesse, alla semplicità di Mikele Sperduto, che delusissimo di non vedere le sue poesie pubblicate (semaforo rosso) , frutto di quella sua semplice anima da adolescente, si è rivolto a me, che l'ho indirizzato su di un altro sito. Ora ti chiedo: ma cosa è la poesia? Una domanda che ti avranno fatto due o tre milioni di volte, scritta da molti poeti anche di qui, che ogni tanto amano tirarsela credendosi geni, ma veramente, che differenza c'è (tecnica a parte) tra "Il pensiero dominante" di Leopardi e le poesie di Mikele?
Con Stima.

Allora Phersu,  le prime volte che scrivevo  buttavo giù qualunque cosa e inserivo perché dicevo sempre che la poesia è fatta di “sussurri d’anima”.  Così continuai per un po’ senza curare la punteggiatura e  l’ortografia;  ma mi sentivo una poetessa perché tutti mi commentavano positivamente. In quel periodo spuntò un nuovo autore (non cito il suo nome perché sono anni che non entra più), mi commentava sempre male ed io dentro di me dicevo: “ma che stronzo questo, piaccio a tutti, mi commentano bene e questo è invidioso perché le sue poesie non sono lette.” Perché mi sentivo sicura della mia “arte poetica”.

Continua
"La poesia non è un modo di esprimere un'opinione. E' un canto che sale da una ferita sanguinante o da labbra sorridenti."
Kahlil Gibran

Offline Elisabetta Randazzo

Re: Che amarezza.
« Risposta #26 il: Sabato 4 Aprile 2009, 16:28:13 »
Un giorno questo si mise a leggere tutte le mie poesie bacchettandomi alla grande, ma in particolare ne criticò una, e questo mi ferì molto, soprattutto per il modo molto crudo di esprimersi. Ho pianto per una settimana, non mi davo pace perché questo ce l’avesse con me; così lo contattai in pvt, volevo spiegazioni  del suo accanimento nei miei confronti e  lui mi rispose: “se ti ho fatto del male c’è una spiegazione,  chi ti commenta positivamente non ti sta aiutando  ed io non voglio che la poesia si sprechi così “
Da li ho capito che dovevo dare una forma ai miei sussurri d’anima se li volevo presentare. Così mi misi a studiare, ho comprato molti libri che parlavano di metrica punteggiatura e giorno per giorno ho notato la mia crescita ( non è che oggi mi senta una poetessa, perchè non lo sono, i miei testi li chiamo sempre sussurri d’anima con meno errori). :D Adesso ringrazio questa persona, perché sicuramente le sue critiche che mi hanno fatto soffrire inizialmente, mi hanno poi aiutato a migliorarmi e a crescere.

Allora ciò che voglio farvi capire è che se qualcuno vi vuole dare un aiuto poetico, non penso che lo faccia perché si sente più intelligente di voi, ma solo perchè ha qualche marcia in più. Che male fa se lo espone anche a gli altri? per noi può essere un gradino in più  per apprendere ciò che non conosciamo e farne tesoro. L’importante non mostrare presunzione, ma solo il desiderio di dare un contributo alla poesia.

Ciao, Phersu


Elisabetta
« Ultima modifica: Sabato 4 Aprile 2009, 16:41:10 da Elisabetta Randazzo »
"La poesia non è un modo di esprimere un'opinione. E' un canto che sale da una ferita sanguinante o da labbra sorridenti."
Kahlil Gibran

Offline Stellaerratica

Re: Che amarezza.
« Risposta #27 il: Sabato 4 Aprile 2009, 16:46:41 »
Allora ciò che voglio farvi capire è che se qualcuno vi vuole dare un aiuto poetico, non penso che lo faccia perché si sente più intelligente di voi, ma solo perchè ha qualche marcia in più. Che male fa se lo espone anche a gli altri? per noi può essere un gradino in più  per apprendere ciò che non conosciamo e farne tesoro. L’importante non mostrare presunzione, ma solo il desiderio di dare un contributo alla poesia.

Già, è esattamente ciò che ho sempre sostenuto anch'io, solo che spesso sono presuntuosi E chi commenta MA soprattutto chi è l'oggetto della critica.
Ho imparato a cercare i commenti critici, in bene o in male, ma non sempre gli autori sono disposti a leggere con attenzione ciò che hanno davanti agli occhi e provare ad osservare i testi altrui E propri. Se iniziassimo ad osservare come le ricorrenze E nel nostro stile E in quello altrui, quante cose interessanti potremmo notare ed eventualmente utilizzare!!
Ma è più comodo accusare di presunzione chi osa dire "forse rivedrei questa struttura / a mio parere invece è così" ecc.
Inoltre, se qualcuno si ferma a fare un commento, perde più tempo (e spesso non ne abbiamo poi molto, da quanto sosteniamo tutti) ad osservare e "criticare" (nel senso più proprio ed ampio del termine) che non a mettere la solita frasetta passe-partout che starebbe bene sotto qualsiasi componimento del sito (e potrei fare un elenco di frasi salvacommenti usate spesso). Se ci ragioniamo sopra, significa che ci dedica il suo tempo a lasciare un'osservazione foss'anche negativa, forse ci mostra più considerazione di un (talvolta) ipocrito "bellissima, stupenda, emozionante & co.".
E una voce fuori dal coro vale -se motivata dal commentatore- doppio.
Ma questo è il mio personale parere.
Il peggior crimine è conoscere la verità e non far nulla.
(Carlo Parlanti - www.carloparlanti.it)

arostàzazzà

  • Visitatore
Re: Che amarezza.
« Risposta #28 il: Sabato 4 Aprile 2009, 17:12:01 »
Avevo preparato una risposta ad uno dei post precedenti, ma mi sono attardato e ritrovo altri post. Per una volta mi fa piacere essere arrivato con un certo ritardo perchè  mi accorgo che Stellaerratica ha sintetizzato quello che volevo dire io, solo che i miei modi non erano urbani come i suoi (della serie:il lupo perde il pelo...  ;D).

Metto da parte il testo del mio post, non si sa mai, magari può tornare utile in seguito ;D.

Qualche domanda però vorrei farla e cercherò di restare nel tema del mio stesso topic.
1)Perchè se qualcuno vuole condividere il suo percorso poetico con altre persone che lo chiedono, c'è sempre chi taccia di presunzione colui/colei che fornisce consigli dettati dalla propria esperienza? Allora si deve sempre dire "signorsì" per continuare la discussione? e che razza di discussione sarebbe se tutti fossero concordi?

2)Se è il dialogo che si invoca a squarciagola, se in questo sito si cerca il confronto(come tutti vi affannate a ribadire), perchè quando questo comincia a fare timidi passi lo si stronca con tentativi di derisione o peggio di offese a chi offre la propria esperienza? E badate bene non è la prima volta.
Non mi va di fare riferimenti, ma ultimamente si è cercato di fare questo.

3)Se io chiedo un confronto con gli altri lettori/autori, perchè me lo si deve negare solo perchè qualcuno la pensa in maniera differente da altri? E' estremamente scorretto entrare nei topic altrui e uscire fuori tema con delle considerazioni di carattere personale non inerenti il topic stesso.

Per quanto riguarda la redazione, forse un po’ più di autorevolezza non guasterebbe, anche perchè poi ci si lamenta che le persone hanno difficoltà a commentare; per forza, se devo commentare con frasi fatte altrimenti mi si addita come arrogante, allora sto zitto e lascio che siano tutti gli altri ad illudervi di essere il massimo della poesia e della vita.

« Ultima modifica: Sabato 4 Aprile 2009, 17:24:32 da Vega »

Offline Stellaerratica

Re: Che amarezza.
« Risposta #29 il: Sabato 4 Aprile 2009, 17:27:16 »
Caro Vega,
io ci sono cascata più volte molto prima di te. Sono passata (e qualcuno ancora mi ci addita) come la maestrina presuntuosetta perché magari vado a cavillare sulle rime coerenti o meno (a volte vanno bene coerenti, altre volte no. Alle volte incoerenti danno quel non so che in più. Come sempre, dipende dalla scorrevolezza del testo), sulla scelta di spezzare i versi in un certo modo con falsi e presuntuosissimi enjambement, con puntini di sospensione messi alla cavolo (perché 2 o 4 puntini NON sono italiano!), ecc.
La soluzione è facile a dirsi (anche se brucia agli animi pignoleggianti come il mio):
se leggo gli autori che NON VOGLIONO nemmeno prendere spunto da mie osservazioni (e son linguista di formazione e professione, anche se ciò non significa poi molto, visto che ci sono autori culturalmente elevati con ben altre formazioni e professioni), non lascio alcun commento. E se mi piace, lascio uno scontato (e forse pure laconico) "poesia ben scritta, mi ha emozionata -e l'inflazionatissimo- APPREZZATA".
Invece con altri autori (tra cui Claudio Scaramella, che a me tanto piace quando lo leggo) mi diverto ad osservarne le strutture e le ricorrenze, le scelte fatte di verso in verso e magari commentare anche quello...
Qualche autore che VUOLE imparare ad osservare un pochino alla volta c'è. Un po' dipende anche dal modo con cui si scrive il commento. Tutti gli altri si barricano dietro fantomatici "ma tanto non sono capace, non son un poeta, io scrivo solo per le mie emozioni ecc." salvo poi offendersi per mezzo appunto.
Credo che come un amico possa dire: guarda, hai allacciato la giacca saltando un bottone; nel taschino della giacca ci vedrei bene un fazzolettino (magari diverso da quello che ci hai messo); ecc.
La poesia, per come la scrivo (SIA il contenuto SIA la forma), è come un vestito da mettermi addosso. A volte sportivo, a volte chic, a volte sensuale, a volte sbragato. Ma in ogni caso posso metterci un dettaglio che rende il mio abito odierno "speciale" o perfezionarlo.
Ma, caro Vega, non tutti accettano un suggerimento senza doppi fini. E visto che io non sono meglio di nessuno, non vedo che paura ci possa essere nell'accettare una mia opinione.
Fintanto che non uno non risulta offensivo verso le mie emozioni (non la loro forma) e i miei cari, può commentarmi a suo piacere.
I miei -simpatici- dispetti a te, Vega.
Il peggior crimine è conoscere la verità e non far nulla.
(Carlo Parlanti - www.carloparlanti.it)