Caro Vega,
io ci sono cascata più volte molto prima di te. Sono passata (e qualcuno ancora mi ci addita) come la maestrina presuntuosetta perché magari vado a cavillare sulle rime coerenti o meno (a volte vanno bene coerenti, altre volte no. Alle volte incoerenti danno quel non so che in più. Come sempre, dipende dalla scorrevolezza del testo), sulla scelta di spezzare i versi in un certo modo con falsi e presuntuosissimi enjambement, con puntini di sospensione messi alla cavolo (perché 2 o 4 puntini NON sono italiano!), ecc.
La soluzione è facile a dirsi (anche se brucia agli animi pignoleggianti come il mio):
se leggo gli autori che NON VOGLIONO nemmeno prendere spunto da mie osservazioni (e son linguista di formazione e professione, anche se ciò non significa poi molto, visto che ci sono autori culturalmente elevati con ben altre formazioni e professioni), non lascio alcun commento. E se mi piace, lascio uno scontato (e forse pure laconico) "poesia ben scritta, mi ha emozionata -e l'inflazionatissimo- APPREZZATA".
Invece con altri autori (tra cui Claudio Scaramella, che a me tanto piace quando lo leggo) mi diverto ad osservarne le strutture e le ricorrenze, le scelte fatte di verso in verso e magari commentare anche quello...
Qualche autore che VUOLE imparare ad osservare un pochino alla volta c'è. Un po' dipende anche dal modo con cui si scrive il commento. Tutti gli altri si barricano dietro fantomatici "ma tanto non sono capace, non son un poeta, io scrivo solo per le mie emozioni ecc." salvo poi offendersi per mezzo appunto.
Credo che come un amico possa dire: guarda, hai allacciato la giacca saltando un bottone; nel taschino della giacca ci vedrei bene un fazzolettino (magari diverso da quello che ci hai messo); ecc.
La poesia, per come la scrivo (SIA il contenuto SIA la forma), è come un vestito da mettermi addosso. A volte sportivo, a volte chic, a volte sensuale, a volte sbragato. Ma in ogni caso posso metterci un dettaglio che rende il mio abito odierno "speciale" o perfezionarlo.
Ma, caro Vega, non tutti accettano un suggerimento senza doppi fini. E visto che io non sono meglio di nessuno, non vedo che paura ci possa essere nell'accettare una mia opinione.
Fintanto che non uno non risulta offensivo verso le mie emozioni (non la loro forma) e i miei cari, può commentarmi a suo piacere.
I miei -simpatici- dispetti a te, Vega.