Autore Topic: Che amarezza.  (Letto 5522 volte)

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arostàzazzà

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Che amarezza.
« il: Giovedì 2 Aprile 2009, 22:38:06 »
Che amarezza.  Ho letto tante di quelle discussioni sulla poesia in questo sito da farmi venire la nausea. Eppure non riesco a non leggere (e dire la mia se è il caso) ogni volta che trovo una discussione interessante.
Ma ogni volta è una nuova delusione. 
Quanti  topic ho letto che parlavano di poesia, quante parole sprecate cercando di imbrigliarla in uno stereotipo qualunque.

Si è sempre tutti concordi nell’affermare (in maniera noiosa, ripetitiva, ossessionante) che ci si trova davanti ad uno dei modi più puri di esprimere i sentimenti e le emozioni (altri due sostantivi abusati). Ci spertichiamo nella ricerca dell'affermazione che ci porti ad "imporre" che la nostra visione di poesia sia necessariamente quella giusta.
A volte, presi dalle smanie di prevaricare le idee altrui, perdiamo di vista l’oggetto del contendere, cadendo in una sorta di contraddizione che ci porta ad affermare il meglio e a cercare di “imporre” il peggio di noi.

Tempo fa lessi un brano  scritto da una persona che conosco poco,  ma da quel poco che conosco e da quello che scrive credo sia una delle persone più equilibrate (in senso letterario) che abbia conosciuto.
Il brano dice:
"Chi ama davvero scrivere non sevizia le lettere in amplessi sbagliati, usuali e patetici. Chi ama scrivere o lo fa da scribacchino sul proprio diario o block notes, riservando a sé le emozioni che la scrittura sa donare o rende partecipe gli altri, rispettando poche regole basilari. E cura, ritocca, perfeziona, cambia il vestito al proprio figlio, non lo manderà a scuola senza zaino e grembiule, gli fornirà un ombrello se piove. Perché spesso le parole non inviano per forza un messaggio forte e chiaro, non decantano la passione, non sono portatrici di una verità universale, non prestano il nome ad un’amicizia tradita, rinata, lasciata, non nascondono un desiderio o un malessere interiore… Spesso le parole vogliono dare solo il senso del suono, l’armonia dei versi o il contrasto esasperato, non si limitano a sfoghi estemporanei che lasciano il tempo che trovano. Si, sono libere, ma da pecche prosaiche. Tutti siamo capaci di scrivere cose sensazionali, capaci di arrivare dritte al cuore, soprattutto perché troppo esplicite, nascondendoci dietro false scuse come la liberazione dell’animo, quello lo può fare chiunque nel proprio piccolo. Scrivere è soprattutto amare non ciò che si scrive ma il modo di farlo."

Spero mi perdoni la persona in questione per essermi permesso di riportare qui il suo meraviglioso pensiero (senza peraltro citarla).
Non mi approprio di queste parole, le faccio semplicemente mie, perché non avrei saputo esprimere meglio il concetto di poesia da parte di chi ama veramente quest’arte.


(continua)
« Ultima modifica: Giovedì 2 Aprile 2009, 22:41:28 da Vega »

arostàzazzà

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Re: Che amarezza.
« Risposta #1 il: Giovedì 2 Aprile 2009, 22:38:48 »
(segue)


Rimaniamo pur sempre dei dilettanti, ma i dilettanti amano ciò che scrivono, amano tutto, anche le "limature" che mettono da parte, perché esse fanno parte del bagaglio che ha permesso loro di crescere e maturare assieme alle proprie idee.
Sbaglia (e sono fermamente convinto di questo) chi afferma che la poesia deve essere vomitata così come viene, quella non è poesia, sono i pensierini buoni per il nostro diario (come afferma lo scrittore di cui ho riportato il brano).
La poesia è arte. Anche se probabilmente resteremo dilettanti, dovremmo sempre tener presente che ci stiamo riferendo  ad una forma d’arte che sublima il pensiero, come la pittura, la musica, la scultura. Bisogna avere il massimo rispetto per la poesia che, come tutte le altre forme d’arte, presuppone studio ed applicazione. Nessuno dei grandi poeti lo è diventato vomitando parole scritte sui fogli; Leonardo non si è inventata la gioconda la mattina andando al gabinetto e Michelangelo faceva decine di schizzi delle sue sculture prima di mettere mano allo scalpello.

Quando ero ragazzo andai in gita a Recanati e ci portarono a vedere la casa di Leopardi. Fui molto colpito quando potei osservare l’originale de “l’infinito”;  ricordo le correzioni (a mano ovviamente) sui fogli; ce n’erano diverse. A distanza di tempo quando scrivo mi sovviene il lavoro di limatura che osservai allora e quando sento qualcuno dire che la limatura uccide la poesia, beh non posso fare a meno di compatirlo e sorridere.
Non si lavora solo di lima o di cesello, è chiaro che la poesia non nasce solo da questo, ma di questo si avvale (oltre che dello studio) per diventare grande.

Non datevi la pena di rispondere, immagino che dopo i primi post si ricadrebbe ancora nella polemica, cosa di cui, credetemi, sono veramente stufo.



« Ultima modifica: Giovedì 2 Aprile 2009, 22:44:40 da Vega »

Alessio J

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Re: Che amarezza.
« Risposta #2 il: Giovedì 2 Aprile 2009, 23:01:42 »
Interessante (  per certi versi condivisibile) come si denunci la polemica in questo post....ma averlo aperto con questo contenuto non è forse fare polemica e ...alimentare quelle passate?

arostàzazzà

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Re: Che amarezza.
« Risposta #3 il: Giovedì 2 Aprile 2009, 23:05:43 »
Interessante (  per certi versi condivisibile) come si denunci la polemica in questo post....ma averlo aperto con questo contenuto non è forse fare polemica e ...alimentare quelle passate?



Perchè chiedevo la cortesia di non rispondere?

Ecco il perchè!

Se si vuole, si può leggere la polemica anche nei bigliettini dei baci perugina. E allora? a che serve?




Alessio J

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Re: Che amarezza.
« Risposta #4 il: Giovedì 2 Aprile 2009, 23:12:17 »

Perchè chiedevo la cortesia di non rispondere?

Ecco il perchè!

Se si vuole, si può leggere la polemica anche nei bigliettini dei baci perugina. E allora? a che serve?






Bhe...se volevi "parlare" da solo potevi aprire il tuo blog personale.
Il forum non è fatto per uno scambio di opinioni? O conta solo la tua?
« Ultima modifica: Giovedì 2 Aprile 2009, 23:14:45 da Alessio J »

Offline Chiara Catanese

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Re: Che amarezza.
« Risposta #5 il: Venerdì 3 Aprile 2009, 00:08:01 »
Ti stavo scrivendo per messaggio privato per delicatezza accertandomi prima di tutto, ma dato che tutte le discussioni chiamate in causa sono pubbliche l'ho visto come superfluo...

Immagino la spinta per scriverlo ti sia venuto dal topic di ieri (il mio "Addio -vi propongo una mia poesia" in Commenti). Ma a sembrare discostarci  dalla tua certezza siamo state io e Annamaria.
Quindi mi viene spontaneo dirti e sottolineare ancora una volta che se ti riferisci a me hai un po' travisato il mio pensiero.
Era una discussione di là e questo (soprattutto sulla limatura) sembra voler essere una risposta indiretta a quanto consideravo.

Voglio che sia chiaro che non ho mai detto che vomitare le prime parole senza alcun ordine sia poesia.
Forse nonostante mi sia curata di sottolineare questo punto non mi sono espressa in maniera sufficientemente adeguata.
Rinvio agli ultimi posts di quella discussione per non ripetermi...
E soprattutto -ma questo penso sia chiaro- non ho mai voluto imporre a nessuno la mia visione della poesia.
Potremo ritornarci, sai che a me non piacciono le polemiche, ma confrontarmi e imparare sì.

Sottolinei un punto importante quando dici che molto spesso si fa leva più sull'emotività del lettore che sull'emozione...e questa è faciloneria

Non ho manie di persecuzione, intervengo perchè quanto hai scritto l'avrei visto benissimo come risposta di là e perchè voglio chiarire quanto penso.

Tu sei convinto di questo e certamente hai alle spalle un percorso che ti ha portato a credere ciò. Non lo contesto, anzi, ne ho rispetto.
Io del resto non ho mai detto il contrario, ovvero che fare poesia sia sciatteria e banalità.

E quanto hai scritto lo vado ad aggiungere al mio bagaglio di crescita (anche se toni un po' meno...perentori...sarebbero stati graditi! ma non te li chiedo ;D
immagino hai detto di non rispondere alludendo a come finiscono certe discussioni)
« Ultima modifica: Venerdì 3 Aprile 2009, 00:15:26 da Chiara Catanese »

E il pino
ha un suono, e il mirto
altro suono, e il ginepro
altro ancóra, stromenti
diversi
sotto innumerevoli dita.


...La fantasia da sola è sufficiente,
se l'ape è assente...

Offline Chiara Catanese

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Re: Che amarezza.
« Risposta #6 il: Venerdì 3 Aprile 2009, 00:33:55 »
Dando nuovamente un'occhiata a quella discussione ho ricordato che è stata esattamente utilizzata l'espressione "vomitare l'anima" e non da me...
però a me è parso lei fosse allineata a quanto intendevo dire io...non che credesse ogni sfogo estemporaneo sia poesia...e qui sono d'accordo con te... io parlo di ispirazione non di sfogo
e di semplicità non di banalità/sciatteria

credo che quello che ho scritto di là in merito in fin dei conti sia abbastanza chiaro...

Aggiungo solo che *a mio parere* però può essere poesia anche qualcosa che non sia un esempio di metrica e uno sfoggio di figure retoriche...che appunto nella stragrande maggioranza dei casi da parte di poeti amatoriali (diciamo così) ho visto come vuoti esercizi di stile (e non sempre neanche stilisticamente riusciti)...ma già probabilmente l'ho detto

Cmq, se ho frainteso io scusami ma l'ora e un pomeriggio passato sui libri non aiutano  ;D
« Ultima modifica: Venerdì 3 Aprile 2009, 00:40:14 da Chiara Catanese »

E il pino
ha un suono, e il mirto
altro suono, e il ginepro
altro ancóra, stromenti
diversi
sotto innumerevoli dita.


...La fantasia da sola è sufficiente,
se l'ape è assente...

Offline AnnamariaMilazzo lightdark

Re: Che amarezza.
« Risposta #7 il: Venerdì 3 Aprile 2009, 03:41:21 »
Visto che il mio nome continua a girare per il forum sia sottinteso che esplicitamente scritto passo a chiarire.

Questo topic nasce di seguito a quello inserito in "Commenti", dal titolo "Addio-vi propongo una mia poesia": la sola differenza sta nel fatto che qui, si spera, sia lecito discuterne dato che il "salotto" ha come nome "Discussioni tra autori".
Ora, tornando alla mia frase che riporto di seguito, vorrei spiegare meglio...così da soddisfare attacchi di noiadipendenza!

"E sai cosa penso, costruire una poesia, sistemarla, ragionaci su, levare magari questa stazione perché abbiamo vicino 2 sta-sta e l'ugola inciampa recitandola...insomma sì, è bello e costruttivo ma a volte buttarla giù d'istinto, di getto, con tutto il guazzabuglio che ci frulla in testa...bhe, è l'unico modo di "vomitare" l'anima!"

Se notate bene ho messo tra virgolette solo "vomitare" e non "vomitare l'anima"; la differenza sta nel fatto che volevo sottolineare che "vomitare" non sta in senso dispregiativo o come semplice atto di espulsione ma sta per "getto", ossia impulso libero da vincoli, pulito e gemellato alle emozioni che abitano l'anima.

E a questo punto mi viene veramente da vomitare in senso esplicito leggendo frasi del genere:

"Sbaglia (e sono fermamente convinto di questo) chi afferma che la poesia deve essere vomitata così come viene, quella non è poesia, sono i pensierini buoni per il nostro diario"

...e qui l'altro errore nell'interpretazione del mio pensiero perché non è la poesia che viene messa giù di getto ma l'anima ed è ovvio che poi il testo vada rivisitato e non, come ironicamente citato, addirittura espulso da altro orifizio (per non essere volgari quanto meno offensivi nei confronti dei Veri Artisti)...

"Leonardo non si è inventata la gioconda la mattina andando al gabinetto"




Poi, il fatto di non volere risposte di seguito significa che nessuno deve controbattere quanto detto?
Ma allora non sarebbe un salotto di discussioni ma di monologhi.

"Non datevi la pena di rispondere, immagino che dopo i primi post si ricadrebbe ancora nella polemica, cosa di cui, credetemi, sono veramente stufo"

Se l'autore fosse stato veramente stufo non avrebbe dovuto minimamente aprire questo topic ma l'avrebbe dovuto riportare sul suo diario dei pensieri personali e non qui a riempire pagine "noiose".


ps
preferirei non essere più nominata onde evitare altri miei interventi

grazie



« Ultima modifica: Venerdì 3 Aprile 2009, 04:03:55 da Annamaria Milazzo »

assenzio

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Re: Che amarezza.
« Risposta #8 il: Venerdì 3 Aprile 2009, 10:05:36 »
sono entrata solo a modificare la mia firma, con le parole di un mio amico carissimo ed estimatore assoluto.

nel frattempo saluto Vega


 :)

Offline Anfra

Re: Che amarezza.
« Risposta #9 il: Venerdì 3 Aprile 2009, 14:42:18 »
Mi dispiace che sono sempre il gallo che mette la testa dappertutto, sono in certi vesi d'accordo con ciò che dici, ma credo e ne sono fermamente convinta che poesia sia dentro di noi, di tutti, c'è chi ha la capacità e chi no, mi sembra che tu pecchi un pò di presunzione, attenzione non voglio offendere, ma se dici che poesia non è sentimento per me non sei poeta... perchè tutti ad oggi hanno scritto perchè sentivano di scrivere... poi hanno corretto limato e fatto di quella cosa un proprio stile, ma è venuto dopo. Sbagli tu per me che ti consideri in questo post quasi con un gradino in più rispetto agli altri... sicuramente la poesia è arte ma non solo, chi dipinge vi mette l'anima dentro... così come chi scrive ci mette tutto dai sogni alla realtà, dalla fantasia ai sentimenti.. io dico sempre che per essere poeti bisogna sentirsi dentro e vivere come tali.. non per forza bisogna avere il metro, conoscere tutte le regole e tutto ciò che ne concerne, ma bisogna amarla altrimenti non sarai poeta... chi come me ha scritto per anni poesie sul diario.. come lo definisci tu, nessuno potrà mai leggerle e conoscere il mio pensiero.. e io al contrario non posso conoscere quello degli altri e crescere in poesia.. quindi viva internet e questo sito come altri che ci danno la possibilità di poeter leggere spesso e volentieri belle composizioni.
Un caro saluto
Fatti non foste per vivere come bruti, ma per seguire virtute e conoscenza

Nikita

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Re: Che amarezza.
« Risposta #10 il: Venerdì 3 Aprile 2009, 19:47:57 »
Continuo a chiedermi:
perchè non lasciamo che ognuno abbia la propria visione della poesia?
Non tutti ci emozioniamo allo stesso modo o per lo stesso motivo, quindi non capisco proprio il senso della questione. ::)
Ora, benchè in passato qualcuno abbia tentato di zittirmi (sostenendo che, a causa della mia età, io non possa aver nulla di interessante/sensato da dire: che pena), non voglio rinunciare a esprimere un personalissimo parere.
Mi rivolgo a te, Vega, esclusivamente in quanto autore di questo topic. Il discorso potrebbe essere esteso a molti altri, ma non ho nè il tempo nè la voglia di sostenere un litigio (ultimamente, tutte le persone con cui cerco di ragionare prendono ogni parola come una questione personale e questo mi scoccia parecchio): mi pare che con te si possa portare avanti una discussione, quindi ci provo. :)



"Che amarezza.  Ho letto tante di quelle discussioni sulla poesia in questo sito da farmi venire la nausea."
Questo è un sito di poesia, mi pare comprensibile che si discuta di poesia.
Tutti noi sappiamo quanto sia difficile stabilire ciò-che-è-poesia e ciò-che-non-lo-è: in questo senso, un confronto è più che giustificato e (quasi) sempre costruttivo.

(continua...)
  


Nikita

  • Visitatore
Re: Che amarezza.
« Risposta #11 il: Venerdì 3 Aprile 2009, 19:48:43 »
(..segue)

"Quanti  topic ho letto che parlavano di poesia, quante parole sprecate cercando di imbrigliarla in uno stereotipo qualunque."
A parer mio, il discutere riguardo la natura della poesia è già un primo passo verso l'eliminazione dello stereotipo.
Non sempre è così, purtroppo, ma siamo tutti esseri umani ed è inevitabile cadere nell'ovvio, qualche volta.

"Si è sempre tutti concordi nell’affermare (in maniera noiosa, ripetitiva, ossessionante) che ci si trova davanti ad uno dei modi più puri di esprimere i sentimenti e le emozioni (altri due sostantivi abusati)."
Che comporre poesie sia uno dei modi più puri di esprimere i sentimenti e le emozioni è vero, quindi è logico che questo punto ci trovi tutti d'accordo. Non hanno ancora inventato una cura per la ripetitività (acc...). ;D

"Sbaglia (e sono fermamente convinto di questo) chi afferma che la poesia deve essere vomitata così come viene, quella non è poesia, sono i pensierini buoni per il nostro diario (come afferma lo scrittore di cui ho riportato il brano)."
Ecco che divento ripetitiva pure io: ognuno intende la poesia in modo diverso, qui è il bello. C'è chi non riesce a ritoccarla e chi cura ogni minimo particolare, ma sempre di poesia si tratta (escludendo i casi limite).

"Nessuno dei grandi poeti lo è diventato vomitando parole scritte sui fogli; Leonardo non si è inventata la gioconda la mattina andando al gabinetto e Michelangelo faceva decine di schizzi delle sue sculture prima di mettere mano allo scalpello."
Noi, che non siamo nè Leonardo nè Michelangelo, ci limitiamo a esprimerci come meglio riusciamo: non esiste oggettività in poesia, benchè qualcuno creda di potersi ergere a giudice e dire agli altri come devono sentire le cose. :angel:



Di nuovo, non prenderla sul personale. ;)


Un sorriso.
Nicole

 :-*




Offline Stellaerratica

Re: Che amarezza.
« Risposta #12 il: Venerdì 3 Aprile 2009, 21:13:59 »
Nicole, sei sempre una perla di stupore meraviglioso!
saggia :)
 :-*
Il peggior crimine è conoscere la verità e non far nulla.
(Carlo Parlanti - www.carloparlanti.it)

Alessio J

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Re: Che amarezza.
« Risposta #13 il: Venerdì 3 Aprile 2009, 22:44:43 »
sono entrata solo a modificare la mia firma, con le parole di un mio amico carissimo ed estimatore assoluto.

nel frattempo saluto Vega


 :)

anche io sono entrato solo a modificare la mia firma, evidenziando un pensiero già noto.

saluto tutti caramente.

Offline Stellaerratica

Re: Che amarezza.
« Risposta #14 il: Venerdì 3 Aprile 2009, 22:47:47 »
in tutto questo, la principale chiamata in causa, non si fa viva?   ;D Amar...a?
lei sola può darci un'opinione basata sulla sua esistenza...
battute a parte (Amara non me ne voglia, si fa per scherzare),
aggei, ma cita almeno la fonte, irriverente!
 ;D
Il peggior crimine è conoscere la verità e non far nulla.
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