Che amarezza. Ho letto tante di quelle discussioni sulla poesia in questo sito da farmi venire la nausea. Eppure non riesco a non leggere (e dire la mia se è il caso) ogni volta che trovo una discussione interessante.
Ma ogni volta è una nuova delusione.
Quanti topic ho letto che parlavano di poesia, quante parole sprecate cercando di imbrigliarla in uno stereotipo qualunque.
Si è sempre tutti concordi nell’affermare (in maniera noiosa, ripetitiva, ossessionante) che ci si trova davanti ad uno dei modi più puri di esprimere i sentimenti e le emozioni (altri due sostantivi abusati). Ci spertichiamo nella ricerca dell'affermazione che ci porti ad "imporre" che la nostra visione di poesia sia necessariamente quella giusta.
A volte, presi dalle smanie di prevaricare le idee altrui, perdiamo di vista l’oggetto del contendere, cadendo in una sorta di contraddizione che ci porta ad affermare il meglio e a cercare di “imporre” il peggio di noi.
Tempo fa lessi un brano scritto da una persona che conosco poco, ma da quel poco che conosco e da quello che scrive credo sia una delle persone più equilibrate (in senso letterario) che abbia conosciuto.
Il brano dice:
"Chi ama davvero scrivere non sevizia le lettere in amplessi sbagliati, usuali e patetici. Chi ama scrivere o lo fa da scribacchino sul proprio diario o block notes, riservando a sé le emozioni che la scrittura sa donare o rende partecipe gli altri, rispettando poche regole basilari. E cura, ritocca, perfeziona, cambia il vestito al proprio figlio, non lo manderà a scuola senza zaino e grembiule, gli fornirà un ombrello se piove. Perché spesso le parole non inviano per forza un messaggio forte e chiaro, non decantano la passione, non sono portatrici di una verità universale, non prestano il nome ad un’amicizia tradita, rinata, lasciata, non nascondono un desiderio o un malessere interiore… Spesso le parole vogliono dare solo il senso del suono, l’armonia dei versi o il contrasto esasperato, non si limitano a sfoghi estemporanei che lasciano il tempo che trovano. Si, sono libere, ma da pecche prosaiche. Tutti siamo capaci di scrivere cose sensazionali, capaci di arrivare dritte al cuore, soprattutto perché troppo esplicite, nascondendoci dietro false scuse come la liberazione dell’animo, quello lo può fare chiunque nel proprio piccolo. Scrivere è soprattutto amare non ciò che si scrive ma il modo di farlo."
Spero mi perdoni la persona in questione per essermi permesso di riportare qui il suo meraviglioso pensiero (senza peraltro citarla).
Non mi approprio di queste parole, le faccio semplicemente mie, perché non avrei saputo esprimere meglio il concetto di poesia da parte di chi ama veramente quest’arte.
(continua)