Assenzio: grazie per il tuo passaggio. Il fatto che tu abbia una tua personale percezione del testo mi fa piacere, perchè conferma quanto si va dicendo da sempre e cioè che ognuno legge quello che il cuore gli ispira in quel momento.
Per quanto riguarda la frase che mi evidenzi, francamente non ho capito. Per fare quello che ci riesce meglio bisogna essere maschi o femmine? Boh!
Chiedo scusa,poi, per essere andato via dalla chat ieri sera senza salutare. La mia uscita in questo modo brusco era riferita ad una discussione amichevole di qualche giorno fa dove dissi che si passava metà del tempo a salutare chi entrava ed usciva, Per essere coerente sono uscito avvisando che non salutavo.
Annamaria: ho letto la tua poesia ed in effetti mi rendo conto (ma non c'era bisogno della poesia per questo) di essere distante anni luce dal vostro "sentire" (non per nulla ho scontri quasi quotidiani con le donne che "amo"), ma continuerò a provarci.
Per quanto riguarda il resto tu e Mirella avete afferrato esattamente quello che chiedevo e vi ringrazio di averlo fatto sotto questa forma.
Mi colpiscono le parole di Mirella: "mi appartiene poco l'idea di dover mendicare un'attenzione o spiegare le ragioni avvilite dell'amore, oppure di essere considerata come un indumento smesso... Le donne hanno reazioni di rabbia, piangono, urlano, sbattono le porte, spariscono in un cantuccio, dimenticano e/o si curano le ferite lontano. Manifestano, insomma i loro sentimenti, al contrario di un uomo, solitamente...". Pensavo di riuscire a farlo, ma evidentemente sono ancora ben lontano.
Noi maschietti abbiamo un grande limite: quello di non riuscire a manifestare apertamente i nostri sentimenti, per questo sono qui: per capire, imparare e poi cercare di metterlo in pratica.
Ma c'è bisogno di aiuto e voi tutte, nessuna esclusa, mi sembrate un ottimo punto di riferimento.
Spero non vi dispiaccia se dovessi riprovarci.
Ancora grazie a tutte.