Si dovrebbe dire: La morale, perché il morale indica soltanto lo stato d'animo, anche se, occorre dire, le due realtà sono interdipendenti e non a caso hanno lo stesso nome.
Occorre sempre definire ciò che s'intende per "morale", prima di accostare dicotomie allo scopo di chiarire i ruoli di entrambe le opposte e complementari polarità analizzate, come è questo il caso, nell'analisi effettuata tra la morale e l'immoralità che le si oppone.
La morale è, per me e per la concezione metafisica e universale data al termine, costituita dall'intrusione illegittima del sentimentalismo individuale, delle persone o dei popoli, nei principi universali dell'esistenza. Significa che i principi sui quali si costruisce la manifestazione della realtà non dovrebbero avere relazioni con i punti di vista, limitati e umani, delle visioni, particolari e convenienti della vita, che hanno i diversi popoli alle diverse latitudini del pianeta. Se questi principi definiscono gerarchie di valori, dipendenti dal loro grado di prossimità al Centro dal quale scaturisce la vita, non è dato all'uomo indicare la qualità di questa gerachia in funzione dei propri particolari sentimenti, colore della pelle, colore della autovettura parcheggiata fuori dal colore della villa, altezza della chiesa, colore delle pupille, conto in banca, abilità nel mettere rime in fila tra loro. Se tutto si muove incessantemente ciò è dovuto al principio universale che obbliga questo tutto al movimento e che, essendo un principio legiferante e causa del movimento, al movimento non partecipa non potendosi muovere a propria volta, pena la morte del tutto. Se l'uomo attribuisse una particolare valenza a questo muoversi, stabilendo, per esempio, che solo i bianchi possono muoversi in libertà e senza costrizioni, allora questo principio si corromperebbe trasformandosi in principio "morale" stabilito dalla maggioranza di una comunità degradata spiritualmente. Ciò che è moralmente accettabile e addirittura desiderabile per un popolo può essere infamante per un altro popolo. Non è quindi la morale che caratterizza con certezza la qualità di un principio, ma la sua purezza nell'aderenza alla legge naturale e incorrotta stabilita dai principi universali dell'esistenza. Principi che quando definiscono un alto e un basso non mettono il colore della pelle, su quella scala, ma solo l'amare e l'odiare.