Autore Topic: 8 marzo 2009  (Letto 6049 volte)

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Offline Amara

Re: 8 marzo 2009
« Risposta #15 il: Martedì 10 Marzo 2009, 01:17:14 »
..avrei voluto rispondere... ma zimi..mire.. e anna.. hanno già detto tutto... :)
Il dubbio è uno dei nomi dell'intelligenza
(J. L. Borges)

Offline Anfra

Re: 8 marzo 2009
« Risposta #16 il: Martedì 10 Marzo 2009, 14:11:31 »
Dovremmo ideare qualcosa far capire alla società di non essere così contente di avere questa festa come se fossimo principesse solo 5 min il momento in cui ti fanno aguri baci abbracci e poi torna tutto com'era prima tra odio e invidia non c'è differenza. Dovremmo dire basta ai soprumi ma non solo quelli fisici ma anche quelli mentali, una mia amica mi ha scritto un sms di auguri che non ho aprrezzato per gli auguri ma per le parole che in esso vi erano scritte, ve lo riporto: SIAMO IMPERFETTE, LUNATICHE, TANTO FORTI QUANTO FRAGILI... SAPPIAMO ESSERE: AMICHE, AMANTI, MOGLI, MADRI, COMPLICI O NEMICHE INVIDIOSE.. SIAMO DOLCI, SENSIBILI,MISTERIOSE E STRAVAGANTI... A VOLTE INDIFESE, ALTRE SICURE E DETERMINATE, ALTRE ANCORA ISTERICHE... ABBIAMO LA FORZA DI DARE TANTO ANCHE QUANDO RICEVIAMO POCO O NULLA... DONIAMO NOI STESSE PER AMORE, SPESSO CI PIEGHIAMO MA SENZA SPEZZARCI E RIUSCIAMO A SORRIDERE ANCHE QUANDO IL CUORE LACRIMA E A DARE CONFORTO QUANDO INVECE NE AVREMMO BISOGNO... ABBIAMO IL DONO PIU' BELLO QUELLO DI DONARE LA VITA , OGNIUNA DI NOI E' UNICA E PREZIOSA SPLENDIDA GIONATA DELLA DONNA.


Ecco vorrei che tutti uomini e donne prendessero coscienza di come siamo fatte, il primo valore da eseguire dovrebbe essere il rispetto verso di noi creature della natura.
E ricordare ai maschietti che senza la donna nemmeno loro esisterebbero, ricordare una frase di una canzone di mia martini, gli uomini sono figli delle donne ma non sono come noi, però devono darci il rispetto che meritiamo.
Fatti non foste per vivere come bruti, ma per seguire virtute e conoscenza

Offline Michele Serri

Re: 8 marzo 2009
« Risposta #17 il: Mercoledì 11 Marzo 2009, 23:05:57 »
Penso siano quasi tutte le ricorrenze che vengono osservate e festeggiate quasi con lo spirito di una moda, perchè "così fan tutti" e che, proprio perchè feste comandate,raramente siano sentite con naturalità..in effetti i "buoni comportamenti", per essere credibili, dovrebbero essere continui e costanti..ma credo che per uscire da queste "strade obbligate" non possa che esserci una risposta soggettiva, cioè che ognuno, se non ci crede, facesse esattamente come si non ci fossero, ma la cosa ovviamente, cioè andare controcorrente, non è facile...e mi pare che la tendenza sia quasi sempre, anche se magari di malavoglia, quella di conformarsi e contribuire così all'eternarsi delle varie ritualità, anche quando diventano magari anacronistiche e stupide..ma non è in fondo su questo tipo di comportamenti che si fonda l'ipocrisia, che si amplia sempre più quella frattura fra pensiero soggettivo e comportamento sociale?..Ma stando al tema specifico della "festa delle donne" questa certezza della loro discriminazione è poi proprio così certa? MI pare che come fatto si dia un pò troppo come scontato, quasi un dogma, un pensiero che a forza di essere ripetuto si è fatto dogma, e contro cui sembra sia diventato quasi impossibile obiettare qualcosa, "è così e basta"..ma forse come questione andrebbe anche un pò analizzata e dimostrata o no?..Sul piano legale di certo mi risulta che discriminazioni non ne esistono e più facilmente, se ne esistono, sono in senso contrario...o questa discriminazione è proprio così reale ed indubitabile?


Offline Zima

Re: 8 marzo 2009
« Risposta #18 il: Giovedì 12 Marzo 2009, 09:16:06 »
onestamente, questa discriminazione è lampante, anche se non sul piano legislativo. ma è assolutamente visibile ogni giorno su tutti i posti di lavoro.
come mai, ad esempio, tra le alte cariche sia dello stato, sia delle grandi e piccole aziende, figurano così poche donne? (eppure ci sono nel mondo più donne che uomini). come mai lo stipendio di una donna è spesso più basso di quello di un uomo a parità di mansioni svolte? come mai la prima domanda che ti rivolgono ad un colloquio di lavoro è se hai intenzione di avere figli?
thò, che strano...

e ti sei mai chiesto perchè le donne per fare carriera debbano rinunciare, il più delle volte, ad avere una famiglia?
bhe, più dimostrato di così...
"proverò a spaccare
meridiane di silenzio,
come ghiaccio
sui mattoni della piazza
e sotto i nostri piedi"
r.d.

Offline Anfra

Re: 8 marzo 2009
« Risposta #19 il: Giovedì 12 Marzo 2009, 11:28:52 »
Per la prima parte del tuo post, caro Michele sono d'accordo dici bene infattoi che è diventato una moda, che è spesso difficile andare contro corrente ma se nessuno si muove nulla cambia, per la seconda parte invece sono d'accordo con Zima, gurada nelle università ogni anno si laureano più donne che uomini con alti voti, peròà caso strano la donna finisce per fare la casalinga o lavori poco retribuiti e l'uomo pur non avendo un titolo con un voto alto ricopre cariche spesso importanti, voi uomini vi scordate la maggior parte delle volte che dalla nascita fino alla morte dovete dirci grazie, perchè purtroppo vi mettiamo noi al mondo, vi accudiamo,  vi educhiamo alla vita ,vi sosteniamo quando ne avete bisogno e passate la stragande maggioranza delle volte dalla madre, alla moglie, alla figlia per fare insomma della vostra vita un appoggio sulla donna, ma la donna non è solo la vostra spalla... vogliamo anche noi essere giudicate come persone capaci e spesso si riscontra anche più capaci più adatte al rischio di voi uomini, allora la domanda è perchè la nostra societa ci tiene buone buone per fare solo le madri di famiglia?
Fatti non foste per vivere come bruti, ma per seguire virtute e conoscenza

Alessio J

  • Visitatore
Re: 8 marzo 2009
« Risposta #20 il: Giovedì 12 Marzo 2009, 18:45:05 »
thò, che strano...

e ti sei mai chiesto perchè le donne per fare carriera debbano rinunciare, il più delle volte, ad avere una famiglia?
bhe, più dimostrato di così...


Beh, ti sei risposta da sola. Perchè quando le donne scelgono di fare figli sanno in partenza di rinunciare a dedicare uno o due anni ( come minimo...per ogni figlio) all'azienda, la quale risulterà penalizzata dalla mancanza di quella figura nell'organigramma. E oggigiorno, cosi come ieri ma molto più accentuato, questo penalizza il profitto dell'azienda stessa, venendo meno lo "storico" e le capacità che la donna si porta a casa.

Tutto questo è corretto? No, sicuramente, perchè le aziende dovrebbero attrezzarsi, perchè i contratti tutelano i/ le lavoratori/trici, perchè...bla...bla..bla...
Fatto sta che effettivamente tutto questo è difficoltoso per chi deve organizzare il lavoro e fare in modo che i conti tornino ogni mese...Insomma, diciamocelo chiaramente. Se per esempio tu avessi un'azienda medio piccola con il 50 per cento del personale femminile, in età fertile, e molte di queste decidessero di rimanere incinte, non ti troveresti in seria difficoltà a ricoprire nel migliore dei modi quelle mansioni d'esperienza e di responsabilità nel momento in cui queste si assentano per la maternità?
Ripeto, non è corretto strumentalizzare la natura femminile. Né in un senso né nell'altro

E ora lo so...inizia il massacro  ;D

Quindi non è discriminazione ma fatto oggettivo. La donna è nata con il potere di procreare che dovrà esercitare sapendo in anticipo che forse rinuncerà (speriamo di no) alla carriera.

(pauraaaaaaa... :D)

Offline Zima

Re: 8 marzo 2009
« Risposta #21 il: Giovedì 12 Marzo 2009, 19:27:10 »
hai fatto la scoperta dell'acqua calda! ahahahahahahah
è ovvio che è così come dici, ma una donna allora deve realizzarsi solo come madre e moglie? oppure deve scegliere di rinunciarvi per perseguire un obiettivo lavorativo?

e sai perchè succede questo? perchè la società nella quale viviamo è machilista di fondo, pensa al maschile (sia le donne che gli uomini) e non crea un ambiente in cui le due cose possano coniugarsi agevolmente.

noi portiamo in grembo la vita, ma non solo. perchè per la maggior parte delle volte, a causa della nostra cultura, anche dopo aver dato alla luce una nuova creatura, tutto ricade sulle nostre spalle. non è l'uomo, nella maggior parte dei casi, ad occuparsi dei figli, non è l'uomo a svolgere la duplice mansione di portare a casa "il pane" e a fare in modo che la casa funzioni come una piccola società perfettamente organizzata, non è l'uomo a fare questi sacrifici... non ci pensa proprio! anzi, per lui è normale rientrare e trovare la cena pronta, le camicie stirate e la casa in ordine. magari se non è così si lamenta pure! e allora?...

questo solo per parlare della più piccola società che è la famiglia, ma anche fuori non è certo differente! quanti asili nido esistono? ce lo siamo mai chiesti? quante aziende mettono a disposizione spazi di qst tipo per favorire le donne?

insomma... io non so se cambierà mai qualcosa ma, poichè all'uomo fa tanto comodo così, siamo noi donne a dover portare avanti qst lotta per una parità che non sia solo apparente ma effettiva!
"proverò a spaccare
meridiane di silenzio,
come ghiaccio
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e sotto i nostri piedi"
r.d.

Alessio J

  • Visitatore
Re: 8 marzo 2009
« Risposta #22 il: Giovedì 12 Marzo 2009, 19:41:39 »
hai fatto la scoperta dell'acqua calda! ahahahahahahah
è ovvio che è così come dici, ma una donna allora deve realizzarsi solo come madre e moglie? oppure deve scegliere di rinunciarvi per perseguire un obiettivo lavorativo?

e sai perchè succede questo? perchè la società nella quale viviamo è machilista di fondo, pensa al maschile (sia le donne che gli uomini) e non crea un ambiente in cui le due cose possano coniugarsi agevolmente.

noi portiamo in grembo la vita, ma non solo. perchè per la maggior parte delle volte, a causa della nostra cultura, anche dopo aver dato alla luce una nuova creatura, tutto ricade sulle nostre spalle. non è l'uomo, nella maggior parte dei casi, ad occuparsi dei figli, non è l'uomo a svolgere la duplice mansione di portare a casa "il pane" e a fare in modo che la casa funzioni come una piccola società perfettamente organizzata, non è l'uomo a fare questi sacrifici... non ci pensa proprio! anzi, per lui è normale rientrare e trovare la cena pronta, le camicie stirate e la casa in ordine. magari se non è così si lamenta pure! e allora?...

questo solo per parlare della più piccola società che è la famiglia, ma anche fuori non è certo differente! quanti asili nido esistono? ce lo siamo mai chiesti? quante aziende mettono a disposizione spazi di qst tipo per favorire le donne?

insomma... io non so se cambierà mai qualcosa ma, poichè all'uomo fa tanto comodo così, siamo noi donne a dover portare avanti qst lotta per una parità che non sia solo apparente ma effettiva!


Certo. La donna deve, dovrà scegliere tra le due cose. Cosi come ha scelto l'uomo quando ha deciso di rinunciare a pulire la casa, a stirare le camicie, a preparare la cena...
...ha scelto che sia la donna a fare questo. Lui, l'uomo...ha da fare cose più..impegnative  ;D

P.S. sono proprio curioso di conoscere il tuo punto di vista sull'affermazione che hai fatto ( siamo noi donne a dover portare avanti qst lotta per una parità che non sia solo apparente ma effettiva).
Come e cosa intendi/ intendete fare per...?   ???

straniera

  • Visitatore
Re: 8 marzo 2009
« Risposta #23 il: Giovedì 12 Marzo 2009, 19:46:52 »
la donna è nata con il potere di procreare. e già questo di per sè dà un sacco di risposte, comunque rimane pur sempre una questione di scelte.
che cosa rende davvero affermata una donna?
la carriera? tanto poi dice che le manca la realizzazione nella famiglia
la famiglia? tanto poi si lamenta dicendo che non si realizza nel sociale.
ora il punto focale credo sia uno e cioè decidere una volta per tutte cosa si vuole.
non si può cambiare la società ed è certo che un'azienda che dovesse sopperire a mancanze per maternità andrebbe incontro a notevoli disagi, ma questo dipende da come è strutturato il mondo del lavoro, un'altro tipo di discorso.
tornando alla donna...io sono donna, la mia realizzazione? qualcosa che segni il mio proseguo, la mia traccia in questa vita. può darmelo qualcosa di materiale ed effimero come la carriera? non credo, quel genere di materiale poi passa, si dimentica, e viene sostituito.
quindi credo che la realizzazione primaria stia proprio nel procreare ed essere il perno e il nucleo di una famiglia.
ora, per quale motivo si vuole a tutti i costi avere una carriera o una socialità al pari degli uomini?
perchè non lasciare all'uomo il suo ruolo? solo per dimostrargli che si è migliori di lui?
beh, recentemente ho visto qualcosa che mi ha rabbrividito e commosso al tempo stesso...una donna dà tutto e per tutto per la sua carriera e per dimostrare che ha pieno diritto di ricoprire ruoli "maschili", indaffarata in tutto ciò trascura la sua famiglia.
a quel punto il padre diventa il punto di riferimento del figlio, effettivamente lui lo cresce, lui lo va a prendere a scuola, lui segue i suoi allenamenti di calcio, lui la sera studia e poi gioca con lui.
eppure quando quest'uomo e questa donna si separano il figlio viene affidato a lei.....e questo lascia me a pensare...

quindi sarà forse il caso di riflettere seriamente su cosa significa sentirsi affermati e realizzati?

buona serata a tutti  ;)

Offline AnnamariaMilazzo lightdark

Re: 8 marzo 2009
« Risposta #24 il: Giovedì 12 Marzo 2009, 19:52:43 »
Riprendo il discorso di AJ

...ma infatti proprio per questo oggi si fanno meno figli!

1) perché si finisce di studiare intorno ai 30 anni...
2) e quindi ci si sposa tardi...
3) a riprodurre ci si pensa poco perché ci sono pesanti mutui da pagare per comprare casa e i figli costano
4) considerando anche che gli asili nido sono molto esosi e posteggiare un figlio in uno di questi in tenera età non è una delle cose migliori
5) insomma, se tutto va bene, si avrà il primo e forse l'ultimo figlio intorno ai 35 anni
6) il che vuol dire che gli stessi figli si ritroveranno madri vecchie e poco pimpanti!

Oggi è tutto posticipato e dilatato nel tempo e le nonne non sono più quelle di una volta in quanto impegnate anch'esse nel lavoro! ... quindi non hanno né tempo né voglia di fare le balie!
Ecco, fortunata è la donna che può affidare i figli a quei nonni vecchio stampo e dedicarsi al lavoro e, dove ve n'è la possibilità fare carriera.

Io ho cominciato a fare figli a 22 anni e ho finito a 32, con delle scadenze quasi da contratto...ahahah...e credetemi, da sola, non sono riuscita che a fare la mamma a tempo pieno, dividendo le mie ore fra tutti gli impegni e i tre figli con età diverse...è stata tutta una corsa...senza escludere che quando si ammalavano in tre la casa sembrava un ospedaletto ed io riuscivo a passare intere settimane a misurare la temperatura e dare medicine...che casinooo...aiuto!...e se mi attaccavano qualcosa me lo tenevo con affetto ma dovevo correre ugualmente!
Ho seguito fino a qualche anno fa corporalmente il più piccolo, seguendolo anche nelle partite a calcio e in tutto quello che serviva...
ora la vita è più riposante fisicamente ma con la testa, le mamme sono sempre occupate, per altre questioni...adesso bisogna aiutarli a trovare lavoro...insomma, quando si sceglie di essere madre...o padre...non si finisce maiii...

Figuratevi quindi cosa può essere tutto ciò per una donna che vuole fare carriera!
Si può, certo, ma devi essere affiancata da altre persone, altrimenti non ce la fai!

ciaooo...
« Ultima modifica: Giovedì 12 Marzo 2009, 19:59:40 da Annamaria Milazzo »

Offline Zima

Re: 8 marzo 2009
« Risposta #25 il: Giovedì 12 Marzo 2009, 19:53:24 »
vedi? ha scelto l'uomo!
j, se mi vuoi fare inkazzare ci stai riuscendo alla grande!!!!... e so che lo vuoi fare!  ;D

sai, a casa mia tutto questo funziona già. mio padre è sempre stato attivo nello svolgere anche i ruoli che l'uomo di neanderthal ha deciso per la donna... lui sa stirare, cucinare e lavare e lo fa... ma non è un casalingo!
così il mio uomo lo farà.

le cose si cambiano dalla radice, forse ci vorranno millenni... ma si parte dall'educazione dei figli, senza discriminanti tra maschi e femmine, ad esempio. così i miei figli, sperando di avere almeno un figlio maschio (un uomo rispettoso in più sulla faccia della terra), sapranno da subito cosa intendo! ahahahahahaahahah

ritornando seri... credo che tutto parta dalla consapevolezza. solo quando la donna si libererà dal pensiero collettivo che, per il sesso con cui è nata, ella è designata a tali compiti, potrà insegnarlo al mondo intero.

ma dov'è Mire? ho bisogno del suo aiuto!!!!!!!  :D

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r.d.

Offline AnnamariaMilazzo lightdark

Re: 8 marzo 2009
« Risposta #26 il: Giovedì 12 Marzo 2009, 20:03:52 »
io sono passata mentre postavate...e zimetta...pure tu hai ragione!

cmq ci vuole molta collaborazione tra i coniugi...infatti mia madre è stata fortunatissima ad avere un uomo che a suo tempo faceva le parti della seconda donna...insomma, di tutto di più...stirava pure le camicieee...
ed io da piccola sognavo di sposarlo!

bacio!

Offline Zima

Re: 8 marzo 2009
« Risposta #27 il: Giovedì 12 Marzo 2009, 20:04:49 »
nella mia precedente c'è anche un po' di risposta per ciò che dice Barbara...

io credo che volere una bella famiglia e un buon lavoro non siano cose inconiugabili. certo, se devo cucinare, stirare, pulire, fare la spesa, oltre che lavorare e OVVIAMENTE stare con i miei figli, non ce la posso fare. ma se per i lavori domestici c'è chi fa a metà con me, posso dedicarmi a tutto il resto senza problemi.. se poi le istituzioni mi dessero una mano, non per farmi un favore ma per migliorare l'intera società e renderla veramente civile, allora sarebbe ancora meglio.
d'altra parte la donna sa fare contemporaneamente più cose e tutte bene!  ;D

l'uomo e la donna sono diversi e complementari, ma non per questo la società deve impedire o rendere difficoltosa la realizzazione delle donne in ambito lavorativo.
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r.d.

arostàzazzà

  • Visitatore
Re: 8 marzo 2009
« Risposta #28 il: Giovedì 12 Marzo 2009, 20:58:19 »
C'è una sola cosa che la donna sa fare molto meglio dell'uomo, che fa da sempre e continuerà a fare in barba alle mode ed alle rivendicazioni sociali.



Offline Michele Serri

Re: 8 marzo 2009
« Risposta #29 il: Giovedì 12 Marzo 2009, 20:58:43 »
Mi apprestavo a scrivere e il post di Alessio mi ha tolto un pò le parole di bocca, pardon di tasto...credo a mia volta che l'economia abbia le sue regole, certamente ciniche, e come unica logica quella del profitto e che non si tratti quindi di una discriminazione diretta verso la donna, ma di una discriminazione più ampia e generale, verso chi, a torto o ragione, si considera meno ottimale per il profitto..ma in alternativa cosa potrebbe esistere, l'imposizione per legge all'economia di una sorta di par condicio a tutto campo?...sicuramente i contratti collettivi di lavoro non consentono diversità di compensi fra uomo e donna..è sui livelli successivi, di libera contrattazione, che probabilmente questo avviene, ma lo credo appunto frutto della logica di profitto e non di discriminazione..e certamente ci sono anche situazioni opposte, come immagino che una modella d'alta moda sia più compensata di un modello...