Autore Topic: Zima interpreta Montale  (Letto 1657 volte)

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arostàzazzà

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Zima interpreta Montale
« il: Sabato 7 Marzo 2009, 10:15:59 »
Su una lettera non scritta
 
Per un formicolìo d'albe, per pochi
fili su cui s'impigli
il fiocco della vita e s'incollano
in ore e in anni, oggi i delfini a coppie
capriolano coi figli? Oh ch'io non oda
nulla di te, ch'io fugga dal bagliore                       
dei tuoi cigli. Ben altro è sulla terra.
Sparir non so né riaffacciarmi; tarda
la fucina vermiglia
della notte, la sera si fa lunga,
la preghiera è supplizio e non ancora
tra le rocce che sorgono t'è giunta
la bottiglia dal mare. L'onda, vuota,
si rompe sulla punta, a Finisterre.
 
E. Montale
Una lettera non scritta
 
Sarà forse nell'udire la pioggia
scandire insoddisfatta
il tempo sulle chiome dei limoni,
sulla siepe, scesa al tintinnare
che t'incupisci, matta? Allora, volta
ad osservare il mare sarà luce
che ti lega di rosso all'orizzonte.
 
Saprai di me e dei passi che non faccio
dell'orme che non lascio
sulla spiaggia dei tuoi occhi, sto fermo
ti guardo assorto all'imbrunire eterno
nel blu disciolto. Le lettere, piano
cambiano forma, toccando le ciglia
ma tu non le conosci e ti ritrai.
 
Zima


arostàzazzà

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Re: Zima interpreta Montale
« Risposta #1 il: Sabato 7 Marzo 2009, 10:17:10 »
Permettetemi di segnalare un lavoro che vale davvero la pena essere letto e che sottolinea come a volte si possa fare della poesia di buon livello anche in siti amatoriali come questo.
_______________________

Puoi anche chiedere scusa Zima (come hai fatto nelle note in calce alla tua poesia), ma il grande Montale non credo avrebbe tanto da ridire su questo testo che trovo davvero molto interessante.
Intanto sei riuscita (quasi) a mantenere la metrica  ed il numero di versi originali (cosa non semplice) senza ricorso ossessivo all’enjambement, ne hai mantenuto lo spirito e perfino la frase interrogativa!

Per quanto riguarda il contenuto trovo tu sia riuscita (anche se non proprio fino in fondo) in una impresa non da poco: applicare la difficile tecnica della decontestualizzazione.

Come si noterà nell’originale di Montale la figura di  un’altra persona compare in maniera quasi sommessa solo in un paio di versi :

“…Oh ch'io non oda
nulla di te, ch'io fugga dal bagliore
dei tuoi cigli…”

” …tra le rocce che sorgono t'è giunta
la bottiglia dal mare…”

sembrerebbe volerla lasciare in secondo piano, quasi come fosse meno importante (anche se ci accorgiamo immediatamente fin dal titolo che non è così) rispetto a tutto il resto, rispetto a tutto ciò che sta osservando.
Qui sta la grandezza dell’originale, il riuscire a fare afferrare al lettore tramite le immagini evocate dal testo (la bottiglia che giunge dal mare, l’onda che s’infrange) quel profondo senso di solitudine dato dalla mancanza dell’altra persona, senza che questa entri ossessivamente in scena.
Anche in questo trovo l’assonanza del testo di Zima con quello originale pur se, nella seconda parte, si è lasciata prendere un po’ di più la mano, infatti troviamo riferimenti più numerosi.

Ancora, ho trovato, come ho detto prima, una profonda aderenza allo spirito del testo originale. Pregno di una fragilità e di una profonda capacità evocativa non si abbandona alla facile trappola della mielosità né  alla banalità.

Qualcosa che a mio avviso avrei evitato o esposto in maniera diversa?

Quel “rosso all’orizzonte” e la  “spiaggia dei tuoi occhi” belli, ma scontati

“passi che non faccio” avrei modificato il verbo lasciando inalterato il senso, ma mi rendo conto che bisognava mantenere la metrica.

Insomma davvero un buon lavoro.

Non  mi dilungo oltre, anche se potrei scrivere molto altro, ma lascio che siate voi a carpire l’intensità del testo e le molteplici sfumature che sarebbe lungo evidenziare (ma se volete posso anche farlo).
« Ultima modifica: Sabato 7 Marzo 2009, 10:21:21 da Zazzà »

Offline Chiara Catanese

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Re: Zima interpreta Montale
« Risposta #2 il: Sabato 7 Marzo 2009, 12:36:17 »
Zima è certamente una delle migliori autrici del sito. Possiede una non indifferente e rara capacità di fondere immagini ed emozioni, una grande ricchezza interiore e capacità di attingere ad essa coniugandola con il mondo esterno in una sintesi personale ed originale, non scontata  (mi viene in mente una delle ultime "Schizzi di terra")    Dato che sei nuovo dei nostri, Zazzà, se già non l'hai fatto da te mi permetto di fare notare come tanti altri componimenti di Zima non si discostano dall'eleganza e dalla maestria di questo. Che è veramente una prova notevole.
Hai fatto bene a riportare i due testi, l'originale e la sua rivisitazione...la poesia di Zima è già bellissima di per sè, e come dicevo non è una novità, non mi stupisco. Nel confrontarle, davvero si resta oserei dire senza parole appunto per l'analogia -che già ricalcavi- fra i due testi. Una analogia che, come è chiaro, l'autrice non raggiunge facendo una mera riproposizione (altrimenti sarebbe ripetizione), ma mantenendo...come dire...una somiglianza di fondo, che già si nota visivamente, a colpo d'occhio -e riuscirci non è cosa semplice (mi piacerebbe sapere se è stata una cosa ricercata lavorando i versi o un parto spontaneo) - e poi si riassapora nel sentimento evocato, che Zima ha saputo creare con immagini proprie. Di cose da dire se ne potrebbero trovare ancora...Neanch'io trovo che Montale avrebbe avuto tanto da ridire di fronte ad un testo simile
Da un'autrice così si impara. Almeno per quanto mi riguarda.   
« Ultima modifica: Sabato 7 Marzo 2009, 12:38:13 da Chiara Catanese »

E il pino
ha un suono, e il mirto
altro suono, e il ginepro
altro ancóra, stromenti
diversi
sotto innumerevoli dita.


...La fantasia da sola è sufficiente,
se l'ape è assente...

arostàzazzà

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Re: Zima interpreta Montale
« Risposta #3 il: Sabato 7 Marzo 2009, 12:57:40 »
Grazie chiara di avermi segnalato i testi di questa autrice. Ho avuto modo di leggere parecchie sue cose ed ho notato che ci sono dei testi in cui adotta una tecnica ed una vis poetica che trovo in assonanza col mio modo di intendere la poesia, altri nei quali si denota... come dire... un calo del ritmo, ma è normale che sia così.
Insomma per il poco tempo che ho avuto, per leggere questo sito, Zima è sicuramente uno di quegli autori che leggo con piacere e attenzione.


Offline Stefano Toschi

Re: Zima interpreta Montale
« Risposta #4 il: Sabato 7 Marzo 2009, 14:42:03 »
Trovo questa poesia di Zima bella ed interessante.
Provo a darne una mia lettura.
Per prima cosa è necessario esaminare, seppure brevemente, la poesia di Montale per coglierene le consonanze, che certamente hanno spinto la nostra autrice a prenderla per ispirazione, e le differenze che rendono originale la versione della nostra.

La poesia di Montale è, come molte delle sue, una riflessione esistenziale, nella quale balena una via d’uscita, ma che al poeta è preclusa.
Inizia con una scena naturale: “i delfini a coppie capriòlano coi figli”; è un’immagine di gioia, di spontaneità, che sembra dare senso alla vita, l’incollanarsi, come preziose perle, dei giorni e degli anni.
Ma questa spontaneità pare preclusa al poeta: troppa è la consapevolezza che l’uomo ha raggiunto della problematicità dell’esistenza, della sofferenza che la domina, dell’inautenticità che la pervade, della responsabilità che non trova soluzioni.
Quella possibilità di salvezza, racchiusa nell’ingenua naturalità evocata dalla interrogativa iniziale, trova la sua simbolizzazione nella donna. E’ una possibilità che lo attrae, ma che non si concretizzerà. Dal naufragio esistenziale nessuna lettera racchiusa in una bottiglia, nessuna richiesta di salvezza giungerà a riva.
La poesia è tutta introspettiva, tutta centrata sull’io riflettente nel quale si specchia la condizione umana.

Ma veniamo alla poesia di Zima.
L’interrogativa iniziale fa anche qui riferimento ad una scena naturale: la pioggia che cade sulla vegetazione, ma anziché un’immagine di gioia è un’immagine velata di tristezza (un pianto), sulla quale è proiettata un’impressione di insoddisfazione, di mancanza di senso che parrebbe tutta umana, e la tristezza della pioggia si rispecchia, a sua volta, nell’incupirsi della donna.
Va notato che l’io narrante è sempre maschile (vedi nella seconda strofa: “sto fermo”), ma la protagonista della poesia è la donna (matta).
Nella parte finale della prima strofa ella si volge al mare, all’orizzonte che si infiamma al tramonto, ed in essi vedrà riflesso il dubbio, l’indugio, l’empasse esistenziale del io narrante, che alla fine sembra risolversi e venirle incontro, ma è la donna che non riconosce questo venire incontro e si ritrae, come in un’estrema resa all’incomunicabilità.

Come richiesto dal tema: “Come la scrivo io”, Zima si è messa nei panni di Montale, ma la prospettiva è cambiata. L’io narrante non svolge un’introspezione su sé stesso, ma sulla figura femminile, che in questo caso è l’autrice stessa, svolgendo così un doppio ruolo: quello della via di fuga, che in Montale era rivestito dalla donna, e quello di doppio della protagonista che riflette sulla propria esistenza oggettivandosi.
Il sentire comune è quello dell’inattingibilità del senso della vita e dell’impossibilità della salvezza, per quanto la sua possibilità possa balenare come apertura all’altro.
"Ogni certezza è nel sogno" (E. Poe)

Offline Stefano Toschi

Re: Zima interpreta Montale
« Risposta #5 il: Sabato 7 Marzo 2009, 15:07:13 »
Nel confrontarle, davvero si resta oserei dire senza parole appunto per l'analogia -che già ricalcavi- fra i due testi. Una analogia che, come è chiaro, l'autrice non raggiunge facendo una mera riproposizione (altrimenti sarebbe ripetizione), ma mantenendo...come dire...una somiglianza di fondo, che già si nota visivamente, a colpo d'occhio -e riuscirci non è cosa semplice (mi piacerebbe sapere se è stata una cosa ricercata lavorando i versi o un parto spontaneo) - e poi si riassapora nel sentimento evocato, che Zima ha saputo creare con immagini proprie.  

La poesia di Zima, specularmente a quella di Montale, è attentamente costruita sia dal punto di vista metrico, che da quello della ripartizione dei periodi nelle strofe, che da quello delle tematiche svolte in essi.
Dal punto di vista metrico: due strofe di sette versi, tutti endecasillabi tranne il secondo di ciascuna strofa che è settenario (giusto per curiosità vale la pena notare che quattordici è il numero di versi del sonetto).
Dal punto di vista della periodizzazione: ogni strofa è divisa in due periodi; nella prima l’interrogativa iniziale occupa in entrambe le poesie quattro versi e mezzo. Nella seconda abbiamo una lieve differenza con l’originale perché il periodo finale occupa un verso in più (due e mezzo anziché uno e mezzo).
Dal punto di vista dei temi svolti nei quattro periodi troviamo analogia seppure con la diversità di prospettiva che ho già segnalato.
Anche dal punto di vista tecnico è bravina la nostra Zima!  :D
"Ogni certezza è nel sogno" (E. Poe)

Offline Zima

Re: Zima interpreta Montale
« Risposta #6 il: Sabato 7 Marzo 2009, 16:27:06 »
che splendido regalo ho trovato oggi, entrando nel sito!  :)

prima di tutto vorrei ringraziare questo nuovo amico per aver dedicato tempo al mio componimento ed averlo analizzato con attenzione, e poi Chiara (mi emozioni!! ;)) e Stefano che, come sempre, ha la strana capacità di srotolare i miei pensieri, di mapparli fino a condurmi sul mio stesso percorso! :)

Montale è uno dei miei poeti preferiti, lo venero, quasi, per la capacità che ha di stupirmi ogni volta che leggo i suoi versi, per la musicalità, le assonanze e consonanze rintracciabili nei suoi scritti, per l'utilizzo che fa del correlativo oggettivo... è per questo che, quando ho deciso di prendere in considerazione quest'opera nel tentativo di riscriverla, ho chiesto scusa... scusa perchè qualunque verso sarebbe stato troppo poco!
non è, questa, la mia preferita in assoluto, ma l'ho ritenuta una delle più "abbordabili", 14 versi, endecasillabi e settenari, in tema d'amore... anche il sentimento, la malinconia e la consapevolezza di cui è pregna, si avvicinano molto al mio sentire.

lavorando a questo scritto ho voluto davvero immedesimarmi nell'autore, non dimenticando però il mio essere "donna" e così, come ha fatto notare stefano, mi sono oggettivata all'interno delle strofe.
ho voluto mantenere l'impalcatura metrica, la sensazione (vicina comunque alla mia), la struttura del periodo all'interno delle strofe, anche se non sono riuscita fino in fondo a mantenerla nei versi finali...

ho peccato, lo so, con quel "rosso all'orizzonte" e quella "spiaggia dei tuoi occhi", sono un po' banali.. ma è quello a cui ho pensato. così come, chiedo a zazzà che di metrica se ne intende, se può, qui o in privato, farmi vedere dove ho sbagliato a contare le sillabe... poichè ci ho lavorato un pochino, cercando di renderli tutti endecasillabi canonici, mi piacerebbe perfezionarla lì dove mi è sfuggito qualche errore.

e per il resto... cos'altro dire!? è stata una bella prova, poichè scrivo d'istinto e modifico poco (spesso niente) i miei versi. dedicarci quasi tutto il pomeriggio è stato complicato per me. ma l'autore al quale mi ispiravo lo richiedeva!  ;D


« Ultima modifica: Sabato 7 Marzo 2009, 16:31:25 da Zima »
"proverò a spaccare
meridiane di silenzio,
come ghiaccio
sui mattoni della piazza
e sotto i nostri piedi"
r.d.

Offline Chiara Catanese

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Re: Zima interpreta Montale
« Risposta #7 il: Sabato 7 Marzo 2009, 18:01:18 »
Sei tu che ci regali certe perle, Zima. Tra l'altro permettetemi di dire (e non lo dico per farti emozionare, ma perchè è la verità! :D) che Zima è un'autrice esemplare non solo per il suo poetare ma anche per il suo modo di intendere il sito, di rapportarsi agli altri autori, è una che crede nell'importanza dello scambio e del confronto. Ho avuto il modo (e la fortuna) di confrontarmi con lei ed è una persona di sorprendente umiltà -non una che si sente arrivata, per capirci, seppur non sarebbe campato in aria se lo facesse- che si mette in gioco, prodiga dei consigli che si sente di dare, sincera, che in questo spazio persegue la crescita poetica sua e aiuta quella di chi si confronta con lei. Una persona squisita insomma con cui è un piacere scambiare pareri.
Mi scuso se dico queste parole perchè per quanto la conosco è una persona schiva e riservata...ma mi piace -e trovo giusto- dare a Cesare quel che è di Cesare ;)
« Ultima modifica: Sabato 7 Marzo 2009, 18:17:14 da Chiara Catanese »

E il pino
ha un suono, e il mirto
altro suono, e il ginepro
altro ancóra, stromenti
diversi
sotto innumerevoli dita.


...La fantasia da sola è sufficiente,
se l'ape è assente...

Offline Amara

Re: Zima interpreta Montale
« Risposta #8 il: Martedì 10 Marzo 2009, 01:23:19 »
..la mia capacità critica.. è praticamente nulla...
mancandomi la cultura per per svilupparla...
ma Zima...
beh... è Zimilla!! :)
Il dubbio è uno dei nomi dell'intelligenza
(J. L. Borges)