COMMENTO
Briciole, frammenti di vita lasciati sul nostro cammino, tracce del nostro passaggio nel mondo...
Ma nel voltarsi indietro quanto evanescenti appaiono i giorni!
Il senso del tempo che sfugge, della inconsistenza del vivere, del lasciare dietro di sé illusioni, come variopinte farfalle incapaci di volare, ormai cristallizzate nell’immobilità della morte, anziché briciole di solido, consistente, utile “pane”.
La sensazione del male incombente, che l’esperienza ci ha insegnato essere amaramente consostanziale all’esistenza, la paura, l’impulso a procedere “senza far rumore”, quasi in trasparenza, nella vana speranza di non “svegliarlo”.
E l’impossibilità di esistere se non sognando, ma con la consapevolezza chiara che si tratta, appunto, di un sogno durante il quale “si continua, lentamente, a morire”, senza avere veramente vissuto.
Il “male di vivere” che tanta parte ha avuto nella poesia del novecento, l’incapacità, o meglio, l’impossibilità di essere in maniera autentica ed il rifugiarsi nel sogno, nell’immaginazione, nella poesia, come unica via d’uscita, il senso dell’inadeguatezza di questa soluzione rispetto all’aspirazione umana ad una pienezza di vita: questo mi pare essere il tema di “Briciole”, un tema ricorrente nella nostra autrice.
Un tema reinterpretato e rivissuto personalmente, con grande autenticità, e svolto con una delicatezza ed una ricchezza di immagini eccezionale, in versi percorsi da una vena di dolce malinconia e di sottile rimpianto, oltre che da una musicalità sicura e misurata.
Dal punto di vista metrico i versi sono quasi tutti settenari (data la compattezza metrica della composizione, alcune dialefe sono da considerarsi obbligatorie), intervallati da qualche endecasillabo, fanno eccezione il verso: “Finti, come cieli dipinti.” composto da un bisillabo e da un settenario, in rima baciata, e i primi due nelle parentesi: il primo dei quali è un ottonario, subito compensato dal seguente senario a ristabilire la misura complessiva.
La precisione metrica è tale che dubito possa essere spontanea e non cercata, sebbene l’autrice usi normalmente per le sue poesie il verso libero.
Ciascuna delle immagini utilizzate, poi, meriterebbe un’analisi specifica, così come la scelta delle parole, i loro accostamenti, l’accuratezza nella costruzione dei versi e delle strofe, ma è un piacere che lascio a chi eventualmente vorrà farlo.