Autore Topic: La Chiesa perdona i lefebvriani  (Letto 815 volte)

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Offline Phersu

La Chiesa perdona i lefebvriani
« il: Domenica 25 Gennaio 2009, 18:14:24 »
Clamorosa la decisione del Papa di perdonare i vescovi dello scisma lefebvriano, riportarli così all'interno della chiesa.
L'evento clamoroso è che uno dei vescovi ordinati dall'arcivescovo Lefebvre, tale Richard Williamson, britannico, è un noto negazionista dell'Olocausto.
Ora i casi sono due, o si tratta di una clamorosa svista, o perdonare un vescovo negazionista sull'olocausto a pochi giorni dalla celebrazione de "Il giorno della memoria" è un segnale politico importante.
Qualcuno ha il coraggio di cimentarsi nella risposta?  ;D

Offline Stefano Toschi

Re: La Chiesa perdona i lefebvriani
« Risposta #1 il: Lunedì 26 Gennaio 2009, 00:12:56 »
La controversa tra i lefevriani e la Chiesa Cattolica mi sembra vertesse essenzialmente su questioni liturgiche. Essi non intendevano abbandonare il rito della Messa Tridentina a favore di quello introdotto dal Concilio Vaticano II.
Dal momento che l’attuale Papa ha nuovamente dichiarato legittima la celebrazione col rito Tridentino il ritiro della scomunica era una logica conseguenza e infatti non si è fatta attendere.
Il giudizio storico che deve essere dato sull’Olocausto non è un articolo di fede della Chiesa Cattolica. Ogni fedele cattolico può pensarla come gli pare, assumendosene personalmente la responsabilità. Non vedo quindi che cosa c’entri la scomunica dei lefevriani con l’Olocausto.
Va da sé che le tesi negazioniste mi sembrano insostenibili di fronte ai documenti e alle testimonianze: si tratta di posizioni ideologiche.
Ed infatti sono sostenute soltanto da “storici” ideologicamente vicini al nazismo e/o all’antisemitismo.
Il Vescovo negazionista ha, probabilmente, posizioni di quel genere.
Ma questo non comporta una scomunica. Può al massimo comportare una condanna morale.
In definitiva escludo che il Papa sia negazionista o abbia voluto mandare un messaggio antiebraico.

Al di là della questione specifica, questa faccenda del negazionismo (del quale do un giudizio assolutamente negativo) mi spinge ad una riflessione più generale.
E’ sempre forte la tentazione di vietare le idee. Di esercitare una censura sulle coscienze “per legge”.
A nessuna idea, per quanto assurda, può essere negato il diritto di essere pensata e sostenuta.
Le idee si controbattono e si sostengono con adeguate argomentazioni e con il confronto dialettico.
L’intervento censorio e restrittivo può e deve intervenire solo di fronte all’azione (o alla sua preparazione effettiva).
"Ogni certezza è nel sogno" (E. Poe)

Offline Phersu

Re: La Chiesa perdona i lefebvriani
« Risposta #2 il: Lunedì 26 Gennaio 2009, 19:25:08 »
In effetti la scomunica non era riferita l negazionismo, ma nemmeno alle questioni liturgiche, la ribellione riguardava il primato del Papa stesso. Mi piace indagare sui retroscena di questo "perdono" ai lefebvriani, è un argomento politicamente interessante, ma non solo. L'ultra ortodossia dei lefebvriani, che non sono pochi in realtà, come qualcuno voleva farci credere, rischiava di intercettare gli "scismatici" della chiesa anglicana e con l'amicizia da parte degli ortodossi dell'est europa, creare una nuova chiesa all'interno del complesso universo del cristianesimo. Interessante in proposito la lettura di un libro del 1987, "Mille anni di fede in Russia", una interessante intervista all'ex patriarca di Mosca Pimen, dove si pone l'accento sulle differenze tra il cattolicesimo ed il mondo ortodosso. Da parte russa si sottolineava la buona amicizia tra le due chiese, ma la totale indipendenza di Mosca verso Roma. Posizione che è anche quella odierna.
Che vi sia una certa spinta centrifuga verso nuovi orizzonti all'interno del cattolicesimo è cosa risaputa, ma per avere un'idea di quanto questo sia preoccupante per la chiesa di Roma, consiglio la lettura di un altro vecchio libro, del 1989, "Contro Satana" scritto da Monsignor Emmanuel Milingo.
Grazie Stefano per aver partecipato, non avevo dubbi che avresti risposto. Un saluto.  :)

Offline Stefano Toschi

Re: La Chiesa perdona i lefebvriani
« Risposta #3 il: Lunedì 26 Gennaio 2009, 22:41:54 »
I motivi di dissenso tra Lefevre e la Chiesa Cattolica riguardavano le innovazioni istituite dal Vaticano II ed in modo particolare la liturgia, nel precipitare degli avvenimenti il Vescovo Lefevre si risolse a nominare tre nuovi Vescovi per le sue comunità, contro l’ordine del Papa, incappando nella scomunica.
I retroscena politico-religiosi di decisioni come il ripristino della Messa Tridentina e la riammissione nella comunione ecclesiale dei lefevriani sono secondo me da indagare soprattutto nella direzione dell’atteggiamento che si intende tenere da parte di Benedetto XVI nei confronti del Concilio Vaticano II, dell’attuazione delle linee e delle istanze che da esso sono emerse.
Cioè se si creda ancora che la Chiesa debba recuperare uno spirito autenticamente evangelico ed aprirsi al mondo contemporaneo, mettersi in gioco; o debba, invece, arroccarsi quale custode della tradizione e dei suoi valori (quelli della tradizione, non sempre corrispondenti a quelli evangelici) in un fortino al riparo dalle tempeste del mondo in attesa di tempi più propizi.
Da ciò dipende anche quali alleati scegliersi, naturalmente.
Un saluto anche a te.  :)
"Ogni certezza è nel sogno" (E. Poe)

filippo arge

  • Visitatore
Re: La Chiesa perdona i lefebvriani
« Risposta #4 il: Martedì 3 Febbraio 2009, 00:02:58 »
Sono d'accordo con l'analisi fatta da Stefano sul problema del perdono dei seguaci di Lefebvre e più in generale dei cosiddetti "tradizionalisti", ossia tutti coloro che si da sempre si sono levati contro le aperture del Concilio Vaticano II nei confronti del mondo moderno. Aggiungo che i Tradizionalisti, a proprio favore, sostengono che la Tradizione della Chiesa è immodificabile perchè istituita da Cristo stesso con l'elezione di S.Pietro. Penso tuttavia che l'atto di Benedetto XVI rischi di cancellare tutto il grosso lavoro di ricucitura dei rapporti tra le tre fedi (cristiana, musulmana, ebraica) compiuto da Giovanni Paolo II. Mi viene in mente una barzelletta:
Polonia 1939: un polacco è inginocchiato a terra, un tedesco nazista sta per giustiziarlo. Improvvisamente si squarcia il cielo.  Una voce (quella di Dio) ordina : "Tedesco! Non uccidere quell'uomo, perchè egli, un giorno, sarà papa!" "Ah! -dice il nazista - E io?" "Tu  dopo!".