Autore Topic: Sulle poesie a struttura ripetitiva  (Letto 3584 volte)

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Offline Webmaster

Sulle poesie a struttura ripetitiva
« il: Martedì 13 Gennaio 2009, 09:34:16 »
Almeno due o tre volte al giorno ci troviamo a respingere poesie a struttura ripetitiva. Con questa definizione intendiamo quelle poesie che ripetono ad ogni verso (o quasi) una stessa struttura, tipo "in questo... in questo... in questo... in questo..." all'inizio di ciascun verso.
E quasi sempre incontriamo incredulità nell'autore, che si meraviglia del fatto che non l'abbiamo pubblicata e che ci chiede spiegazioni. Vorrei qui spiegare perché così spesso rifiutiamo questo tipo di poesie e chiedere anche le vostre riflessioni e considerazioni.

Con l'attenzione ed il centro creativo posto sul creare una struttura ripetitiva, vi è meno attenzione e meno creatività impiegata nel resto della preparazione ed elaborazione della poesia. Anche nello stesso lettore, la struttura ripetitiva attira più attenzione del dovuto e spesso il resto, le sensazioni e le emozioni espresse nel resto dei singoli versi, perdono rilevanza.

In pratica, buona parte del verso è impiegato per la struttura ripetitiva e sono metà del verso è impiegato per trasmettere emozioni, per di più l'emozione espressa da ogni verso è separata dall'emozione del verso successivo, dalla struttura ripetitiva nella prima parte del verso.

Mentre in una poesia normale il poeta può trasmetterci un'emozione utilizzando uno, due, tre o più versi, in una poesia a struttura ripetitiva può utilizzare solo mezzo o due terzi di un singolo verso. E' ovvio che trasmettere qualcosa con tre parole è molto più difficile che trasmetterlo con tre versi, ad esempio.

Per questo motivo, a meno che l'autore non riesca a trasmettere l'emozione proprio attraverso la struttura ripetitiva, ma allora deve essere studiata e preparata veramente "ad arte", è difficilissimo trasmettere emozioni e sensazioni con una poesia ripetitiva. Da qui il fatto che è difficilissimo che convalidiamo una poesia con struttura ripetitiva.

Capiamo che la struttura ripetitiva possa intrigare un autore, e che vi siano belle ed avvincenti poesie ripetitive del passato (molto, ma molto poche, se guardate attentamente la storia della poesia), ma ciò non toglie che le poesie ripetitive siano ancora più difficili delle poesie brevi.
« Ultima modifica: Martedì 13 Gennaio 2009, 09:43:00 da Luigi Webmaster »

fallin

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Re: Sulle poesie a struttura ripetitiva
« Risposta #1 il: Martedì 13 Gennaio 2009, 13:21:45 »
Concordo come un utile consiglio, un po' meno come giustificazione dell'impubblicabilità.




Offline Stellaerratica

Re: Sulle poesie a struttura ripetitiva
« Risposta #2 il: Mercoledì 14 Gennaio 2009, 10:36:55 »
Concordo come un utile consiglio, un po' meno come giustificazione dell'impubblicabilità.
Io invece concordo con Luigi, trovo che si possano trovare soluzioni alternative magari ripetendo uno stile e non soltanto le parole.
Per esempio una strofa che ha nel primo verso sempre un verbo-avverbio e poi si snoda su più versi secondo una logica determinata e coerente di strofa in strofa.
Solo per fare un esempio che tendo ad usare di tanto in tanto.
Il peggior crimine è conoscere la verità e non far nulla.
(Carlo Parlanti - www.carloparlanti.it)

12344321

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Re: Sulle poesie a struttura ripetitiva
« Risposta #3 il: Giovedì 22 Gennaio 2009, 08:33:15 »
Io penso che l'uso ossessivo dell'anafora, oggi così diffuso nella maggior parte delle poesie prodotte sia un cancro da eliminare... certamente, l'anafora non danneggia la poesia se usata moderatamente... la poesia è pur sempre fondata sulla ripetizione... insomma, in media stat virtus!


vajmax

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Re: Sulle poesie a struttura ripetitiva
« Risposta #4 il: Mercoledì 15 Aprile 2009, 11:08:55 »
Trovo sia un errore attribuire un valore universale alle emozioni, come se queste rappresentassero un principio intellettuale indiscutibile. L'emozione, come ogni altra realtà, è discutibile e, spesso, ignobile. Su questo sito ci sono innumerevoli "poesie" che fanno scompisciare per la loro banale e ottusa scelta del voler mostrare il lato meno intelligente della sensibilità creativa. In questo scenario voler porre l'attenzione sulla struttura poetica che consente, in varie proporzioni e misure, di comunicare stupidaggini e sdolcinature mi sembra un impuntarsi fuori luogo e senza alcun senso diverso da quello dell'affermazione personale di un gusto giudicante. Nelle culture orientali, per esempio, la ripetizione poetica è una regola fondamentale della quale ci si avvale proprio per comunicare valori, diversi e più stabili, di quelli rappresentati dalle emozioni evanescenti che commuovono individualità così spesso squilibrate.
« Ultima modifica: Mercoledì 15 Aprile 2009, 11:16:16 da Vajmax »

VenusVega

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Re: Sulle poesie a struttura ripetitiva
« Risposta #5 il: Giovedì 16 Aprile 2009, 13:11:27 »
Io non ci trovo nulla di male nella struttura ripetitiva.
Certamente l'opinione di Luigi è condivisibile, tuttavia la libera espressione di ogni autore dovrebbe essere tutelata.
La poesia, almeno per come la intendo io, non deve essere legata a nessun vincolo stutturale; è l'autore che deve scegliere quale sia la forma più adatta ad esprimere le proprie emozioni.


Offline Paolo Ursaia

Re: Sulle poesie a struttura ripetitiva
« Risposta #6 il: Giovedì 16 Aprile 2009, 14:48:16 »
 Al solito, è inutile prendere una posizione pregiudiziale...la Redazione farà come ha sempre fatto, giudicando di volta in volta lo scritto proposto. Con buonsenso e risultati che possono essere o meno condivisibili, ma vanno rispettati....come già rilevato, la verità è nel mezzo e nel buon senso.
Cunctando restituit

vajmax

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Re: Sulle poesie a struttura ripetitiva
« Risposta #7 il: Giovedì 16 Aprile 2009, 19:47:18 »
È quindi ovvio che, per Paolo, costituisce prova di buon senso credere che la verità stia nel mezzo. Bene, questo mio scritto che seguirà, proverà che chi afferma questo non si trova né nel buon senso e neppure nella verità:

Il detto degli antichi cinesi, in seguito mal compreso dai latini: “La Virtù sta nel mezzo” traslato spesso e opportunamente in "La Verità sta nel mezzo" —dal momento che la virtù indica il rispetto della verità— si appoggia a una simbologia spaziale per comunicare che la Verità sta nel mezzo dell'ipotetico cerchio della realtà. Questo significa che, preso un piano della spirale dell'esistenza, e intendendolo come se fosse un cerchio, trascurando per comodità la distanza infinitesimale che separa le spire nella vista tridimensionale, la Verità si trova sulla verticale che unisce questo cerchio a quello più elevato e successivo. Questa Verticale si trova nel mezzo perché è il punto di equilibrio del cerchio, essendo equidistante da tutti i punti che si trovano sulla sua circonferenza. Gli antichi saggi non intendevano affatto dire che non esiste il nero e non esiste il bianco, ma che tutto è grigio. Intendevano dire, invece, che ogni piano orizzontale della spirale dell'esistenza è collegato a tutti gli altri dall'asse verticale, che costituisce il riflesso dell'immobile riferimento attorno al quale si esprime la vita. Viene anche chiamato "Volontà del Cielo", o anche "Via di Mezzo". L'essere che esaurisce tutte le possibilità del piano orizzontale sul quale si trova a vivere, inevitabilmente si situa nel centro di questo piano che è l'unica via d'accesso al piano più elevato e successivo. Quando qualcuno non ama la fatica del pensare, taglia sempre corto dicendo che la verità sta nel mezzo e non valuta che, per esempio, la Verità unica non può essere la mediazione di due menzogne, e nemmeno ridurre una verità, con maggior grado di relatività, avvicinandola alla menzogna che le si contrappone.
continua...

vajmax

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Re: Sulle poesie a struttura ripetitiva
« Risposta #8 il: Giovedì 16 Aprile 2009, 19:48:22 »
... La Verità è nel mezzo della realtà, perché costituisce la ragione d'essere centrale della realtà. In altre parole il suo Principio, e tutti i punti che si trovano sulla sua irradiata circonferenza, a loro volta sono "veri", quando siano visti nella loro relazione col Centro che li determina e che costituisce, nello stesso istante sovratemporale, sia la loro origine che la loro finalità d’essere, entrambi aspetti di quell'Unità immobile, simbolo manifestato dell’Assoluto, che è l'asse attorno al quale ruota il vortice dell'esistenza. La menzogna, invece, nega il Centro e non si relaziona con Lui, e la difficoltà a essere riconosciuta e scoperta è in relazione al suo grado di sofisticazione che dipende dalla sua vicinanza allo stesso Centro da lei negato. Centro il quale, a sua volta, conferisce alla menzogna il suo proprio grado di verità e quindi anche di realtà. Nel senso che vuole la menzogna essere una “vera” falsità. In definitiva la menzogna è il rifugio della contraddizione ai principi universali che legiferano la realtà relativa e che sono l’emanazione più vicina alla centralità del Mistero dell’Assoluto.
È importante notare che l’entrata nella spira, che delimita un piano qualsiasi della spirale dell’esistenza, appartiene anche all’uscita della spira che la precede, mentre la porzione della spira che si trova all’uscita dal piano è in comune con la spira che segue. L’inizio della spira è la nascita, la fine della spira è la morte. Entrambe queste porzioni di spira non stanno completamente sul piano che da loro è delimitato. Questo significa che la morte in uno stato è la nascita su un altro stato contiguo e diverso. Essendo questa nascita una porzione di spira che non appartiene del tutto alla spira che l’accoglierà, ne deriva che la nascita sfugge alla volontà dell’essere che nasce, il quale non ha la facoltà di decidere se e quando e dove nascere, mentre la morte, pur essendo, in questo continuo movimento, inevitabile all’interno del movimento, potrà, per inversione analogica… rientrare nella facoltà individuale della decisione personale della sua messa in atto. L’inversione analogica è la possibilità data dal fatto che il riflesso di ogni cosa è capovolto come l’immagine che si guarda allo specchio. Così il sotto è come il sopra capovolto, il relativo come l’inversione del suo Principio ma, poiché è contenuto in questo suo Principio… non è in opposizione a Lui, ma solo il Suo mezzo d’espressione, mentre l’Assoluto è rappresentato, nel relativo, dal Centro che è la via di mezzo immobile dell’equilibrio.





vajmax

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Re: Sulle poesie a struttura ripetitiva
« Risposta #9 il: Giovedì 16 Aprile 2009, 19:55:30 »
Ora mi aspetto che Luigi, il Webmaster, mi accusi ancora di autoreferenziarmi coi miei scritti. Parrebbe quasi che chi fa seguire, alle proprie affermazioni, una esposizione dei principi che le motivano, sia qualcuno che parla da dietro fantasmagoriche lauree o titoli sbandierati al vento ostile, solo perché il suo modo di esprimere concetti non è da curva di tifoseria da stadio.

arostàzazzà

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Re: Sulle poesie a struttura ripetitiva
« Risposta #10 il: Giovedì 16 Aprile 2009, 20:40:17 »
Mamma mia Vajmax, ma come sei pesante.
Ma ogni tanto sorridi, che la vita è già pesante di per sé, se ti ci metti anche tu qui nel forum, non resta che il suicidio.

Lancio un appello: se ci sono quattro persone che riescono ad arrivare alla fine di un post di Vajmax lo sottoscrivessero qui. Giuro che se le trovo, scomparirò per sempre dai suoi post o da quelli in cui egli scrive.

Offline Paolo Ursaia

Re: Sulle poesie a struttura ripetitiva
« Risposta #11 il: Giovedì 16 Aprile 2009, 20:45:04 »
Ora mi aspetto che Luigi, il Webmaster, mi accusi ancora di autoreferenziarmi coi miei scritti. Parrebbe quasi che chi fa seguire, alle proprie affermazioni, una esposizione dei principi che le motivano, sia qualcuno che parla da dietro fantasmagoriche lauree o titoli sbandierati al vento ostile, solo perché il suo modo di esprimere concetti non è da curva di tifoseria da stadio.

   Caro Vajmax...a parole si può dimostrare qualsiasi assunto....quindi, leggo quello che hai scritto, lo registro, e non rispondo...è la tua opinione, apprezzabile come quella di chiunque altro...
  Ti faccio notare che, in un post intitolato "Sulle poesie a struttura ripetitiva", ci hai dato un altro saggio della tue teorie, a volte documentate, altre volte meno. Teorie, e sia detto per inciso, che col titolo del post non hanno niente da spartire.
  Quello che vorrei farti capire, e ti assicuro, senza alcun accanimento, è che questo porre sempre te stesso e le tue idee al centro di ogni topic, ignorandone spesso e volentieri il contenuto...può suscitare delle risposte colorite.
  Con Phersu, per dirne una, ci siamo spesso e volentieri scontrati su vari argomenti...ma sempre rimanendo in tema, senza mai darci vicendevolmente dell'imbecille, ascoltando sul serio l'opinione dell'altro.
  Sbaglierò...ma sembra che tu non perda mai l'occasione di metterti al centro dell'attenzione. Questa sensazione la dai spesso anche quando commenti le poesie altrui...
  Non sentirti accusato o circondato...certo è che, continuando a suonare la tua canzone, qualsiasi cosa intonino gli altri musicisti, corri il rischio di ritrovarti a cantare in perfetta solitudine.
  Cosa penseresti se io cominciassi in ogni mio topic di qualsiasi post a fare discorsi sulla prevenzione della "Febbre delle Montagne Rocciose", con tono aulico e vagamente snob, accusando tutti in modo più o meno chiaro di essere dei tangheri ignoranti? Smetteresti di leggermi...non prima di aver urlato un sonoro "...e basta!!...che p....!!"
  Sei in una comunità...sarai anche un iniziato, ma prova ad integrarti un pò....ad essere meno....ne vale la pena.
   Ti saluto.
  
 
Cunctando restituit

vajmax

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Re: Sulle poesie a struttura ripetitiva
« Risposta #12 il: Giovedì 16 Aprile 2009, 21:17:20 »
In cosa mi dovrei integrare? Credi forse che basti scrivere mostrando di voler conoscere quando, in realtà, se ci si trova di fronte alla possibilità di farlo non si è disposti a scansare il proprio ego per nulla al mondo, tantomeno per provare a discutere e capire qualcosa di diverso da ciò con cui ci si pasce nella propria tranquilla cuccia? Il bello è che, per difendersi, si accusa senza motivazioni sensate, e poi si scrivono poesie delicate e... fasulle. Sono abituato a queste reazioni, è la ragione per la quale chi sa tace. Coloro che accusano qualcuno di credersi intelligente non vedono che, nel farlo, mostrano di credersi intelligenti a loro volta. Non capire che le persone amano parlare di intenzioni che non appartengono loro e, alla prima occasione di mostrare la voglia di conoscere si nascondono dietro scuse assurde per paura di non essere all'altezza di capire è cosa che sperimento da anni, e che mi incornicia nella stupidità più totale che fatico ad abbandonare.

Offline Paolo Ursaia

Re: Sulle poesie a struttura ripetitiva
« Risposta #13 il: Giovedì 16 Aprile 2009, 22:42:05 »
 Caro Vajmax...non è chiarissima l'ultima parte del tuo intervento. Comunque, fai come vuoi. Magari, con un pò di spirito autocritico, arriverai a capire che non è propro vero che tutti sono cattivi e ce l'hanno con te. Forse anche tu ci metti del tuo...Passo e chiudo.
Cunctando restituit

vajmax

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Re: Sulle poesie a struttura ripetitiva
« Risposta #14 il: Venerdì 17 Aprile 2009, 08:59:08 »
Non hai capito bene perché mi sono espresso con un risentimento che non dovrei avere e, per questo, ho scritto di fretta. Quello che intendevo dire è che nulla di ciò che dico è farina del mio sacco, i principi che conosco in modo non relativo non li ho trovati io, mi hanno trovato loro, e non ha senso che io mi infervorisca quando le persone non capiscono, semplicemente perché non di mie ipotesi o idee si tratta, ma della Verità, che non è un'invenzione mia. Io ne sono un espositore scalcagnato che sarebbe meglio tacesse. La polemica si chiude con le mie più sentite scuse per un'interferenza sbagliata che insisto da anni, inutilmente, a riproporre. Sbagliata perché a questo conoscere non ci si arriva con la volontà o il sacrificio, non è decisione umana che apre alla consapevolezza dei principi. È la ragione per la quale occorre tacere, perché l'Assoluto è anche Libertà assoluta che non vuole ci siano intrusioni nella libertà di ognuno. Questo è il motivo per il quale quando la Verità è assoluta non può essere comunicata. Ciao a tutti e scusate per l'intrusione, ma io spero sempre, da un punto di vista errato e sentimentale, di poter un giorno ricambiare il dono che mi è stato fatto, attraverso il modo peggiore, meno faticoso e impossibile a realizzarsi.