Autore Topic: L'Islam e le donne  (Letto 9668 volte)

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vajmax

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Re: L'Islam e le donne
« Risposta #90 il: Lunedì 13 Aprile 2009, 19:45:16 »
Il mio intervento iniziale non voleva essere articolato, ma la vostra scomposta reazione richiede un'ulteriore spiegazione per mostrare che il mio non è stato un relazionarsi fuori tema. La posizione della donna, non solo nei paesi islamici, è secondaria, dal particolare punto di vista che qui ci interessa considerare, per il fatto di rappresentare, in via principiale, l'energia della creazione, la ricettività quindi, in rapporto a quella propositiva maschile. La condizione femminile deve la sua situazione a questo simbolismo che illustra la situazione universale del doppio principio che cerca la propria complementarità, per risolversi ciclicamente nell'unità primigenia dalla quale ha avuto origine. Senza questa conoscenza la vostra discussione era destinata a perdersi, non perché siate dei cretini, ma soltanto per il vostro accontentarvi di discutere senza presupposti di principio che non siano anche emotivi.

arostàzazzà

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Re: L'Islam e le donne
« Risposta #91 il: Lunedì 13 Aprile 2009, 22:06:06 »
Ma che noiosi. Vi rendete conto che a parlare di donne ed Islam siete solo maschi? Una femminuccia non scrive da almeno due pagine.

E basta che maroni!!!!!

rafael

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Re: L'Islam e le donne
« Risposta #92 il: Lunedì 13 Aprile 2009, 22:59:23 »
la mia modesta opinione è che la triste situazione delle donne nei paesi islamici(ma anche in India, Cina, buona parte dell'Africa, America Latina,insomma ovunque tanne Europa e Stati Uniti)sia dovuta al fatto che in queste zone del mondo è mancato l'Illuminismo.
Se ci pensate, ovunque permane un certo integralismo, ovunque la scienza trova scarso spazio, ovunque i popoli rimangono generalmente sottomessi, la condizione della donna è tragica.
Non voglio entrare nella precedente discussione; dico solo che secondo me qualcuno dovrebbe andare a lezione di relativismo.La vecchia metafisica è morta nell'Ottocento.

vajmax

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Re: L'Islam e le donne
« Risposta #93 il: Martedì 14 Aprile 2009, 08:39:16 »
La metafisica, occupandosi dell'universale, è al di sopra dello scorrere del tempo, e così come non nasce nel tempo non può morire. Morta è solo l'intelligenza che ha le qualità per poterla considerare.

Stupisce che una donna ritenga pallosa una discussione che non riguarda solo lei, ma anche le sue bambine. Il fatto, poi, che nessuna donna sia intervenuta per due pagine di commenti non ha un significato necessariamente univoco, come è parso a lei.

vajmax

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Re: L'Islam e le donne
« Risposta #94 il: Martedì 14 Aprile 2009, 12:02:12 »
Per quanto si riferisce al "relativismo" occorrono pochi passi per chiarirne l'illusorietà: che cosa impone al tutto il movimento, se non un principio fisso che è legge e causa del movimento e, per questo, non può muoversi a propria volta? Se questa legge si muovesse e cambiasse, il risultato sarebbe l'immobilità e la conseguente fine dell'esistenza. Questo principio è, nella dimensione dell'esistenza, il riflesso che è traccia del Principio che non ha nome, e questo Principio (che noi uomini, impropriamente, chiamiamo "Dio") costituisce la prima affermazione del Mistero innominabile e, per questo, non può essere assoluto. Chiedersi se Dio esiste è, da questo centrale punto di osservazione, una contraddizione, perché l'Assoluto "è" più e "oltre" l'esistere.

arostàzazzà

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Re: L'Islam e le donne
« Risposta #95 il: Martedì 14 Aprile 2009, 17:12:12 »
Anche qui, mio malgrado, rilevo l'ampollosità retorica che caratterizza i discorsi dei nostri politicanti. Quell'inarrestabile bisogno/necessità di parlare dell'universale e perdere di vista il contingente, il quotidiano.
Le mie figlie credo abbiano bisogno di ben più che della metafisica per affrontare i problemi legati all'essere donna (a proposito sono maschietto, ma ti ringrazio di avermi cambiato sesso, a volte vorrei proprio essere donna anche solo per un giorno).
Detto ciò, mi piacerebbe che tu accantonassi retorica e discorsi fumosi per capire che fuori dalla "tua" filosofia c'è un mondo di merda.

Thanks

rafael

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Re: L'Islam e le donne
« Risposta #96 il: Martedì 14 Aprile 2009, 17:57:45 »
Chi ti dice che c'è qualcosa che impone all'intero ''tutto'' il movimento? Riesci a vedere e sentire questo ''tutto'' nella sua totalità e complessità? Sei una divinità? Sei tu il Tutto?
Raccolgo l'appello di Vega, cerchiamo di andare sul concreto e tralasciamo le disquisizioni (pseudo) filosofiche.

vajmax

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Re: L'Islam e le donne
« Risposta #97 il: Martedì 14 Aprile 2009, 18:16:39 »
La dialettica impone di contrastare attraverso la messa in evidenza delle eventuali contraddizioni ai principi o, alla meno peggio, i presupposti di partenza del discutere. Non è corretto insultare o denigrare accusando di retorica e ampollosità senza motivare il perché. Se espongo le mie ragioni con una terminologia che non utilizza il lemma "verza" oppure "cacchio", ciò è dovuto alla natura non così semplice delle problematiche sollevate. Se poi voi preferite trattare solo del piano materiale dell'esistenza questo indica che non avete più niente da capire, perché vi è tutto chiaro e vi va bene così. Ma se un matematico non conosce l'unità difficilmente riuscirà a capire il senso della molteplicità. Vi lascio quindi ad accendere i vostri lumini elettrici al tostapane che adorate. Saluti

Offline Stefano Toschi

Re: L'Islam e le donne
« Risposta #98 il: Martedì 14 Aprile 2009, 19:59:41 »
Sebbene la piega presa dalla discussione mi sembra sia lontana dalle intenzioni originali del topic (forse valeva la pena di propore l’argomento -intendo la discussione sui principi metafisici- in un topic ad hoc), vorrei fare qualche considerazione.
Le posizioni espresse da Vajmax mi sembrano molto vicine (se non identiche) a quelle di Guenon; come questo autore egli tende a sottrarre le sue argomentazioni ad una dimensione filosofica per attribuirle quella di una conoscenza superiore: “tradizionale”, come amano dire.
Ma il semplice fatto di ritenere possibile un discorso metafisico e di poterlo fondare su una tradizione è già di per sé una posizione filosofica e come tale suscettibile di essere discussa su basi filosofiche.
Bisogna aggiungere che il fatto che una teoria sia logicamente coerente non implica di per sé la verità delle conclusioni, poiché essa dipende anche dalla verità delle premesse.
Chi ritiene l’universo, la sua origine, la sua evoluzione e perfino le leggi che lo regolano un prodotto del caso, chi intende prendere in considerazione solo ciò che cade sotto la sua esperienza ed è misurabile dai suoi strumenti, difficilmente ammetterà che ricercare un fondamento della realtà “oltre la fisica” possa avere senso, tale fondamento sarà al più il caso stesso.
Ma anche chi ammetta la validità di un discorso metafisico non necessariamente accetterà l’idea aristotelica di un “motore immobile” o quella guenoniana degli stati molteplici dell’essere, magari farà riferimento ad idee come la “soggettività assoluta”, oppure concepirà l’essere come trascendimento dell’essente da parte dell’individuo posto di fronte al mondo.
Insomma, il primo passo verso la consapevolezza, questa è la mia opinione, è quello di dubitare e sottoporre ad analisi critica ogni sistema di idee a partire dai suoi fondamenti, poi si potrà persino decidere di fare una scelta di fede (anche nei confronti di posizioni che non ammettono di essere fideistiche, come quella di Guenon), ma con la consapevolezza di farlo.

P.S. Strano, Vajmax, il tuo scontro con Phersu! A quel che mi risulta siete su posizioni simili, almeno dal punto di vista teorico.
"Ogni certezza è nel sogno" (E. Poe)

Offline Stefano Toschi

Re: L'Islam e le donne
« Risposta #99 il: Martedì 14 Aprile 2009, 21:21:14 »
Per la verità ho l’impressione che ogni adesione ad una posizione filosofica comporti alla base un atto di fede; anche l’adesione scientifica ai dati sperimentali presuppone la fede nella verità di essi, sebbene in questo caso la verità che si attribuisce loro potrebbe non avere la pretesa di essere assoluta, ma soltanto utilitaristica.
Questo potrebbe comportare la rinuncia ad attribuire un senso all’espressione “verità assoluta” col ripiegamento su un relativismo pragmatico, ma anche il decidere di orientare l’esistenza in tal senso è in qualche modo una scelta, seppure minimale, di fede.
…O no?  ???
"Ogni certezza è nel sogno" (E. Poe)

Offline Phersu

Re: L'Islam e le donne
« Risposta #100 il: Martedì 14 Aprile 2009, 21:58:22 »
Per la verità ho l’impressione che ogni adesione ad una posizione filosofica comporti alla base un atto di fede; anche l’adesione scientifica ai dati sperimentali presuppone la fede nella verità di essi, sebbene in questo caso la verità che si attribuisce loro potrebbe non avere la pretesa di essere assoluta, ma soltanto utilitaristica.
Questo potrebbe comportare la rinuncia ad attribuire un senso all’espressione “verità assoluta” col ripiegamento su un relativismo pragmatico, ma anche il decidere di orientare l’esistenza in tal senso è in qualche modo una scelta, seppure minimale, di fede.
…O no?  ???

Mah, Stefano, io zingareggio qua e la tra le varie filosofie, non prendendone nessuna nella sua completezza, cioè non abbracciandone nessuna in particolare, però le studio tutte e mi formo una mia "filosofia", ritagliata su di me e sul mio essere. Non credo che sia fede, anche perché mi evolvo, quindi cambio, nessun dogma. La mia filosofia è la "variabile phersu", sottoposta a cambiamenti, evoluzioni ed involuzioni. Ho fede in me stesso e nelle mie forze, non mi serve appoggiarmi a niente e nessuno. Non so se sono stato chiaro, mica ho il tuo iper-cervello per esporre le mie idee.  ;D

Offline Stefano Toschi

Re: L'Islam e le donne
« Risposta #101 il: Martedì 14 Aprile 2009, 22:10:56 »
Ho fede in me stesso e nelle mie forze, non mi serve appoggiarmi a niente e nessuno.

Vedi che hai fede!
Comunque per fede intendo fiducia in qualcosa o in qualcuno al di là della possibilità di avere una certezza assoluta della verità di ciò a cui ci si affida.
(iper-cervello??? >:( ;D)
"Ogni certezza è nel sogno" (E. Poe)

vajmax

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Re: L'Islam e le donne
« Risposta #102 il: Martedì 14 Aprile 2009, 22:16:04 »
René Guénon espone la superficie della conoscenza metafisica, ma è una conoscenza che non è di sua proprietà, come non è invenzione di nessun altro autore di scritti, che è stato prima di lui o dopo, che si riferiscono ai principi universali e sovratemporali. È questo un conoscere non mediato dalla mente, alla quale soltanto è riservata, in un tempo successivo al risveglio, la possibilità di ordinarne lo svolgimento attraverso la logica, che si avvale del principio di non contraddizione e, facendo questo, dovrà necessariamente trascurare l'Essenziale del sovraindividuale conoscere, che è centralità inesprimibile e quindi incomunicabile, perché non relativa. Tra la consapevolezza diretta e la fede indiretta non c'è comune misura. La logica, poi, è conseguenza della verità e non il contrario, per questo non le è concesso di comprendere la verità nella sua interezza. Ecco, ciò che non rientra nelle possibilità di comprensione date dalla logica è precisamente l'Essenza della quale è inutile trattare, né qui né altrove.

Offline Phersu

Re: L'Islam e le donne
« Risposta #103 il: Martedì 14 Aprile 2009, 22:19:39 »
Vedi che hai fede!
Comunque per fede intendo fiducia in qualcosa o in qualcuno al di là della possibilità di avere una certezza assoluta della verità di ciò a cui ci si affida.
(iper-cervello??? >:( ;D)
Non cominciare a confonere le carte in tavola, per me uno che ha "fede" crede in qualche cosa di esteno, tipo un Dio (che per me non esiste), in nome del quale fa cose indescrivibili, tipo violenta la moglie o considera "malati" gli omosessuali ( ho fatto un esempio di Islam e di Cristianesimo).
Avere fede in me stesso è contare su me stesso. Non confondere le carte in tavola! Che lì sono maestro io.

Offline Stefano Toschi

Re: L'Islam e le donne
« Risposta #104 il: Martedì 14 Aprile 2009, 22:45:28 »
La conoscenza diretta dell’Essenza, ovvero della Centralità Inesprimibile, sarebbe dunque il fondamento di tutto il discorso metafisico.
Ma un tale discorso fa uso per sua stessa ammissione di uno strumento inadeguato ad esprimerne l’essenza, quello appunto del discorso logico, conseguentemente deve riparare nell’uso di un linguaggio simbolico, analogico il quale non può avere nessun’altra utilità se non quella di indurre la stessa esperienza che lo avrebbe generato.
Ma il problema sta proprio nella realtà o meno di questa esperienza, nel suo significato, nel soggetto che fa questa esperienza, poiché non si dà esperienza senza soggetto. Insomma, perché il discorso possa essere preso sul serio occorre definire la base sul quale poggia ed esaminarne la pretesa di verità.
Se anche qualcuno affermasse di avere sperimentato la Conoscenza Inesprimibile, qualcun’altro potrebbe ritenerla, ad esempio, un’esperienza di coscienza alterata.
Se l’Essenza Universale è assunta a priori, si tratta dell’assioma di un sistema logico che è valido solo per chi ne assuma l’assioma, sebbene sia indimostrabile.
Ma questo tipo di discorso si basa essenzialmente su un’interpretazione occidentalizzata del sistema filosofico-religioso del Vedanta, il quale ammette dei testi sacri: i Veda e le Upanisad.
"Ogni certezza è nel sogno" (E. Poe)