Sempre per fare chiarezza: le date dei Vangeli e degli altri scritti del Nuovo Testamento non sono affatto certe e le ipotesi che si fanno sono comunque approssimative.
Ad ogni modo sulla data del martirio di Paolo la tradizione suggerisce il 67 o 68 D.C., ma gli studiosi ipotizzano come verosimili anche il 64 e il 58 D.C.
Conseguentemente anche le lettere di Paolo sono variamente datate: la tesi più tradizionale che le considera tutte e tredici autentiche (ma è una tesi ormai inaccettabile) le collocherebbe tra il 51 e il 67. Secondo studi più recenti le lettere autentiche sono sette e si collocherebbero tra il 51 e il 58, oppure secondo altri tra il 41 e il 58. Queste datazioni si avvalgono del confronto tra i dati forniti dagli storici antichi e i fatti narrati negli Atti e nelle Lettere.
Per quanto riguarda i Vangeli canonici, secondo studi scientifici ormai consolidati e quasi universalmente accettati, il più antico è Marco, scritto intorno al 70, Matteo e Luca sarebbero stati scritti tra l’85 e il 95, Giovanni, il cui testo attuale è frutto di almeno due se non tre redazioni successive, daterebbe intorno al 100 D.C.
Alcuni studiosi, ad esempio il Thiede, hanno recentemente sostenuto una datazione di Matteo intorno al 50 D.C., ma le sue conclusioni non hanno riscosso grande consenso.
Qualche altro studioso ritiene di poter identificare un breve frammento di manoscritto rinvenuto a Qumran con un passo del Vangelo di Marco; da un punto di vista della datazione questo costringerebbe a retrodatare il testo di qualche anno, ma anche questa identificazione (i cui risvolti andrebbero ben oltre le questioni di datazione) ha sollevato notevoli dubbi.
Datazioni più antiche o più recenti sono state variamente sostenute, ma allo stato attuale queste sono quelle più verosimili