innanzitutto ho messo il titolo in maiuscolo poichè questa poesia è un urlo... sinceramente avrei voluto mettere tutto maiuscolo, ma immaginavo avrei dato fastidio per questa cosa della buona usanza del galateo on line.
Ed infatti è maleducazione anche mettere un titolo tutto maiuscolo ad un topic, come hai fatto tu aprendo questo topic. Non vuol dire solo urlare, ma anche "ECCOMI, SONO QUI, LASCIATE PERDERE TUTTO QUELLO CHE STATE FACENDO ED INTERESSATEVI SOLO DI ME, PERCHE' QUESTO TOPIC E' QUELLO PIU' IMPORTANTE DI TUTTI!".
Così come è maleducazione inserire una tua poesia nel forum per contestare la redazione. Questo sito ha una redazione e quando ti iscrivi accetti un regolamento e delle regole, poche ma devono essere rispettate. Ed una di queste regole è che è la redazione a scegliere cosa viene pubblicato, non l'autore, né tanto meno un referendum fra gli autori o una assemblea di un Comitato di Lotta pro-Charo.
Inoltre, cerca di comprendere, la redazione non dice se un testo sia bello o meno, ma se sia adatto alla pubblicazione nel sito o meno. La tua poesia sarà bella, bellissima, stupenda, meriti il premio Nobel e tutti ci alziamo in piedi per applaudirti ed osannarti, ma non è adatta al sito perché è più sperimentale, urlata, sensazionalistica, che poetica.
Con questa poesia volevi "fare il botto", volevi sconquassare, volevi sballottare il lettore con "Distruzione, dinamite. Merda! Sterco, vomito, braccia spezzate, esangue un corpo, mutilato, dilaniato,"... ok, ci sei riuscita, ma proprio perché ci sei riuscita questa non è una poesia adatta al sito.
Quando inserisci una poesia, c'è una scritta molto chiara: non si pubblicano poesie sperimentali, non si pubblicano poesie in cui la forma (urlata, maiuscolo, esclamazioni...) sia prevalente sul contenuto.
Quindi mettiti il cuore in pace, la tua splendida, meravigliosa, stupefacente poesia è degna di essere acclamata come suprema espressione del genio poetico dai popoli di tutto il mondo, ma a noi non ce ne importa nulla perché non è adatta alla pubblicazione su questo sito.
Non ci sono referendum che puoi fare, non ci sono topic in maiuscolo che puoi urlare, per quanti applausi puoi raccogliere e anche se fai questo bel comizio sulla tua bravura e su quanto siamo stati cattivi, non cambia nulla.
Se poi vuoi un giudizio tecnico, la tua poesia è improvvisata e sciatta. O non vi hai lavorato seriamente o non l'hai saputa scrivere. Citi Allen Ginsberg, ma te lo sei mai letto
in inglese? Tu pensi che le abbia scritte di getto, a caso, come gli venivano? Santa ingenuità!
"Improvvisazione" non vuol dire "come viene viene", ma accurata preparazione, studio, meditazione, accuratezza. Quelle di Ginsberg erano performance frutto di studio e lavoro, non parole buttate giù.
Fra le parole c'era senso, c'era un senso nel collegamento fra le parole, ultima sillaba di una parola con la prima della parola successiva, ad esempio. C'era una sonorità complessiva del verso, non era parole messe lì come un elenco, come venivano in mente, ma ogni verso era studiatamente costruito per creare un effetto vocale e sonoro.
Pensare di mettere parole in fila come "braccia spezzate, esangue un corpo, mutilato, dilaniato" e pensare di aver fatto arte, è troppo banale, troppo facile e troppo brutto: dov'è il ritmo, la cadenza, la crescita del suono, l'effetto sonoro? Semplicemente il fatto che metti due parole, una che finisce con la e ed una che inizia con la e, con una virgola in mezzo, vuol dire che non hai capito nulla, ma proprio nulla, della poesia di Ginsberg.
Per favore, leggiti Ginsberg in inglese, e "leggiti" vuol dire "ad alta voce", "ad altissima voce".
I suoi versi sono mitragliate, sono esplosioni, l'effetto sonoro corrisponde alle parole, sono fruscii di foglie, sono passi, sono sollevamenti, sono sconquassi. Leggerle, o sentirle, è come vedere, come sentire ciò che descrive, il suono è la poesia.
Andiamo, tutti sono capaci di scrivere di seguito "budella, cuore, braccia, gambe, teste in terra, cervelli...", ma pochi sanno farlo riuscendo a far sentire il suono del sangue che gocciola od il suono della carne maciullata che si strappa.
La tua non è stata bocciata solo perché sperimentale, ma anche perché banale, perché ricorrendo ad un elenco di pezzi di corpi martoriati tutti sono capaci di creare pathos. Troppo facile.