Qualcuno trasformi questo mio pezzo in poesia.....è estratto da un libro che sto scrivendo
Marinella
IL MERCATO
Ogni volta che lei usciva, avvolta negli odori
del mattino, una fredda e sottile malinconia la
seguiva per poi disperdersi nell’aria assieme alle
spezie, al profumo delle braci eternamente accese
sotto la pietra a ricordare all’uomo che egli era
fatto di pane, di pietra, di fuoco.
Lei era il pane,
la pietra, il fuoco. Lei era l’altare, il sacrificio, il
carnefice.
Lei era l’Uomo
Entrava nel mercato con la borsa di paglia
colma di promesse, ne usciva derubata,
stremata, ferita, ma ogni volta entrava nel
mercato con gli stessi occhi incantati, non si leggeva
disincanto in lei o rabbia o paura.. restava immobile,
si offriva agli umani desideri, non provava piacere né
disgusto, semplicemente il suo corpo era un
tramite, un mezzo per incamerare energie, lei
non era il suo corpo, lei era quell’energia che
da derubata rubava a chi entrasse in lei. Era un
eterno gioco perverso e malvagio a farsi male
per poi godere del calore delle lacrime. Quanto
nutrimento in una lacrima, lei le guardava, le
toccava, le leccava, le assaporava ogni volta
incredula di riuscire, dolorante, ad infliggere
tanto dolore e di goderne al punto tale da non
sentire più nulla
Il nulla
Quello che sentiva ogni giorno, ogni volta che
lei usciva avvolta negli odori del mattino ed una
fredda e sottile malinconia la seguiva...