Ti posso dire quello che è una poesia sperimentale per questo sito. Una risposta generale non è possibile, perché l'attività letteraria è più facilmente descrivibile per correnti, mentre la sperimentazione è più una tecnica che un genere. Ci sono generi (o correnti) che fanno maggior uso della sperimentazione, mentre altri meno o quasi per nulla.
I generi della poesia visiva, ad esempio, o del surrealismo, ne fanno ampio uso, mentre il naturismo molto ma molto meno, anzi per nulla.
Per quel che riguarda la redazione, il criterio è però molto semplice. Consideriamo sperimentali quelle poesie in cui la parte principale non sia il contenuto ma la forma. Per dirla in termini "scientifici", consideriamo sperimentali (o comunque non adatte al sito) quelle poesie in cui il significante ha maggior rilevanza rispetto al significato.
Per chiarire, con "significante" si indica "il piano dell'espressione, correlato al significato, o piano del contenuto, all'interno di un segno. Il significante è la forma, che rinvia a un contenuto."
La poesia è una unione di forma (significante) e contenuto (significato), la relazione fra significante e significato, definisce il segno linguistico, cioè la poesia.
"Significante e significato sono legati da un rapporto di presupposizione reciproca: la forma espressiva articola il contenuto; il contenuto può essere manifestato solo attraverso una forma significante. Per questo si dice che significante e significato siano come i due lati di uno stesso foglio".
La poesia (il segno linguistico) è costituita dall'unione di un significato (un concetto, possiamo dire un'immagine poetica, una sensazione, un'emozione...) con un significante, cioè una forma scritta, un insieme di segni o grafemi che formano parole (singoli o insieme di fonemi) ma che possono anche rappresentare suoni ("bang"), figure (come nella poesia visuale) o semplicemente "concetti".
Quando il significante (la forma) è prevalente sul significato (la sensazione, l'emozione) allora noi la riteniamo sperimentale e non adatta al sito.
Si tratta di una definizione arbitraria e limitata, ovviamente, ma da una parte non esiste una definizione precisa e dall'altra dovevamo pur avere una per quanto limitata definizione e quindi un criterio di scelta.
E' un approccio più linguistico che di critica letteraria. Trovo però che la critica letteraria non possa, per la sua natura soggettiva, dare delle "definizioni" bensì dei "pareri", delle "opinioni", mentre la linguistica, pur nella sua a volte sterilità e freddezza, sia molto più efficace in certi compiti.