Autore Topic: Che ne pensate?  (Letto 4903 volte)

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Offline Webmaster

Re: Che ne pensate?
« Risposta #15 il: Sabato 18 Ottobre 2008, 23:35:30 »
Non sono esattamente d'accordo, io è,secondo me , imersonale, è un io qualunque che potrebbe essere un altro da sè (....)

Alla fine questa è una mia opinione, probabilmente perchè non credo che esista una maniera stereotipata di fare poesia, ma ognuna deve essere differente; noi siamo differenti ed a volte noi individui abbiamo tante di quelle sfaccettature che uno steso autore può scrivere due poesie talmente differenti da sembrare scritte da due persone agli antipodi.
Quindi , secondo me ,uno può descrivere una emozione in prima persona o in terza , per immagini o in qualunque modo riesca a fare, l'importante è non smettere di farlo.

Alfio, usare "Io" nella poesia non è uguale a mettersi al suo centro. Si può usare l'io ma mettere al centro l'emozione e non se stessi, ed usare il tu e mettere se stessi al centro. L'uso dell'io o del tu è solo una questione tecnica, qui stiamo parlando di cosa c'è al centro della poesia.
Faccio un esempio, la poesia "Non t'amo come se fossi rosa di sale" di Neruda. E' tutta scritta in prima persona: "Non ti amo... ti amo... ti amo... ti amo...", ma non è l'autore al centro della poesia. Al centro c'è la sensazione di essere tutt'uno con la persona amata, la comunità massima, anzi l'identità fra te e la persona che ami. E questo anche se Neruda parla in prima persona, questo è solo una tecnica, ma il centro della poesia è un sentimento.
Perché, anche se viene usato l'io, Neruda non è al centro della poesia? Perché non dice direttamente "Mi sento tutt'uno con te", ma ci descrive l'amore che ha dentro di lui e che gli fa provare questa emozione di unione. Facendolo, usa l'io, si, grammaticalmente, ma quello che vede il lettore leggendo non è Neruda, bensì l'amore. Chi legge questa poesia non può fare a meno, sempre che abbia mai amato veramente, di riconoscere nella poesia un sentimento che lui stesso ha provato. Non l'amore che è il soggetto "esposto", non il poeta che è il soggetto "grammaticale", ma il sentimento di unione nell'amore che è al centro della poesia.

Intendiamoci, ognuno può avere le proprie teorie, non voglio insegnare nulla a nessuno. Questi sono solo i concetti che mi sono fatto leggendo libri di poesia e prosa e libri sul leggere o sullo scrivere poesia e prosa.
Anzi, non solo non voglio insegnare nulla, ma la smetto qua.
« Ultima modifica: Sabato 18 Ottobre 2008, 23:39:59 da Luigi Webmaster »

mistral

  • Visitatore
Re: Che ne pensate?
« Risposta #16 il: Sabato 18 Ottobre 2008, 23:39:20 »
Alfio, usare "Io" nella poesia non è uguale a mettersi al suo centro. Si può usare l'io ma mettere al centro l'emozione e non se stessi, ed usare il tu e mettere se stessi al centro. L'uso dell'io o del tu è solo una questione tecnica, qui stiamo parlando di cosa c'è al centro della poesia.
Faccio un esempio, la poesia "Non t'amo come se fossi rosa di sale" di Neruda. E' tutta scritta in prima persona: "Non ti amo... ti amo... ti amo... ti amo...", ma non è l'autore al centro della poesia. Al centro c'è la sensazione di essere tutt'uno con la persona amata, la comunità massima, anzi l'identità fra te e la persona che ami. E questo anche se Neruda parla in prima persona, questo è solo una tecnica, ma il centro della poesia è un sentimento.
E' un sentimento che non dice direttamente "Mi sento tutt'uno con te", ma ci descrive l'amore che ha dentro di lui e che gli fanno provare questa emozione. Chi legge questa poesia non può fare a meno, sempre che abbia mai amato veramente, di riconoscere nella poesia un sentimento che lui stesso ha provato. Non l'amore che è il soggetto "esposto", non il poeta che è il soggetto "grammaticale", ma il sentimento di unione nell'amore che è al centro della poesia.

Intendiamoci, ognuno può avere le proprie teorie, non voglio insegnare nulla a nessuno. Questi sono solo i concetti che mi sono fatto leggendo libri di poesia e prosa e libri sul leggere o sullo scrivere poesia e prosa.
Anzi, non solo non voglio insegnare nulla, ma la smetto qua.
Grazie per la risposta

gianburrasca

  • Visitatore
Re: Che ne pensate?
« Risposta #17 il: Sabato 18 Ottobre 2008, 23:54:27 »
Scusa, ma io non capisco mai quando mi stanno prendendo in giro e quando parlano sul serio, a meno che non sia ovvio.
E qui non è per nulla ovvio. Tu di solito prendi in giro, e questo è un fatto.
...

Di solito sì, ma in questo caso non ne ero sicuro fino a quando non hai aggiunto:

...
 mi auguro che sia una presa in giro, perché se non lo fosse mi domando in quale sito tu abbia creduto di stare fino adesso.

Adesso per non fare la figura del pirla devo per forza rispondere che era una presa in giro   >:(



Offline Anfra

Re: Che ne pensate?
« Risposta #18 il: Domenica 19 Ottobre 2008, 11:36:37 »
Come dicevo, poi c'è il saper scrivere, ed è un altro capitolo grandissimo e complesso.


Caro Luigi, i tuoi consigli sono preziosi ma penso che sbagli, spesso in alcune poesie non si può non dare un immaggine personale, perchè comunque è sempre l'autore che scive il lettore vi partecipa e deve sentire suo quel momento ma molti lettori in alcune poesie non vi trovano tutto questo sentimento, ti porto un esempio, specie per quando si tratta di persone a noi care come si può dire di scrivere in terza persona?
Camillo Sbarbaro
Padre, se anche tu non fossi il mio


Padre, se anche tu non fossi il mio
Padre se anche fossi a me un estraneo,
per te stesso egualmente t'amerei.
Ché mi ricordo d'un mattin d'inverno
Che la prima viola sull'opposto
Muro scopristi dalla tua finestra
E ce ne desti la novella allegro.
Poi la scala di legno tolta in spalla
Di casa uscisti e l'appoggiasti al muro.
Noi piccoli stavamo alla finestra.

E di quell'altra volta mi ricordo
Che la sorella mia piccola ancora
Per la casa inseguivi minacciando
(la caparbia aveva fatto non so che).
Ma raggiuntala che strillava forte
Dalla paura ti mancava il cuore:
ché avevi visto te inseguir la tua
piccola figlia, e tutta spaventata
tu vacillante l'attiravi al petto,
e con carezze dentro le tue braccia
l'avviluppavi come per difenderla
da quel cattivo che eri il tu di prima.

Padre, se anche tu non fossi il mio
Padre, se anche fossi a me un estraneo,
fra tutti quanti gli uomini già tanto
pel tuo cuore fanciullo t'amerei.

Come vedi per le persone care spesso si utilizza la prima persona e questo credo vale anche per altre poesie, come questa che è mia, a cui io non riesco a farla diventare in terza persona, se ci riesci tu fammelo sapere...

SOGNO
Vorrei vivere
All’infinito
E nello stesso istante
Infrangere il sogno
E sprofondare
Nell’abisso del vuoto
Inesistente.

 Ti saluto.
« Ultima modifica: Lunedì 20 Ottobre 2008, 10:14:53 da Luigi Webmaster »
Fatti non foste per vivere come bruti, ma per seguire virtute e conoscenza

Offline Anfra

Re: Che ne pensate?
« Risposta #19 il: Domenica 19 Ottobre 2008, 21:16:09 »
Come dicevo, poi c'è il saper scrivere, ed è un altro capitolo grandissimo e complesso.

.....

Caro Luigi, un ultima cosa credo che le poesie sono come figli e per quanto mi riguarda non è sempre bello cambiarle, mi avete rifiutato una delle quali è stata premiata ad un concorso di poesia nazionale e voi sapete il perchè, spesso secondo me cadete in errore, rifiutando a priori poesie che dimostrano essere con un linguaggio diretto più prosa, a me un critico ha detto che ho quel tipo di stile, poesia-prosa che riesco in forma poetica a scrivere un messaggio, non  è bello carmbiare il tipo di stile, io cerco sempre in ogni poesia di dirigere un messaggio, non potete dirmi che metto i messaggi nella poesia facendola diventare una non poesia, che se lo faccio apposta? che senso ha?
Io non ci riesco insegnamelo tu a modificare le poesia.

 :D
« Ultima modifica: Domenica 19 Ottobre 2008, 21:21:09 da Anfra »
Fatti non foste per vivere come bruti, ma per seguire virtute e conoscenza

Offline Paolo Ursaia

Re: Che ne pensate?
« Risposta #20 il: Domenica 19 Ottobre 2008, 22:50:53 »
Caro Luigi, un ultima cosa credo che le poesie sono come figli e per quanto mi riguarda non è sempre bello cambiarle, mi avete rifiutato una delle quali è stata premiata ad un concorso di poesia nazionale e voi sapete il perchè, spesso secondo me cadete in errore, rifiutando a priori poesie che dimostrano essere con un linguaggio diretto più prosa, a me un critico ha detto che ho quel tipo di stile, poesia-prosa che riesco in forma poetica a scrivere un messaggio, non  è bello carmbiare il tipo di stile, io cerco sempre in ogni poesia di dirigere un messaggio, non potete dirmi che metto i messaggi nella poesia facendola diventare una non poesia, che se lo faccio apposta? che senso ha?
Io non ci riesco insegnamelo tu a modificare le poesia.

 :D


         Cara Anfra...che dirti...in primis, complimenti per la poesia premiata in un concorso di poesia nazionale. Deve essere decisamente una bella soddisfazione.
  Tuttavia, il discorso è un pò diverso. Con tutto il rispetto per tale concorso e per il tuo stile, sicuramente piacevole...questo sito di poesia, la sua Redazione hanno una linea, dei canoni, una linea di condotta. Diversi, evidentemente, da quelli adottati, ad esempio, nel suddetto concorso. Magari, una poesia vincitrice di qualcosa in questo sito non sarebbe piaciuta in quel concorso...
  Quello che voglio dire...non c'è oggettività...ci sono linee e direttive, sensibilità diverse. Per questo tu continuerai a dire che il sito sbaglia a bocciarti determinate poesie...e la Redazione continuerà a bocciarle. Nel massimo reciproco rispetto.
 Magari, è proprio questa rigidità...che poi non mi sembra nemmeno parossistica...a dare tanto successo a questo sito...D'altro canto, se il singolo (tu) non è in grado di provare a scrivere diversamente, a vedere che effetto dà...perchè dovrebbe essere in grado di farlo il sito...?
        Con stima, ti saluto.
« Ultima modifica: Domenica 19 Ottobre 2008, 22:53:11 da Paolo Ursaia »
Cunctando restituit

Offline Webmaster

Re: Che ne pensate?
« Risposta #21 il: Lunedì 20 Ottobre 2008, 10:26:53 »

Caro Luigi, i tuoi consigli sono preziosi ma penso che sbagli, spesso in alcune poesie non si può non dare un immaggine personale, perchè comunque è sempre l'autore che scive ...

Continuo a dire che essere al centro di una poesia non è equivalente all'uso della prima o terza persona.
L'uso della prima, seconda o terza persona è il "punto di vista", ma non determina quale sia il centro della poesia.
Nella poesia che hai citato c'è un punto di vista che è il poeta, ma il centro della poesia è l'amore paterno, che viene rappresentato attraverso il racconto di piccoli episodi, quadretti, che ci fanno provare la stessa sensazione di vedere un padre e di comprendere il suo amore ed alla fine l'amore che suscita nel figlio.
Una cosa è il punto di vista, cioè l'uso della prima, seconda o terza persona, nel raccontare, ed altra cosa è il centro della poesia. Sono due elementi del tutto diversi ed indipendenti.

Si sarebbe posto al centro lui se avesse scritto "Ho capito il tuo amore quando ho visto che...", "il mio amore per te è aumentato quando hai detto...", "Mi sono commosso vedendoti...", eccetera.

Si, la poesia è "narrata" in prima persona, quindi il punto di vista è "soggettivo", è l'autore stesso, ma il "soggetto" della poesia è il padre ed il centro della poesia è l'intreccio fra amore paterno ed amore filiale. Non ci sono emozioni del poeta espresse in modo diretto, non ci sono definizioni né di amore paterno né di amore filiale.

Ripeto, l'uso di una determinata "persona" nei verbi è solamente l'uso di un diverso "punto di vista", non è il "centro" della poesia. Sono due elementi della scrittura diversi e distinti, indipendenti l'uno dall'altro.
« Ultima modifica: Lunedì 20 Ottobre 2008, 10:30:16 da Luigi Webmaster »

LIBRE MOI

  • Visitatore
Re: Che ne pensate?
« Risposta #22 il: Lunedì 20 Ottobre 2008, 12:05:13 »
Continuo ad attingere dai  vari consigli qui espostii...  Un grazie particolare a coloro che riescono a darli in modo pacato e sereno... A noi accettare poi quelli che riteniamo, per noi, validi. Un sorriso e un raggio di sole a tutti...§*_*§

Offline Sara Moretti

Re: Che ne pensate?
« Risposta #23 il: Mercoledì 29 Ottobre 2008, 16:30:10 »
Ho letto attentamente questo post
A me, (parere personale) le poesie di Anfra piacciono molto.
Sarà perchè ho il suo stesso stile nello scrivere?
Anche io come lei faccio fatica a non mettere me come soggetto
nella poesia.
E' difficilissimo riuscire a fare quello che dice Luigi.
Apprezzo però il tempo che ha speso per dare la risposta ad Anfra
che è stata utilissima anche a me.

Grazie

Armando

  • Visitatore
Re: Che ne pensate?
« Risposta #24 il: Giovedì 6 Novembre 2008, 01:51:04 »
Intanto io dico che bisogna prima fare un figlio per capire come sia difficile crescerlo. Ed è difficile fare anche i genitori se si improvvisa a fare le madri.

Offline Franca Pistellato

Re: Che ne pensate?
« Risposta #25 il: Venerdì 7 Novembre 2008, 17:12:06 »
Caro Luigi, un ultima cosa credo che le poesie sono come figli e per quanto mi riguarda non è sempre bello cambiarle, mi avete rifiutato una delle quali è stata premiata ad un concorso di poesia nazionale e voi sapete il perchè, spesso secondo me cadete in errore, rifiutando a priori poesie che dimostrano essere con un linguaggio diretto più prosa, a me un critico ha detto che ho quel tipo di stile, poesia-prosa che riesco in forma poetica a scrivere un messaggio, non  è bello carmbiare il tipo di stile, io cerco sempre in ogni poesia di dirigere un messaggio, non potete dirmi che metto i messaggi nella poesia facendola diventare una non poesia, che se lo faccio apposta? che senso ha?
Io non ci riesco insegnamelo tu a modificare le poesia.

 :D

Mi scuso se quoto solo il post di Anfra. In realtà avrei voluto citarne anche altri e da altri topic.

Non ho capito una cosa:
Anfra: tu sottoponi i tuoi scritti al re-impasto, alla ridiscussione da parte di altre persone (in questo topic come in altri) tagliando e cucendo come se la tua poesia dovesse essere “approvata”. Ma TU...cosa SENTI? Perché in ogni autore credo ci sia una sorta di cassa di risonanza che, quando una poesia è finita ed è “ok”, emette un suono precisissimo e finché quel suono non arriva (e arriva solo all’autore), semplicemente la poesia non è finita o non è “ok”. (Anche io ho alcune poesie “non-ok” sul sito. Una l’ho anche tolta.)
A quel punto si DEVE  necessariamente metersi in standby, almeno su quel testo.
Quando però “subisci” bocciature o limature ti fai scudo del plauso accordato in altri ambienti per componimenti di pari valore.
Se sei sicura del tuo modo di fare Poesia tanto da sfoggiarlo, perché lo esponi in questa sede al giudizio di altri?
Se non ne sei sicura, perché lo difendi?

C’è poi un altro problema, a mio avviso ben più serio, che non affonda le proprie radici e le proprie ragioni nella psicologia ma piuttosto nell’etica e nella professionalità: quello relativo al linguaggio.
"Nessuno siamo perfetti, ognuno aviamo i suoi difetti!" il vicino di casa

Offline Franca Pistellato

Re: Che ne pensate?
« Risposta #26 il: Venerdì 7 Novembre 2008, 17:14:24 »
Non credo ci si possa improvvisare dei Jackson Pollock o dei Piet Mondrian o dei Pablo Picasso della poesia. Gli artisti delle avanguardie provenivano comunque da una preparazione “accademica” e non sarebbe stata loro ostica la copia dal vero né di una figura umana né di un paesaggio né di altro soggetto né ancora l’applicazione ad esso di una qualsivoglia tecnica, dal carboncino all’acquarello all’olio alle tecniche d’incisione.
Muoversi a proprio agio all’interno del linguaggio proprio della materia che si tratta, porta alla libertà di scelta sul “come dire” ciò che si vuol dire. Sempre ammesso che sotto ci sia una poetica, un pensiero forte, una filosofia che la motivi tanto da non far sì che anche il dipingere quadrati colorati diventi a sua volta “accademico” o “manierista”. Non c’è, a mio avviso, nessuna poetica plausibile dove non ci sia libertà di scelta, fatto salvo il vissuto di ciascuno.
La Poesia (e l’arte in genere) raccorda insieme due elementi fondamentali: ciò che si vuole trasmettere e ciò con cui si vuole trasmettere, salvo la necessità che a fare da amalgama alle due cose sia il talento, il quale non si compra e solo in minima parte si impara.
Ho scelto di citare il post di Anfra perché il modo in cui scriviamo è –e soprattutto in ambienti come questo- il nostro biglietto da visita e credo, forse con sicumera, sicuramente con dispiacere, che una gamma così vasta di sviste dal punto di vista grammaticale, sintattico e della punteggiatura, non possano in nessun modo essere ascrivibili alla fretta o alla foga.
Mi rincresce pertanto che di tanto orgoglio si faccia sfoggio da pulpiti che non ne hanno granché titolo.
C’è poi un’altra questione: lo “scrivere in forma poetica” e il “fare Poesia” coincidono?
"Nessuno siamo perfetti, ognuno aviamo i suoi difetti!" il vicino di casa

Offline Franca Pistellato

Re: Che ne pensate?
« Risposta #27 il: Venerdì 7 Novembre 2008, 17:17:08 »
A volte abbiamo la necessità di raccontare qualcosa e l’impellenza di dirlo in quel certo modo.
A volte sappiamo essere anche emotivamente coinvolgenti, oppure può piacere la nostra ricerca sperimentale. Non è peccato. Ma forse non è “Poesia”. In ogni caso ritengo, come giustamente hanno sottolineato Luigi e Salvatore, che non si possa scrivere se non di cose che ci hanno toccato e che fanno parte della nostra esperienza. Ne va anche dell’incisività e della verosimiglianza dei nostri testi, oltre che della nostra credibilità di persone.
Scrivere è difficile. Scrivere bene lo è di più. Fare Poesia, ancora di più.
Forse una buona miscela di curiosità, desiderio di conoscere, amore per il rischio ma soprattutto di umiltà non ci farebbe male. A nessuno di noi, farebbe male.

Franca
"Nessuno siamo perfetti, ognuno aviamo i suoi difetti!" il vicino di casa

Offline Stefano Toschi

Re: Che ne pensate?
« Risposta #28 il: Venerdì 7 Novembre 2008, 18:25:16 »
Parole sante... Sottoscrivo.
"Ogni certezza è nel sogno" (E. Poe)

Offline Anfra

Re: Che ne pensate?
« Risposta #29 il: Sabato 8 Novembre 2008, 07:35:12 »
A volte abbiamo la necessità di raccontare qualcosa e l’impellenza di dirlo in quel certo modo.
A volte sappiamo essere anche emotivamente coinvolgenti, oppure può piacere la nostra ricerca sperimentale. Non è peccato. Ma forse non è “Poesia”. In ogni caso ritengo, come giustamente hanno sottolineato Luigi e Salvatore, che non si possa scrivere se non di cose che ci hanno toccato e che fanno parte della nostra esperienza. Ne va anche dell’incisività e della verosimiglianza dei nostri testi, oltre che della nostra credibilità di persone.
Scrivere è difficile. Scrivere bene lo è di più. Fare Poesia, ancora di più.
Forse una buona miscela di curiosità, desiderio di conoscere, amore per il rischio ma soprattutto di umiltà non ci farebbe male. A nessuno di noi, farebbe male.

Franca
/quote]

Cara Franca, io sono d'accordo con te in tutto cio che dici, infatti io non so se ho talento e credo di non averlo la mia è solo e pura passione per la poesia, per quanto riguarda l'esperienza personale nel fare poesia e chi lo dice che deve essere per forza così, ci si può immaginare come è fare i genitore non è che ci vuole molta fantascienza e credo che la maggior parte dei scrittori e dei pittori usino molta fantasia nello scrivere e nel dipingere altrimenti non sarebbero bravi. Io non scrivo solo per me anzi non scrivo affatto per me io devo soo essere un mezzo per il messaggio che diventa intrinseco alla poesia stessa, questa poesia in particolare mi ha fatto pensare in un primo momento a me madre e in secondo momento a mia madre, persona alla quale a me è sempre molto vicina.

Io sottopongo i miei scritti non al re-impasto come l'hai chiamato, ma alla attenta analisi del testo, prendo dei consigli visto che il mio modo di far poesia tende alla prosa, essendo io una non letterata, ma un attenta osservatrice e logista per me è estremamente difficile la poesia in sè, nel modo in cui viene intesa in questo sito.
Non difendo i mei scritti, ma difendo la mia persona perchè chi non fa giudizi costruttivi ma vere offese non offende il mio scritto ma offende me, perchè in ogni mia poesia vi è parte della mia vita.

Ti ringrazio e ti sauto, se vuoi ancora altre spiegazioni io sono disponibile. Ciao

Fatti non foste per vivere come bruti, ma per seguire virtute e conoscenza