Autore Topic: Quand'è che il vizio diventa "perdizione"?  (Letto 7022 volte)

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Grenouille

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Quand'è che il vizio diventa "perdizione"?
« il: Lunedì 29 Settembre 2008, 22:08:38 »
Vi propongo una mia poesia e vi chiedo di dirmi che ne pensate facendo anche le vostre considerazioni sull'argomento proposto da queso topic: quando il vizio si trasforma in perdizione?




"Pruriti e Cicatrici"



Audace nel vizio
mi gratto
con le unghie sporche
le pustole del dopo

Si risveglia il corpo
inciso da cicatrici

sempre audace nel vizio




A voi,
grazie  :D

Offline Phersu

Re: Quand'è che il vizio diventa "perdizione"?
« Risposta #1 il: Lunedì 29 Settembre 2008, 22:27:21 »
Prima di iniziare, tengo a precisare che queste sono solo ed esclusivamente mie considerazioni personali.
Cosa è il vizio?
Se devo seguire alla lettera l'interpretazione che ne fornisce la lingua italiana dovrei dire che è rivolto al negativo, dal latino "vìtium" cioè la disposizione abituale al male.
Ma cosa è il male?
Chi di voi riesce a definire con certezza il male?
Dando retta al sentimento comune drogarsi è male, certe pratiche sessuali particolarmente aberranti sono il male, uccidere è il male, ma è davvero così oppure è solo un punto di vista?
Siamo su di un sito dove ognuno di noi tenta di esprimere la propria "arte", di farla affiorare, di comunicarla attraverso la propria espressione, poetica in questo caso. Se dovessimo escludere le droghe dall'arte, sicuramente il nostro patrimonio culturale sarebbe molto ridotto. Prendiamo la pedofilia, cioè "l'amare i fanciulli", io personalmente metto tale pratica tra le aberrazioni dell'Umanità, ma sappiamo che era comune nell'antica Grecia e poi anche a Roma, sappiamo che grandissima parte dei più noti filosofi si dedicava al sesso con ragazzini, eppure ci hanno lasciato le basi di quella che è oggi la nostra cultura, siamo sicuri che se fosse mancato questo aspetto la Grecia antica sarebbe stata come la conosciamo oggi? No, a mio parere no! In questo caso il tutto parte dalla misoginità di gran parte degli artisti in età matura, che affonda anche questo le radici nella cultura ellenistica, dove è noto che la donna durante il rapporto non doveva dare segni di piacere, altrimenti veniva bastonata. Qui bisognerebbe aprire una parentesi anche sui rapporti sessuali con persone dello stesso sesso, praticata oggi come ieri, eppure grandissimi personaggi sono passati per queste esperienze. L'omosessualità, la misoginità, la pedofilia, la droga, l'alcool e quant'altro può essere chiamato vizio, per l'arte sono "diversità" (come nella società) o potenzialità?
Direi senza ombra di dubbio potenzialità! (Continua, sono ben lungi dall'aver finito  ;D )

Offline Phersu

Re: Quand'è che il vizio diventa "perdizione"?
« Risposta #2 il: Lunedì 29 Settembre 2008, 22:40:29 »
Dicevo che questi vizi sono una potenzialità per l'essere umano perché schiudono orizzonti ai quali non può accedere chi prosegue per la retta via. Partendo dal fatto che ogni persona è libera di rifiutare tali vizi, sta di fatto che usufruiamo dell'arte che grandissimamente è sgorgata da essi.
Allora tale arte è da condannare?
Allora tali vizi sono da condannare, sapendo che gran parte di tale inestimabile patrimonio storico, culturale, artistico potrebbe ora non esistere?
La massima espressione dell'arte, ottenuta con ciò che noi chiamiamo vizio, si ha quando si imbocca la strada della perdizione, sapendo che la meta sarà la morte. Non lo dico io, ma parlano le opere d'arte di qualsiasi genere concepite in prospettiva di una morte autoprovocata, di quella meta oscura che è poi il fine di ogni ricerca fondata nel vizio.
Prendiamo l'omicidio, quale potere scatena in un essere umano la consapevolezza di poter decidere sulla vita o sulla morte?
Dalle folle sbavanti delle arene romane in avanti, il potere del sangue è stato irresistibile, anche sull'arte. Uccidere, come fine ultimo della potenza umana, il sostituirsi ad un Dio nel poter togliere una vita. Quale stimolo più grande dell'assassinare?
Il "vizio diventa perdizione" quando si cerca il limite di sé stessi, l'ultimo gradino prima della morta, quel desiderio di onnipotenza nel cercare la morte per poterla sconfiggere, sapendo che è una battaglia persa. Il vero "vizio" deve necessariamente portare alla perdizione, ad una morte che può essere la propria o altrui, ma sempre morte deve essere.
Per ora mi fermi qui, son cotto come una verza, continuo domani. Buonanotte.  ;)

Grenouille

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Re: Quand'è che il vizio diventa "perdizione"?
« Risposta #3 il: Martedì 30 Settembre 2008, 19:09:32 »
Phersu, sei più interessante di wikipedia!  :o

oggi ho avuto un piacevole confronto con alcuni ragazzi di entrambi i sessi sull'argomento della masturbazione.  cercavamo di stabilire i vari processi mentali che la regolano, parlo della psiche, valutando quanto possa essere considerata "vizio" questa pratica.

sarebbe interessante conoscere il punto di vista religioso, medico e pratico su questa "attività che ha regolato gli impulsi ormonali della stragrande maggioranza di noi e che della quale si parla ben poco, soprattutto con i nostri figli.

Chiedo a Don Angelo per la parte religiosa( è considerata peccato, per la chiesa? se si, perchè?) a Paolo per quella medica (è definita patologia? quanto è utile nello sviluppo emotivo del praticante?) e a ...Phersu in primis e a tutti gli altri per quella....pratica ;D ( che ne pensate?)

khay

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Re: Quand'è che il vizio diventa "perdizione"?
« Risposta #4 il: Martedì 30 Settembre 2008, 19:21:51 »

Chiedo a Don Angelo per la parte religiosa( è considerata peccato, per la chiesa? se si, perchè?) a Paolo per quella medica (è definita patologia? quanto è utile nello sviluppo emotivo del praticante?) e a ...Phersu in primis e a tutti gli altri per quella....pratica ;D ( che ne pensate?)

Propongo un esperimento:

evitare la masturbazione ad un gruppo di varie fasce di età, senza problemi comportamentali o di salute... per un periodo diciamo di un anno.
Quello che ne verrà fuori a livello fisico e psicologico credo che basti a rispondere a questa domanda... :D

Grenouille

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Re: Quand'è che il vizio diventa "perdizione"?
« Risposta #5 il: Martedì 30 Settembre 2008, 20:15:19 »
Propongo un esperimento:

evitare la masturbazione ad un gruppo di varie fasce di età, senza problemi comportamentali o di salute... per un periodo diciamo di un anno.
Quello che ne verrà fuori a livello fisico e psicologico credo che basti a rispondere a questa domanda... :D


Cristina, bellissima risposta!!!!  ahahahahahahah
immagini quanti ricorrerebbero alle preziose cure dello psicologo?  :D
simpaticissima Cristina  :D

Offline Marco Casini Marcoforever

Re: Quand'è che il vizio diventa "perdizione"?
« Risposta #6 il: Martedì 30 Settembre 2008, 20:19:29 »
Propongo un esperimento:

evitare la masturbazione ad un gruppo di varie fasce di età, senza problemi comportamentali o di salute... per un periodo diciamo di un anno.
Quello che ne verrà fuori a livello fisico e psicologico credo che basti a rispondere a questa domanda... :D

ahahahhahahhaha forse gli ottantenni e piu' passerebbero indenni  :D
Una lama nel petto che sanguina amore...

khay

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Re: Quand'è che il vizio diventa "perdizione"?
« Risposta #7 il: Martedì 30 Settembre 2008, 20:35:38 »
Dicevo che questi vizi sono una potenzialità per l'essere umano perché schiudono orizzonti ai quali non può accedere chi prosegue per la retta via. Partendo dal fatto che ogni persona è libera di rifiutare tali vizi, sta di fatto che usufruiamo dell'arte che grandissimamente è sgorgata da essi.


Posso metterci anche la cioccolata tra questi?  ;D ;D ;D

Le abitudini, che siano buone o cattive, secondo me fanno parte dei comportamenti compulsivi. Che poi sia sempre meglio averne di buoni, cioè che recano beneficio al fisico o allo spirito, su questo non ci piove. Il vizio è una cattiva abitudine. E' un'abitudine malsana che sebbene ci provochi dolore, fatica, malessere, etc. ha la grande virtù di essere un rito. E il rito, si sa, nella sua costante ripetizione, offre sicurezza. E la sicurezza è una forma di felicità. Arriviamo addirittura ad identificarci con il nostro vizio, e lo fanno anche gli altri. Senza non ci sentiremmo più noi...non ci sentiremmo più a posto. E' strano come ci si possa sentire a posto anche sapendo che non lo si è affatto... La perdizione è un voto d'ombra, una promessa, un sentiero scosceso. Ma è pur sempre un sentiero...
Tu dici che schiudono orizzonti che non è possibile raggiungere per la retta via...
Ed invece è possibile raggiungerli...ma bisognerebbe fare un lavoro di percezione... e su sè stessi... Ma è ovvio che prendere la pastiglietta, il bicchierino o che altro... facilita la cosa... senza tanti problemi ma anche senza nessuna soluzione...
E quando la soluzione non c'è...
Si cade...
E ci si perde...

Io sono per la fatica, sempre... ci si metterà di più...non si raggiungeranno vette eccelse nel mondo ma, caspita...vuoi mettere con la soddisfazione di avercela fatta da solo?  :D
Una vetta è utile solo per i passi che hai percorso... deve far parte di te ( cosciente ) fino in fondo. Ma come al solito...il mio è solo un parere... e le certezze nella vita sono poche... e dopo un pò si scalzano l'un l'altra :)

Offline Phersu

Re: Quand'è che il vizio diventa "perdizione"?
« Risposta #8 il: Martedì 30 Settembre 2008, 20:36:44 »
Cara La Grenouille,
deve ancora nascere l'essere umano che mi mette in imbarazzo!  :D
Parlo come sempre a titolo personale: sì, la masturbazione è un vizio, che ci accompagna fedelmente per tutta la vita, ma la domanda prima è: cosa è una sega? (Termine universalmente riconosciuto, nessuna parolaccia ;D solo diamogli il suo nome reale!!)
Tale pratica è un rapporto intimo con la propria sessualità, dove un individuo può dare sfogo oniricamente ai suoi desideri sessuali più profondi e segreti. Molte vote mi è capitato di giacere con una donna che ha iniziato a farmi tale pratica, ma io ho sempre detto di smettere, perché quella è una cosa mia, se sono con una donna voglio fare altro, un po' di fantasia, diamine, ed io ne ho molta!  ;D
La masturbazione è un momento di spensieratezza, rilassatezza ed in mancanza di materia prima bisogna necessariamente farsela piacere, indurla, invogliarla, tanto per tenere lubrificati i macchinari. Direi che per una persona momenteneamente sola oppure che si vuole rilassare, sviluppare una "filosofia della sega" personale è un antistress migliore di ogni medicinale.
La masturbazione può portere alla perdizione?
Qui bisognerebbe interpellare un medico, finora non ho mai sentito nessuno che si è suicidato masturbandosi, la domanda specifica a Paolo potrebbe essere:
"In un individuo sano, trentenne, dopo quante seghe settimanali deragliano le coronarie?"
Continuo....  ;D

khay

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Re: Quand'è che il vizio diventa "perdizione"?
« Risposta #9 il: Martedì 30 Settembre 2008, 20:45:33 »
La masturbazione può portere alla perdizione?
Qui bisognerebbe interpellare un medico, finora non ho mai sentito nessuno che si è suicidato masturbandosi

Ahahahahah... certo che non te lo viene a raccontare...ahahahahahah..... ;D

Comunque, per fare i seri ogni tanto... credo che la masturbazione veniva ostacolata in certe filosofie di pensiero perchè portava alla dispersione del liquido seminale ( per quanto riguarda l'uomo )... e da lì i vari detti che dovevano servire a dissuadere da tale pratica ( la crescita di peli nei palmi delle mani, la cecità, etc...).
Ma non vi viene da ridere?
Altro che perdizione, suvvia...
« Ultima modifica: Martedì 30 Settembre 2008, 20:50:46 da Cristina Khay »

Offline Phersu

Re: Quand'è che il vizio diventa "perdizione"?
« Risposta #10 il: Martedì 30 Settembre 2008, 20:50:23 »
Il rapporto della mia masturbazione giovanile col confessionale è stato abbastanza difficile, il parroco del mio paese era un noto pedofilo, ma non si poteva dire 40 anni fa, per quei tempi era solo un sant'uomo che controllava se il nostro organo sessuale funzionava a dovere. Ricordo di una volta che ci provò con un mio compagno di classe, dopo averci fatti tutti uscire, si beccò una seggiola in faccia, l'occhio nero conseguente fu giustificato alle bigottone del paese come una caduta accidentale dalla scala in parrocchia, durante la sostituzione di una lampadina. Ricordo quella insistenza nel confessionale su certi atti che avrei dovuto confessare, io negavo e dentro di me dicevo che non erano né fatti del parroco né fatti di Dio. Quando il "vizietto" del don cominciò a far parlare la gente, fu trasferito in un altro paese. venimmo a sapere che prima di venire da noi era già stato trasferito da un altra parrocchia perché aveva "fatto del male" ad un ragazzino, ma loro mica lo hanno tolto dalla circolazione, no lo hanno trasferito in un altro "terreno di caccia". Se c'è un Dio, che li maledica in eterno.
A conti fatti la masturbazione deve restare una cosa intima, personale. Nessuno deve interferire e credo che tra tutti i vizi sia quello più innocuo e naturale. Una valvola di sfogo, magari sospesa per brevi periodi se si trova un'altra metà molto calda, ma una pratica che non ci abbandona mai. Voi vi siete disintossicati?  ;) Affari vostri!  ;D Io no, e ne sono felice!  :D

Offline Marco Casini Marcoforever

Re: Quand'è che il vizio diventa "perdizione"?
« Risposta #11 il: Martedì 30 Settembre 2008, 20:55:37 »
Probabilmente ho commesso una valanga di sacrilegi....
mai raccontato ad un confessore...
Una lama nel petto che sanguina amore...

Offline Phersu

Re: Quand'è che il vizio diventa "perdizione"?
« Risposta #12 il: Martedì 30 Settembre 2008, 20:56:55 »
Vedi Cristina, parliamo due lingue diverse, ora provo a spiegarmi, se mi incarto dimmelo che ci riprovo.
Non va presa in considerazione la singola pasticca o altra droga o vizio o quello che vuoi tu, il discorso è che pur lavorando sodo non raggiungerai mai quelle percezioni extrasensoriali che certi "stati dell'essere" ti danno. Ci si può arrivare anche con le più svariate droghe, nell'ottocento si bruciavano il cervello con l'assenzio, ma ci si può arrivare anche con profonde meditazioni, ogni cosa che provochi alterazioni dello spazio-tempo con tutto ciò che ne consegue. Se non mi son spiegato sono a disposizione.  :)

Grenouille

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Re: Quand'è che il vizio diventa "perdizione"?
« Risposta #13 il: Martedì 30 Settembre 2008, 21:08:26 »
dovevate vedere gli occhi dei ragazzi che inizialmente non volevano dire di praticare quest'"arte" ma che poi una volta scaldato l'argomento, facevano a gara a spiegare gli effetti benefici prima di un compito o di un interrogazione. :D

Offline Phersu

Re: Quand'è che il vizio diventa "perdizione"?
« Risposta #14 il: Martedì 30 Settembre 2008, 21:10:03 »
dovevate vedere gli occhi dei ragazzi che inizialmente non volevano dire di praticare quest'"arte" ma che poi una volta scaldato l'argomento, facevano a gara a spiegare gli effetti benefici prima di un compito o di un interrogazione. :D
Vedi che avevo ragione?  ;D