Olalah! Riecco il rompiballe di rientro dalle ferie.
Immagino che un concorso di poesia sia qualcosa di diverso dalla solita riunione (con relativa cena) alla volemose bene che periodicamente salta fuori in ogni sito che si rispetti.
Qualche tempo fa leggevo dell’ultima cena (senza riferimenti evangelici) che i partecipanti a “scrivere” avevano fatto.
Le “emozioni” e le smancerie del giorno dopo si sprecavano. Ed anche oggi, come ieri, si moltiplicano i commenti: “guardarsi negli occhi”, “conoscersi meglio”, “capire tramite la parola con chi hai a che fare”; insomma sempre la solita solfa, niente di nuovo sotto il sole.
Non che la cosa mi dispiaccia anzi, mi lascia del tutto indifferente, noto solo che ogni volta c’è uno spreco di frasi fatte.
Come la vedrei io se fossi stato presente? Beh! Lavorando di fantasia avrei detto che le femminucce erano uno schianto e che quei due o tre maschietti potevano risparmiarsi la fatica di essere presenti (vista l’incetta di premi del gentil sesso).
Avrei sottolineato l’eleganza delle prime rispetto alla trasandatezza dei secondi (non tutti ovviamente). L'unica cosa su cui sarei stato d'accordo sarebbe stata l'organizzazione accurata e la partecipazione vitale e commovente dei convenuti e, cercando di non cadere nel banale, avrei sottolineato la difficoltà nel preparare un evento del genere.
Avrei provato ad elogiare le poesie (guai a non farlo in casi come questo) e parlato della particolarità di alcune di esse (avrei raccontato un mucchio di frottole pur di farmi voler bene dagli autori) insomma, sarei stato un vero stronzo (quasi come nella vita reale).
Avrei sorvolato sulla cena (vera lama a doppio taglio). Sono sempre del parere che più ci si conosce più difficile diventa criticare ed accettare le critiche. Perciò al bando le cene e relativi brindisi con scatto di foto ricordo.
A proposito di foto ricordo, immagino la quantità industriale prodotta dal solito fotografo di turno, quello che non perde nemmeno un click delle persone premiate, in modo da poterle poi pubblicare sul sito (a proposito, spero vi siate procurati la liberatoria necessaria per pubblicare le foto, altrimenti sai che dolori di panza), ma questa è un’altra storia… .
Ad onor del vero una differenza con il passato c’è e non è da poco: ci sono stati risparmiati i particolari dei brindisi e, a differenza dell’altra volta, almeno non ci sono state le canzoni goliardiche tipo “quel mazzolin di fiori” ( o forse no?) e nemmeno la declamazione di poesie, ce n’erano già state troppe la mattina ( o mi sbaglio ancora?).
Vabbè non importa, scusate questo intervento estemporaneo, forse sono arrugginito, colpa della ferie, vedrò di fare meglio la prossima volta.
Vostro debitore