Mi sembra che giunti a questo punto sia necessario alzare un poco lo sguardo perché come diceva già S. Paolo: “la lettera uccide, lo spirito dà vita”.
Per questo vi propongo la lettura di alcuni brani tratti da “Nuovo Testamento e Mitologia” di Bultmann, uno dei maggiori teologi protestanti del secolo scorso. Si tratta di considerazioni preliminari che, a mio giudizio, possono essere condivise al di là delle conclusioni a cui giungerà l’autore.
“La raffigurazione neotestamentaria dell’universo è mitica. Si considera il mondo articolato in tre piani. Al centro si trova la terra, sopra di essa il cielo, e sotto gli inferi. Il cielo è l’abitazione di Dio e delle figure celesti, gli angeli; il mondo sotterraneo è l’inferno, il luogo dei tormenti. Ma non perciò la terra è unicamente il luogo dell’avvenimento naturale-quotidiano, delle sollecitudini, cioè, e del lavoro, dove regnino l’ordine e la regola: è anche il teatro d’azione delle potenze soprannaturali, di Dio e dei suoi angeli, di Satana e dei suoi demoni. Le forze soprannaturali agiscono sugli avvenimenti naturali, sul pensiero, sulla volontà e sull’operare dell’uomo; i miracoli non hanno nulla di insolito…”
“La rappresentazione dell’evento della salvezza, che costituisce il contenuto specifico dell’annuncio neotestamentario, è coerente con questa immagine mitica del mondo…”
“Quello neotestamentario è tutto un discorso mitologico…”
“Ora, in quanto discorso mitologico non è credibile dagli uomini di oggi, giacchè per costoro la figura mitica del mondo è dissolta…”
“Il senso genuino del mito non consiste nel dare una visione obbiettiva del mondo; vi si esprime piuttosto come l’uomo intenda sé stesso nel mondo; il mito vuole essere interpretato non cosmologicamente, ma antropologicamente, meglio ancora esistenzialmente…”
“Pertanto anche la mitologia del Nuovo Testamento va interrogata non già sul contenuto oggettivante delle sue rappresentazioni, bensì sulla concezione dell’esistenza che viene espressa in queste rappresentazioni. Si pone il problema della verità di tale concezione, poiché a questa verità medesima dà il suo assenso la fede, che non può essere obbligata ad accettare l’universo di rappresentazioni del Nuovo Testamento…”
Continua...