Altri verranno
Verranno altri e porteranno il peso
di questo andare breve lungo il tempo,
dell’attesa infinita, senza senso,
dentro la nebbia che ravvolge i colli,
dentro il vasto silenzio che trafigge.
Scende la notte sulle tue domande:
risponderai, risponderai… Domani;
riposa adesso: lavorare stanca…
Altri verranno a salutare l’alba.
Verso riverso
Altri verranno a salutare l’alba
Riposa adesso. Lavorare stanca…
Risponderai, risponderai, domani.
Scende la notte sulle mie domande,
Dentro il vasto silenzio che trafigge,
oltre la nebbia che ravvolge i colli,
nell’attesa infinita, senza senso,
di questo andare breve, lungo il tempo…
Verranno altri e porteranno il peso.
L’amico Pasquino, che ringrazio, nel leggere la poesia che avevo scritto per lo speciale dedicato a Cesare Pavese mi ha espresso la sua sensazione che si sarebbe prestata bene al “riversamento”.
Piuttosto incuriosito dalla cosa gli ho chiesto di provare a farlo e devo dire che ho trovato il risultato valido ed interessante.
Oltre al rovesciamento dei versi c’è anche un rovesciamento della prospettiva, il “tue” diventa “mie”, l’atmosfera si fa più introspettiva e devo confessare che la sento mia.
Pasquino dice che il suo “riversamento” riesce a mettere in luce qualcosa di noi che inconsciamente mettiamo nelle poesie, al di là di quanto di noi stessi vogliamo coscientemente comunicare. Che sia vero?